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Attualità | 10 ottobre 2022, 10:32

Otto anni fa l'alluvione di Genova che devastò la Valbisagno

Sono passati otto anni dall'alluvione del 2014 che costi la vita ad Antonio Campanella

Otto anni fa l'alluvione di Genova che devastò la Valbisagno

“Nessun genovese può dimenticare la terribile alluvione che tra il 9 e il 10 ottobre 2014 ha colpito Genova, causando la morte di una persona e devastando la città con le esondazioni di diversi torrenti tra cui il Bisagno e il Fereggiano”.

Esordisce così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti nel giorno dell’anniversario dell’alluvione che, otto anni fa, ha colpito Genova e che è costata la vita ad Antonio Campanella, ex infermiere di 57 anni morto per l’esondazione del Bisagno.

Nella notte tra il 9 e il 10 ottobre la pioggia incessante (in 24 ore saranno circa 395 i millimetri d’acqua caduti sul genovesato) provocano l’esondazione di diversi corsi d’acqua tra cui il Bisagno, appunto, e il Fereggiano.

Quasi tutti i quartieri della città sono interessati dalle esondazioni e dagli allagamenti, soprattutto quelli della bassa e media Val Bisagno: Molassana, Staglieno, Marassi, Quezzi, San Fruttuoso.

L’acqua raggiunge la stazione di Brignole e si infila alla Foce e in alcune parti del Centro Storico.

L’esondazione spacca in due Genova e mentre gli allagamenti si estendono anche a Nervi, Apparizione e Sturla. Disagi anche a Bolzaneto, Rivarolo, Sampiedarena e nel ponente cittadino. In totale, i comuni colpiti dagli allagamenti sono stati 43.

Poco dopo la mezzanotte del 10 ottobre, il primo torrente a esondare è lo Sturla, allagando le strade e trascinando diverse auto in sosta.

Intorno a mezzanotte e mezza è la zona di Brignole a finire sott’acqua mentre il fango arriva a raggiungere la parte bassa di via XX Settembre.

Poco prima dell’una, i Vigili del Fuoco recuperano il corpo di Campanella, trovato nel tunnel che collega via Canevari a via XX Settembre.

I danni causati dall’alluvione ammontano a 250 milioni di euro, di cui 25 solo per Genova.

Nei giorni successivi, lo stabilizzarsi delle condizioni meteo porta la gente a scendere in strada per aiutare chi è stato colpito dall’esondazione: sono gli “angeli del fango”, un gruppo eterogeneo composto di giovani e meno giovani, immigrati, persone arrivate da tutta Italia che hanno ripulito la città dal fango.

Redazione

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