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Attualità | 30 maggio 2023, 15:09

Pillon al Festival della Parola, Gibelli: "Senza contraddittorio si discrimina la comunità LGBTQIA+"

Anche Liguria Possibile ha espresso forte preoccupazione per la presenza dell'ex senatore, la stessa sottolineata da decine i commenti al post di chiarimento condiviso dal profilo ufficiale del Festival della Parola

Pillon al Festival della Parola, Gibelli: "Senza contraddittorio si discrimina la comunità LGBTQIA+"

Non si placa la polemica relativa alla presenza dell’ex senatore Simone Pillon al festival della Parola di Chiavari, invitato a intervenire domenica 4 giugno in un confronto con Ivan Cattaneo a proposito delle tematiche Lgbtquia+.

Tra le prime reazioni, quella di Liguria Pride che ieri ha risposto via social all’annuncio della presenza di Pillon.

Dopo Eugenia Roccella al Salone del Libro di Torino - si legge sulla pagina del coordinamento - assistiamo con sconcerto a un altro esponente delle posizioni omofobe del governo inviato a un festival culturale: Simone Pillon, alfiere dell’odio e della propaganda omolesbobitransfobica (già condannato a risarcire 30 000 euro ad associazioni attiviste per avere chiamato Omphalos ‘adescatori di minorenni’) è stato invitato domenica 4 giugno al Festival della Parola di Chiavari, con il patrocinio di Comune e Regione. Un confronto sul tema LGBTQIA+’, così il titolo dell’evento: ma di che confronto si tratta se al tavolo con Simone Pillon non sono state invitate le associazioni LGBTQIA+ sul territorio a fare da contraddittorio ma bensì Ivan Cattaneo, autore di dichiarazioni choc come ‘Rifiutare una donna è peggio che violentarla. Se la violenti almeno lei si sente oggetto di desiderio’[frasi dichiarate dal cantante durante l’edizione 2018 del Grande Fratello Vip n.d.r.]. Di certo Simone Pillon non sarà al Festival di Chiavari per diffondere cultura, ma anzi per veicolare le solite fake news sull’ ‘ideologia gender’, quando l’unica ideologia di cui si parla qui è quella anti-LGBTQIA+, misogina e razzista che il governo porta avanti con sempre meno freni e inibizioni, minacciando e ostacolando diritti e libertà”.

A proposito, Ilaria Gibelli, del direttivo Liguria Pride e avvocata di Rete Lenford, ha spiegato: “Stona un po’ che una persona come Pillon venga invitata al Festival della Parola, interpellato su tematiche LGBTQIA+. E’ di pochi mesi fa la condanna che Pillon a subito per aver discriminato un’associazione di Perugia; le sue parole e le sue azioni, da sempre, sono discriminatorie, omofobe e transfobiche. Continua a seminare la paura del gender senza sapere di cosa parla. Quello che ci fa sentire discriminati è che non è stato invitato o invitata nessuna di noi a parlare con l’ex senatore”.

Ancora: “Non vogliamo censurare le persone, come ci è stato detto, adottando metodi additati come fascisti, vogliamo semplicemente dire che non accettiamo, all’interno del dibattito democratico, venga chiamata a parlare di temi così rilevanti per le nostre vite una persona che poco ne sa e riversa odio facendo una comunicazione del tutto diffamatoria e falsa. Questa paura del gender, per esempio, si fonda sul parlare di gestazione per altri come un reato, come sarà detto e fatto in Parlamento, e si fonda su basi che non hanno studi scientifici né consapevolezza e coscienza delle nostre vite. Prima di parlare dei nostri temi, bisognerebbe ascoltare, parlare direttamente con le persone. Sono le nostre vite e avere persone che ci rappresentano al Governo che lottano contro di noi per far si che le nostre vite siano peggiori lo troviamo indegno, così come indegno che un festival della parola che dovrebbe dare la parola alle persone di chi sa di questi temi, venga messo nelle mani di chi le parole le usa contro di noi”.

Anche Liguria Possibile esprime una forte preoccupazione per la presenza di Pillon all’evento.

È con grande preoccupazione che apprendiamo della presenza di Simone Pillon come relatore in un dibattito riguardante la comunità LGBTQIA+. Pillon è noto per le sue posizioni discriminatorie e ostili nei confronti delle persone LGBTQIA+, oltre ad essere un fermo sostenitore di ideologie antifemministe e contrario al diritto all'aborto. La sua partecipazione a un evento di questo tipo solleva gravi interrogativi sulla volontà di promuovere un ambiente sicuro e inclusivo. 

Oltre alle sue posizioni discriminatorie verso la comunità LGBTQIA+, Simone Pillon ha anche dimostrato un atteggiamento antifemminista e contrario al diritto delle donne di avere il pieno controllo sul proprio corpo e di scegliere liberamente riguardo alla loro salute riproduttiva. Le sue ideologie ostacolano la lotta per l'uguaglianza di genere e il riconoscimento dei diritti delle donne. 

La partecipazione di Pillon a questo evento rischia di invalidare le esperienze e le voci delle persone LGBTQIA+, minando la loro lotta per l'uguaglianza e i diritti umani. Accogliere una figura politica con un bagaglio di posizioni discriminatorie sulla comunità LGBTQIA+, oltre ad essere antifemminista e contrario al diritto all'aborto, trasmette un messaggio negativo e offensivo a coloro che si battono per una società più inclusiva e rispettosa. 

Invitiamo l’organizzazione dell'evento a riconsiderare la scelta di avere Simone Pillon come relatore, chiediamo anche chi parteciperà e agli sponsor dell'evento di riflettere sull'impatto che la presenza di Pillon può avere sulla comunità LGBTQIA+, sulle donne e sul diritto all'autodeterminazione delle donne riguardo alla loro salute riproduttiva. Sosteniamo l'inclusione e i diritti umani per tutte le persone e condanniamo fermamente qualsiasi forma di discriminazione”. 

Intanto, sempre via social, è arrivata la risposta da parte del Festival della Parola.

Il direttore artistico della manifestazione, Massimo Poggini, che presenterà l’incontro, ha dichiarato: “Vorrei specificare che non si tratta né di un comizio né di un monologo, ma di un confronto. Tra l’altro sarà un confronto con un artista come Ivan Cattaneo che da oltre 50 anni subisce sulla propria pelle discriminazioni d’ogni genere. Io, pur essendo distante anni luce dalle idee dell’avvocato Pillon, rivendico il fatto che ognuno abbia il diritto di esprimere in modo democratico e con un contraddittorio le proprie idee, in modo che ognuno possa maturare la sua visione”.

Un post che non ha mancato di suscitare decine di commenti.

Pillon - si legge - È una persona che pensa che appartenere alla comunità LGBTQIA sia equivalente ad essere pedofili ( non ne ha mai fatto mistero ed è pure stato condannato); che contributo può portare al dibattito? E soprattutto, parlando di persone e dei loro diritti, c'è davvero bisogno di dibatterne?”.

Ancora: “Ma è sbagliata l'impostazione. Vi sognereste di invitare a un convegno sulla parità di genere uno che sostiene che le donne devono stare in cucina e badare ai figli, solo per avere par condicio? Non è una questione di opinioni, quando si parla di diritti”.

 

 

 

Isabella Rizzitano

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