È convocata per domani, lunedì 24 ottobre, alle ore 16 nella sede della Regione Liguria una riunione per fare il punto sulla vicenda dei cavalli dell'Aveto con tutti i soggetti interessati. Lo ha deciso il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.
Saranno presenti anche il vicepresidente Alessandro Piana e il direttore generale della Asl4 Paolo Petralia. L'obiettivo del governatore è avere un quadro della situazione più chiaro possibile, con tutte le rassicurazioni del caso prima di procedere con qualsiasi azione o spostamento che riguardi i cavalli.
Le associazioni animaliste, intanto annunciano battaglia. Meta Parma in una nota ha dichiarato: "Questi cavalli, che erano abituati a vivere liberi, sono stati catturati e rinchiusi in un recinto, e vorrebbero deportarli e allontanarli dal loro territorio, dai loro branchi, dagli altri cavalli con cui hanno vissuto per anni. Gli animali hanno sentimenti, e allontanare un cavallo dal suo territorio e dal suo branco è già di per sè una lesione del suo benessere, perché significa causargli sofferenza e disagio. Sofferenza e disagio che in questo modo si sta causando inoltre anche a tutti noi, perchè non è possibile pensare di voler far entrare questi cavalli in un allevamento".
"Hanno sentimenti, non sono oggetti, sono esseri senzienti, - continua la nota - vedi art.9 della Costituzione. Allontanarli dai loro luoghi e dai loro affetti è già esso stesso un maltrattamento, e ancor peggio sarebbe farli entrare in un allevamento dove altri animali vengono mandati al mattatoio. Sono cavalli selvaggi, abituati a essere liberi, e per un cavallo libero entrare in un allevamento sarebbe peggio che morire".
"Questi cavalli non devono entrare in un allevamento, - insiste l’associazione Meta Parma - dovrebbero rimanere nella loro terra e nei loro luoghi, ma dicono che faranno analisi del sangue in un allevamento e poi li libereranno altrove. Ma non ha senso: le analisi piuttosto dovrebbero farle in un santuario scelto dalle associazioni del luogo, non in un allevamento. Siamo davanti a una situazione assurda e paradossale, queste dichiarazioni non convincono, proprio come accaduto per i cinghiali della Maggiolina, inseriti in una ex zac di un cacciatore invece che essere affidati a un santuario degli animalisti. E qui non c'è la scusa della peste suina! Abbiamo fatto di tutto per i cinghiali di La Spezia, e poi non li abbiamo più visti, solo in qualche ripresa notturna, da lontano, ed è come se ce li avessero rubati dal cuore. In questi giorni siamo anche molto preoccupati per Perla e Amara, perché non si vedono più neanche nelle riprese notturne, e si teme che sia successo qualcosa, e tutto questo non sarebbe successo se fossero stati affidati a un rifugio. I cinghiali della Maggiolina erano sani, ma stranamente non potevano essere trasportati in un rifugio a causa della peste suina. Ora però qui si tratta di cavalli, non sono cinghiali, qui non c'è la scusa della peste suina, e quindi non hanno nessun motivo per non affidarli agli animalisti. Questi cavalli sono cavalli selvaggi, non sono un problema ma una risorsa, dovrebbero rimanere nella loro terra, ma una cosa è certa: non entreranno in un allevamento.".














