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Attualità | 05 dicembre 2022, 10:06

L'altare e gli arredi di Airaldi nella chiesa di San Gerolamo di Castelletto (video)

Un incontro per scoprire la bellezza delle opere bronzee dell'artista nato ad Albenga

L'altare e gli arredi di Airaldi nella chiesa di San Gerolamo di Castelletto (video)

Proseguono gli incontri nella chiesa di Nostra Signora delle Grazie e San Gerolamo a Castelletto; un appuntamento che sta richiamando un sempre maggior numero di appassionati e di curiosi e che si pone come obiettivo quello di far scoprire le opere d’arte che la chiesa ha al suo interno.

Protagonisti dell’ultima chiacchierata sono stati gli arredi e l’altare della chiesa, opera di Giovanni Battista Airaldi.

A raccontarne la straordinarietà è Caterina Olcese Spingardi, storica dell’arte e tra i massimi specialisti della scultura del XIX e XX secolo: “L'altare e gli arredi della Chiesa di Nostra Signora delle Grazie e San Gerolamo a Castelletto sono un'opera di Giovanni Battista Airaldi (Albenga 1914 – Genova 1998), uno scultore genovese morto nel 1998 a pochi anni di distanza da questa realizzazione datata 1991. Si tratta di una serie di arredi sacri che rappresentano l'attività finale di una lunga carriera di scultore che si è svolta prevalentemente a Genova che ha inizio negli anni Trenta del Novecento, un momento molto difficile per gli artisti e per chi si approcciava al mondo dell'arte ma che Airaldi riesce a vivere superando probabilmente anche l'ostilità nei confronti dei dettami dell'arte ufficiale fascista mantenendo una sua autonomia, inizialmente in riferimento ad Arturo Martini poi alla scultura antica e al medioevo e poi, finito anche il difficile periodo degli anni del fascismo, a partire dal secondo dopoguerra lo conduce a sperimentare materiali nuovi come il bronzo o la ceramica con i quali sperimenta  linguaggi nuovi, accostandosi all'astrazione dell’informale".
La storica prosegue: “Airaldi diventa anche docente al Liceo Barabino di Genova e in seminario e si ritrova ad affrontare non soltanto la committenza privata che gli commissiona monumenti funerari per Staglieno e altri cimiteri ma anche la committenza ecclesiastica. A partire dal 1959 con gli arredi per la chiesa di Santa Sabina prende il posto di Guido galletti, suo maestro, Airaldi diventa lo sculture prediletto dalle dalla gerarchia ecclesiastica cittadina, realizzando interventi per più di trenta chiese non soltanto genovesi. Si tratta di interventi piuttosto complessi che Airaldi curava nel dettaglio preoccupandosi di entrare con rispetto all'interno di chiese già costruite e definite in alcuni casi anche ben più antiche di quella di Castelletto che, come sappiamo, è invece un edificio novecentesco".

"Il suo intervento nella Chiesa di Nostra Signora delle Grazie e San Gerolamo - conclude - avviene a quasi cinquanta anni dalla costruzione dell’edificio e quindi il suo intervento deve inserirsi in un contesto già ben costruito. Il risultato ottenuto da Airaldi è molto buono perché pure nella complessità degli argomenti e dei temi che vengono trattati in maniera molto sintetica attraverso un gioco di pieni e di vuoti e la scultura ci appare sempre piuttosto leggera e ben contestualizzata anche dal punto di vista cromatico perché il verde del bronzo e le sue lumeggiature dorate ben dialogano con la preziosità dei marmi che già sono presenti a Castelletto”.

Anche Don Davide Bernini, parroco della chiesa di Castelletto, esalta l’importanza dell’opera: “Questa incontro è stata l'occasione  per conoscere ancora una volta i tesori nascosti della Chiesa di Nostra Signora delle Grazie e San Gerolamo.  Giovanni Battista Airaldi, nostro parrocchiano, si è occupato nei primi anni Novanta di sistemare l'aula celebrativa secondo le indicazioni del Concilio Vaticano Secondo. Ha realizzato il nuovo altare “versus populi”, la sede del presbitero, la sede della lettura della parola di Dio, il leggio dell’Ambone, il leggio della sede e altre suppellettili come il crocifisso e i candelabri.
Uomo di fede ricco di un'attenzione simbolica, Airaldi ha realizzato un ciclo che si basa su testi scritturistici e su prospettive teologiche con una forte valenza personale della trascendenza e anche della consapevolezza che l’icona trasmette un contenuto che eleva verso il mistero di Dio.
Possiamo vedere il percorso del Cristo risorto nell'altare maggiore, del buon pastore nella sede, gli Evangelisti nel luogo della parola di Dio mentre negli sgabelli si trovano episodi legati alla storia del popolo di Israele con il ruolo di Mosè e di Abramo. La rappresentazione ultima della storia è riportata nel Calice e nella Patena che rinvia al parroco, Don Urbano che nel cinquantesimo della sua ordinazione ha voluto realizzare quest'opera come committente. La consacrazione ultima dell'altare avvenne il 13 gennaio 1991 ad opera del Cadinal Canestr
i”.

Patrizia Risso, organizzatrice degli incontri, rimanda al terzo appuntamento: “Il terzo incontro di questo ciclo alla scoperta della Chiesa di Nostra Signora delle Grazie e San Gerolamo a Castelletto verterà sul presepe, con una conversazione con la Dottoressa Monica Teminiello alla scoperta della collezione di pregevoli statuine antiche posseduta dalla Chiesa.
L’appuntamento è mercoledì 7 dicembre alle 18:30
”.

Redazione

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