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Politica | 07 gennaio 2023, 07:05

Parco Portofino, ancora braccio di ferro sui confini: cancellate le aree contigue

L’attacco degli escursionisti: “Il Monte di Portofino in balia degli interessi della politica”

Parco Portofino, ancora braccio di ferro sui confini: cancellate le aree contigue

La battaglia sui confini del Parco di Portofino non si ferma. Proprio in questi giorni Regione Liguria ha disposto la sospensione dell’area contigua del Parco naturale regionale di Portofino.

L’area contigua, la cosiddetta “buffer zone”, è una zona limitrofa al perimetro del parco, di transizione fra il parco stesso e il territorio circostante, in cui sono previste alcune norme di salvaguardia, meno stringenti di quelle che regolano i parchi. 

Nell’ottica di contenere l’aumento del numero di ungulati e della peste suina Regione Liguria punta così ad agevolare la caccia al cinghiale nella zona esterna all'area protetta del Parco.

Per Regione Liguria, “come già più volte segnalato dalle amministrazioni locali”, l’area contigua rappresenta una zona “ad elevata criticità a causa della diffusa presenza dei cinghiali, che rappresentano un grave motivo di pregiudizio della salvaguardia delle colture, delle infrastrutturazioni minute del territorio, dei valori paesaggistici e della pubblica incolumità.

Una decisione che ha scatenato dure polemiche: Federparchi, che ha una lunga esperienza gestionale di situazioni analoghe, sottolinea come l’abbattimento senza regole possa risultare poco utile a limitare il contagio.

“Partendo dalla valutazione di un numero eccessivo e di una densità troppo elevata di cinghiali sul territorio, con danni all’agricoltura ed alle infrastrutture tanto nelle campagne quanto, ultimamente, in aree urbane, con conseguenti rischi per la popolazione e, recentemente, con l’espandersi dell’epidemia di peste suina, i metodi di contenimento generalmente più efficaci, soprattutto se integrati fra loro, sono risultati la cattura con gabbie previo foraggiamento, e l’abbattimento selettivo, che possono essere e vengono costantemente praticati, è bene sottolinearlo, anche dagli stessi Enti parco ed anche all’interno delle aree protette, ovviamente in forma programmata e controllata - si legge nella nota di Federparchi - Nel caso di Portofino pare invece che si sia scelta una estensione dell’attività venatoria alle aree contigue, congelandone di fatto l’esistenza, rispetto a cui manifestiamo le nostre riserve.

Alla base di questa scelta sta il fatto che i cinghiali sono troppi, vanno ridotti, e chi li abbatte sono i cacciatori (teoria vista con favore in ambito venatorio e dalle Regioni). Tuttavia, l'attività venatoria non riduce la specie di cui si va a caccia, ma tende a mantenerla in numero costante, o addirittura aumentarne la consistenza, senza farla diminuire negli anni.  

Per quanto esposto, Federparchi ritiene poco efficace la scelta di affidarsi all’attività venatoria per ridurre consistenza e densità dei cinghiali, valutando invece più utile praticare una attività mirata di controllo, sulla base di piani dettagliati di iniziativa pubblica ai quali possono partecipare anche i cacciatori, col ruolo di selecontrollori”. 

L’ATTACCO AL PRESIDENTE VIACAVA

La risposta più dura alla decisione di Regione Liguria arriva da un gruppo di escursionisti e amici del Parco di Portofino che attaccano l’attuale presidente del Parco e sindaco di Portofino Matteo Viacava e tutta la politica, colpevole di non intervenire per impedire questa decisione:

“Grazie Presidente Viacava per l'ennesima dimostrazione di incompetenza e inconsistenza nel ruolo che Le è stato regalato dal Suo amico Presidente Toti e che non merita. Non pensa che magari sta mettendo tutti in imbarazzo con una condanna in arrivo per reato ambientale contro il suo stesso parco? Non crede che sia più dignitoso dimettersi?”.

L’attacco alla politica:

“Voi tutti che avete il compito di vigilare sull'operato.del parco, voi che siete le sentinelle degli interessi di questo territorio, cosa fate esattamente mentre il personale lavora per altre cose anziché per il vostro parco?

Quali sono i risultati concreti che ci potete raccontare da quando Viacava è presidente? Cosa vi aspettate da un Direttore che non si presenta mai in viale Rainusso, lavora per la regione e altri parchi e nemmeno li ha mai visti, e pretende di menare le danze da Genova? Credete che tutti quelli di prima, che stavano al parco tutti giorni, leggessero il giornale? .Ma gli date pure lo stipendio: lo sapete che sono soldi pubblici?

Siete responsabili anche voi. Vergognatevi tutti! Di chi siete servi per sopportare questa presa per i fondelli? Vergognatevi per l'immenso dispiacere che date alla gente semplice nata qui attorno e a chi va per sentieri, vergognatevi perché lasciate il Monte di Portofino in balia degli interessi della politica senza muovere un dito. Ci avete traditi. Tradite il posto che rappresentate”.

LE CRITICHE DALLA POLITICA

Sulla questione sono intervenuti anche i consiglieri regionali Luca Garibaldi (Pd) e Gianni Pastorino (Linea Condivisa) che nei prossimi giorni presenteranno anche un’interrogazione in consiglio regionale per chiedere chiarimenti alla giunta Toti.

“Già nel 2017 la Lega tentò di cancellare le aree contigue del Parco, salvo una marcia indietro rocambolesca dopo le nostre proteste - dice Garibaldi - Ora la Lega ci riprova usando come grimaldello la Peste Suina Africana e la necessità di un piano di abbattimenti straordinario: una motivazione che pare poco più di un pretesto, visto che il Parco può prevedere senza ridurre le aree contigue, ad esempio, e che la durata della sospensione è di cinque anni, un termine temporale che nessun altro atto di eradicazione della peste suina prevede. 

Un blitz di Capodanno, quello della Lega, per tentare di esaudire un proposito antico, quello di tagliare alle aree protette per rispondere alle esigenze di pochissimi”.

Questa politica regionale ha come riferimento un mondo venatorio retrivo e ideologico - aggiunge Pastorino - Siamo certi infatti che anche nel mondo della caccia non tutti la pensino in questo modo. Queste sono le battaglie della Lega, del deputato Bruzzone e di tutti coloro che continuano a ritenere i parchi come un limite e non una prospettiva di sviluppo culturale, sociale ed economico di un territorio. Così facendo si uniscono le politiche nazionali con quelle regionali in una logica di mancanza di tutela del territorio che fa veramente spavento.

In questo Paese siamo esattamente questo: capaci di fare condoni edilizi come quello di Ischia e poi piangere su quanto avviene, non pensare allo sviluppo e alla tutela di un territorio ma agli interessi di pochi, siano questi di origine venatoria o di origine edilizia”.

Marco Garibaldi


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