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Attualità | 25 gennaio 2023, 14:17

Sciopero dei benzinai, adesione al 70%. Nessuna coda ai distributori (foto e video)

E’ scattato ieri alle 19 lo sciopero e mentre proseguono gli incontri a Roma, sembra che la serrata dei distributori non abbia causato disagi. Intanto, i benzinai stamattina hanno dato vita a un presidio sotto la Prefettura

Sciopero dei benzinai, adesione al 70%. Nessuna coda ai distributori (foto e video)

Si è attestata al 70% l’adesione allo sciopero da parte dei benzinai della Liguria.

Una serrata iniziata ieri sera alle 19 che, sulla carta, dovrebbe proseguire fino a domani ma che nel corso delle ultime ore sta avendo evoluzioni che potrebbero portare a una riduzione dello sciopero stesso.

A provocare l’ira dei benzina sono state le dichiarazioni da parte del Governo Meloni che, a fronte del mancato rinnovo del taglio sulle accise, ha accusato la categoria di speculare sul prezzo della benzina.

“A fronte di un riconoscimento di quello che è stato un equivoco - dice Walter Vicentini, presidente Figisc Liguria - si è riconosciuto che la categoria non c’entra niente ed è stata criminalizzata ingiustamente. Nonostante questo viene mantenuto quello che era stato pensato come una punizione per i gestori, come un sistema per tenerli sotto controllo con la famosa esposizione del prezzo medio nazionale su base regionale che tiene puntato il fucile sulla categoria nonostante sia stato riconosciuto l’ingiustificato attacco”.

Ancora: “Ribadiamo la nostra estraneità alla dinamica dei prezzi, non abbiamo la minima possibilità di incidere sul prezzo finale alla pompa. Se manteniamo però un ulteriore obbligo con delle pesanti sanzioni in caso di inadempienza vuol dire che lo riconosciamo con le parole ma non nei fatti”. 

Andrea Dameri, direttore generale di Confesercenti Liguria, aggiunge: “Siamo stati additati fondamentalmente come responsabili della speculazione quando sappiamo tutti che un gestore su 20 euro di benzina porta a casa circa 40 centesimi. E’ chiaro che la speculazione sta a monte della pompa di benzina e bisogna andare dalle compagnie, dai depositi. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: chiediamo la modifica del decreto trasparenza che impone balzelli e sanzioni sugli operatori e soprattutto chiediamo finalmente di aprire un tavolo dove si vengano ad affrontare i problemi della categoria che ci sono da anni, il rapporto delle compagnie con cui abbiamo difficoltà a rinnovare i contratti, il fatto che abbiamo una rete sovradimensionata, basti pensare che in Italia ci sono 22mila impianti, molti più di tanti altri paesi europei messi insieme. Il fatto che abbiamo un problema con le transazioni bancarie, se immaginate che abbiamo 0,03 centesimi al litro, nel momento in cui viene imposta una transazione bancaria per pagamenti bancomat o carta che sono il 70-80% dell’erogato, non c’è la marginalia economica per far sopravvivere una gestione.

Sono tanti i problemi da affrontare e oggi siamo qui in piazza per ribadire che abbiamo bisogno di una mano forte e concreta da parte del governo.

I primi incontri sono stati perfettamente inutili, ieri è arrivata un’apertura anche con gesti concreti, con il deposito da parte del governo di un emendamento in sede di commissione che inizia ad aprire la strada a un miglioramento del Decreto Trasparenza e il fatto che è stato convocato il tavolo di filiera per la settimana prossima, lo sciopero è stato riconfermato sia per i tempi con cui è arrivata l’apertura sia perché vogliamo dimostrare al governo che non siamo intenzionati a tornare indietro di nessun passo”.

I pochi benzinai aperti, intanto, non sembrano aver visto picchi di traffico. 

Nessuna coda di mezzi in attesa di rifornirsi, visto che gli utenti, da giorni, erano stati informati della serrata dei distributori.

In corso Sardegna e in piazza Brignole, due dei distributori aperti più vicini al centro, solo qualche motorino e un paio di macchine hanno raggiunto le colonnine per rifornirsi.

Intanto, sembra che le tre principali associazioni di categoria, Faib Confesercenti, Fegica e Figisc Confcommercio, stiano convergendo verso una riduzione dello sciopero da 48 a 24 ore dopo l'incontro con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha rassicurato i gestori rispetto a una significativa riduzione delle sanzioni, la razionalizzazione della cartellonista sugli impianti e la rapida convocazione di un tavolo di filiera, già calendarizzato per la prossima settimana.

Durante il tavolo saranno affrontati gli annosi problemi del settore, a partire dall’illegalità contrattuale e dal taglio dei costi per le transazioni elettroniche.

"Naturalmente permangono tutte le ragioni della nostra mobilitazione, stante la gravità della situazione e la necessità di portare a casa dei risultati concreti, ma abbiamo apprezzato le ultime aperture del ministro Urso, che ci hanno indotto ad anticipare il termine dello sciopero alle 19 di oggi, giovedì 25 gennaio", riferisce Fabio Bertagnini, presidente regionale di Faib Confesercenti e membro della delegazione scesa a Roma per i negoziati, in attesa che anche Fegica e Figisc, nel pomeriggio, confermino a loro volta la riduzione dello sciopero ad una sola giornata.

"La nostra - aggiunge Bertagnini - vuole essere un'apertura di credito tesa a ribadire l'assoluta buona fede della categoria che, pur consapevole dei disagi arrecati alla popolazione dalla serrata degli impianti, non ha tuttavia avuto altra scelta per far valere le proprie ragioni, e rigettare le insinuazioni a nostro carico. Non è certo a noi che va chiesta ulteriore trasparenza, bensì a chi decide i prezzi del carburante, costringendo i singoli gestori ad adeguarsi senza lasciare loro alcun margine di manovra, e risicatissimi margini anche quando si parla di guadagni: circa 3,5 centesimi a litro, vale a dire 38 centesimi lordi ogni 20 euro di benzina erogata. E trattandosi di margini fissi, indipendenti dal prezzo alla pompa, è chiaro ed evidente che sarebbe prima di tutto nostro interesse che il costo dei carburanti scendesse, perché li acquisteremmo ad un prezzo più basso e ne venderemmo di più".

Dopo il presidio davanti al palazzo della Prefettura, presidio che analogamente è stato proposto in diverse città d'Italia, le delegazioni sono state ricevute dal capo di gabinetto Veronica Frassinetti e dal suo vice, Stefano Piccolo.

Ai due rappresentanti del Prefetto, le delegazioni di Faib Confesercenti e Figisc Confcommercio hanno chiesto di sensibilizzare anche le Prefetture di Savona e Imperia affinché vengano concordati con le categorie gli impianti da precettare in caso di sciopero, non avendo alcun senso costringere alcuni gestori a mantenere aperto nel momento in cui, per garantire i servizi essenziali, restano già in funzione le stazioni gestite direttamente dalle compagnie e gli impianti self service.

Isabella Rizzitano

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