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Attualità | 31 marzo 2023, 07:30

Dissalatore, la proposta di Bucci incuriosisce i genovesi: “Si può fare” (Video)

Il progetto però non è esente da difetti: primo su tutti il grande consumo di energia e lo smaltimento degli scarti

Dissalatore, la proposta di Bucci incuriosisce i genovesi: “Si può fare” (Video)

Avanza a grandi passi il secondo anno di fila di siccità nel Nord Italia, con invasi dai livelli pericolosamente bassi, nevai non rimpinguati da un inverno avaro e falde altrettanto trascurate dalle scarse piogge invernali. Il sindaco Marco Bucci, sull'onda delle numerose grandi opere finanziate grazie ai cordoni larghi della borsa del Pnrr, ha recentemente proposto l'idea di un desalinizzatore. 

Il progetto è ancora in fase embrionale, anche se il sindaco ha affermato di voler presentare una bozza di fattibilità al Governo già nei prossimi giorni. Location e preventivi sono vaghi, ma si parla delle aree dell'ex Ilva di Cornigliano e di una spesa, per quanto ingente, inferiore a 400 milioni di euro

Sentite le parole del sindaco, la redazione della Voce di Genova è scesa in piazza a chiedere ai genovesi che ne pensano di questo progetto così diverso rispetto alle opere infrastrutturali recenti.  

“Sarebbe una cosa utile - dice una signora - Sempre se fattibile a livello di costi. Con il problema della siccità rischiano di chiuderci i rubinetti. Serve progettare ma anche concretizzare delle soluzioni”.

“Recentemente ho letto che un’azienda di Genova produce dissalatori per Israele - aggiunge un altro - Potrebbe essere una buona soluzione anche per Genova anche se non conosco bene i costi ma se un’azienda italiana produce questa tecnologia per l’estero è plausibile che venga utilizzata anche qui da noi”. 

“È un’idea valida - aggiunge un genovese - Un modo per ampliare la visione di Genova, vedo tanti progetti nuovi e importanti. Purtroppo da noi c’è sempre il problema degli spazi e quello di Cornigliano è un quartiere congestionato perché immagino sia una struttura importante, dal grande impatto visivo. Questa è la mia unica perplessità”.

Se la prospettiva futuristica di ricavare l'acqua potabile dall'acqua salata per poi usarla per l'irrigazione dei campi padani sembra avere un certo fascino un po' su tutti, bisogna ricordare come il progetto non sia esente da difetti. 

In primis si tratta di impianti che consumano enormi quantità di energia. In secondo luogo il procedimento comporta la produzione di grandi quantità di scarti, in forma di salamoia, ovvero una soluzione acquosa ad elevata concentrazione di sale, che verrebbe riversata in mare con conseguenze ambientali potenzialmente gravi.

Infine, il sistema sarebbe un vero e proprio “tapullo”, un espediente per compensare temporaneamente la scarsità di acqua senza modificare cattive abitudini, consumi eccessivi, utilizzo non razionale delle risorse, rete idrica in cattive condizioni. Per non parlare del riscaldamento climatico: nessun impianto di desalinizzazione farà tornare certi nevai sulle Alpi o ingrosserà il Po in secca.  

“Ne so poco - aggiunge un altro intervistato - Ma un mio amico ha lavorato per parecchi anni nella manutenzione delle condotte degli oleodotti e mi ha detto che l’idea, in linea di principio, è buona ma ci sono dei grossi problemi tecnici. La linea di conduzione non avrebbe pompe a sufficienza per portare l’acqua in pianura padana”. 

Fatte presenti queste piccole e meno piccole criticità tutti gli intervistati si dicono d'accordo sulla necessità di sviluppare una maggiore attenzione nell'uso delle risorse e ottimizzare le strutture e i consumi attuali. Il desalinizzatore è una soluzione solo all'interno di un impegno più grande.

Federico De Salvo e Marco Garibaldi

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