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Politica | 21 novembre 2022, 09:16

Sciopero e corteo dei lavoratori ex Ilva contro la lenta agonia degli stabilimenti

I vertici hanno disertato l'incontro con il governo, Bonazzi (Cgil): "Gestione scellerata non da risposte, chiediamo mutino le condizioni"

Sciopero e corteo dei lavoratori ex Ilva contro la lenta agonia degli stabilimenti

Sciopero e corteo da parte dei lavoratori ex Ilva questa mattina che hanno indetto quattro ore di astensione dal lavoro, dalle 7.30 fino alle 11.30.

I lavoratori si sono riuniti in assemblea davanti alla sede, intorno alle 9 è partito il corteo tra le vie di Cornigliano. Inevitabili i disagi al traffico cittadino.

Lo sciopero è stato indetto per la decisione dell'azienda di sospendere l'attività di 145 ditte dell'indotto e perché i vertici hanno disertato l'incontro con il governo della scorsa settimana.

Stefano Bonazzi, segretario generale della Fiom Cgil, così si esprime a riguardo: "La situazione è estremamente, complessa come abbiamo già dichiarato gli stabilimenti sono in lenta agonia, la gestione è scellerata e non sta dando risposte alle necessità della siderurgia in Italia. Oggi dopo l'incontro al Ministero scioperano gli stabilimenti ex Ilva in tutta Italia e anche a Genova chiediamo che mutino le condizioni di gestione degli impianti lo stato metterà un miliardo in ex Ilva e pensiamo che debba servire per cambiare in maniera profonda le condizioni".

Gli fanno eco il segretario generale Fim Cisl Liguria Christian Venzano e Nicola Appice, responsabile RSU Fim Cisl Liguria per Acciaierie d’Italia: “E’ passato oltre un anno da quando il governo è entrato nella compagine azionaria di Acciaierie d’Italia immettendo oltre 400 milioni: a Genova però nessuno si è accorto di tutto questo con pochissimi investimenti nello stabilimento che potrebbe diventare invece strategico nel rilancio della siderurgia in Italia. Adesso da parte dello Stato è pronto un ulteriore miliardo di euro da immettere all’interno dell’azienda ma ora ci aspettiamo veramente che prenda in mano la gestione garantendo una precisa svolta che sia mirata ad un piano di rafforzamento di tutti gli stabilimenti" e continuano, amareggiati "Non è possibile che si continui a navigare senza avere una prospettiva a media-lunga scadenza in un settore così fondamentale per il nostro paese. Qui si vive alla giornata senza un piano industriale, nel caso di Genova ci troviamo di fronte ad una situazione allarmante: lo stabilimento avrebbe bisogno di una massiccia iniezione di risorse economiche, partendo dalle manutenzioni fino agli investimenti strutturali: invece ci troviamo a gestire innumerevoli problematiche che ci impediscono di produrre come invece potremmo fare. Serve quindi una nuova governante con manager di riferimento dello Stato che possano salvaguardare e rilanciare la siderurgia nel nostro paese”. 

Francesco Li Noce


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