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Municipio Ponente | 22 novembre 2022, 17:35

Pegli, una nuova proprietà per completare i parcheggi all’ex cinema Eden

Spiragli positivi al tribunale fallimentare di Vercelli. Sono in corso le procedure burocratiche per il trasferimento, a inizio 2023 potranno ripartire i lavori per chiudere i box e creare la piastra superiore a beneficio della cittadinanza

Pegli, una nuova proprietà per completare i parcheggi all’ex cinema Eden

Spiragli positivi nell’ambito della procedura fallimentare, in atto presso il Tribunale di Vercelli, per l’area denominata Eden Park in via Pavia a Pegli. C’è un soggetto che si è aggiudicato l’asta fallimentare e che è pronto a far ripartire i lavori, che sono ormai fermi da moltissimi anni. La notizia è stata comunicata poco fa dall’assessorato all’Urbanistica del Comune di Genova al consigliere comunale di Vince Genova, Paolo Gozzi, che aveva presentato per la seduta di oggi a Palazzo Tursi una interrogazione a risposta immediata (ieri, invece, è partita una lettera all’assessore comunale competente, Mario Mascia, da parte della consigliera comunale del Partito Democratico, Cristina Lodi).

Il curatore fallimentare, Maria Maccarone, “ha comunicato oggi che in riferimento alla richiesta di aggiornamento sullo stato giuridico dell’area di proprietà della società Eden Park srl, l’area di cui trattasi è stata oggetto di aggiudicazione in data 8 novembre 2022 e sono in corso le attività di perfezionamento di trasferimento della proprietà, che verranno assentite entro i primi mesi del 2023”.

La speranza, quindi, è che il progetto dei box interrati venga completato e che venga realizzata la piastra superiore a beneficio della cittadinanza, come da accordi con il Comune di Genova. Quella dei parcheggi all’ex cinema Eden è una vicenda lunghissima, che parte almeno dieci anni fa. Adesso, se saranno rispettati i tempi, entro breve potranno quindi ripartire (finalmente) i lavori. C’è già l’ipotesi di ripristinare l’arena cinematografica estiva, mentre per la sala al chiuso dell’Eden il fronte è completamente differente e dipende dalla proprietà della struttura, ovvero i Frati di Finalpia.

Già lo scorso luglio, rispondendo a Cristina Lodi in Consiglio Comunale, Mascia aveva ricordato i passaggi assai tormentati di questa vicenda: “Nel 2010 era stato rilasciato un permesso di costruire per la realizzazione di un parcheggio privato interrato per oltre cinquanta box e la ricostruzione del cinema Eden all’aperto a Pegli in via Pavia, in un’area destinata a servizi pubblici, più in particolare a servizi religiosi. Il complesso appartiene ai Padri Benedettini di Finale Ligure. I lavori iniziarono solo dopo alcuni anni, a seguito di conteziosi che videro alla fine vincitrice la società che intendeva realizzare l’intervento. Dal 2018 iniziarono a palesarsi le prime difficoltà e il titolo edilizio, dopo varie proroghe, perse efficacia senza che i lavori fossero conclusi. In particolare nei termini dell’originario provvedimento fu ultimato il volume interrato dei box mentre non venne avviata alcuna delle opere pubbliche di superficie: ricostruzione del cinema Eden e sistemazione di una rotatoria. Nel 2020 è stato rilasciato un nuovo titolo edilizio per l’ultimazione delle opere previa presentazione di un cronoprogramma con il quale il richiedente si impegnava a realizzare le opere di interesse pubblico secondo la tempistica ivi indicata. Le opere previste in questo secondo provvedimento non sono mai state avviate”.

Ecco perché il Comune di Genova ha chiesto l’escussione parziale della fidejussione, ma ne è nato un contenzioso amministrativo tuttora in essere. L’unico progresso è stato lo smontaggio della gru che ormai stazionava in mezzo ai palazzi senza alcun tipo di utilizzo e che è stata restituita all’azienda legittima proprietaria, la ditta Facchin.

Mascia osserva: “In occasione dei contatti finalizzati alla rimozione della gru, la Curatela ha rappresentato che stava valutando di avviare la procedura di vendita del diritto di superficie dell’area in esame. Ciò è di notevole interesse per il Comune di Genova, in quanto all’acquisto del diritto di superficie sarebbe seguita l’automatica assunzione degli obblighi di cui alla convenzione urbanistica. Si manifesta così la possibilità per l’ente civico di avere un nuovo interlocutore privato, in bonis, in grado di garantire l’esecuzione delle opere di urbanizzazione rimaste ineseguite, con la conseguente possibilità di ottenere il riordino della sistemazione della superficie dell’area, in un tempo sicuramente più contenuto rispetto a quello necessario per la definizione del giudizio avente ad oggetto l’escussione della fideiussione. A tal fine, dunque, il Comune, attraverso le direzioni competenti, Urbanistica e Avvocatura, nei mesi successivi si è reso disponibile a coadiuvare, per quanto possibile e nell’interesse della collettività, la curatela fallimentare nella predisposizione della procedura volta all’individuazione del soggetto acquirente del diritto di superficie”. Pare proprio che questa storiaccia si possa avviare verso la chiusura.

Alberto Bruzzone


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