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Attualità | 20 novembre 2023, 17:41

Il passato genovese della Venere di Botticelli rivive in una pièce teatrale

L’1, il 2 e il 3 dicembre a Palazzo San Giorgio va in scena lo spettacolo scritto da Silvana Zanovello per il Festival dell’Eccellenza al Femminile

Il passato genovese della Venere di Botticelli rivive in una pièce teatrale

Ispiratrice del canone di Sandro Botticelli che la fece protagonista della sua ‘Venere’, Simonetta Cattaneo Vespucci ancora oggi è circondata da un alone di mistero che la rende una figura iconica ed enigmatica.

Morta appena ventitreenne, Simonetta sembrava essere il perfetto riassunto della bellezza nel Quattrocento, incarnata in una fisicità che ancora oggi si può ammirare nelle numerose tele esposte agli Uffizi, ma della sua vita si conosce poco e la documentazione è scarsa.

A sbrogliare i fili di un complicato intreccio, arriva lo spettacolo scritto da Silvana Zanovello, giornalista e critica teatrale, per la regia di Consuelo Barillari e inserito all’interno del FEF, il Festival dell’Eccellenza Femminile. Si tratta di ‘Sotto il cielo di Venere. L’identità di un mito’, in scena in prima nazionale l’1, 2 e 3 dicembre a Palazzo San Giorgio.

Non una scelta a caso quella del palazzo sede oggi dell’Autorità Portuale: qui infatti Simonetta avrebbe vissuto, accanto al marito, Marco Vespucci, inviato a Genova proprio dai Medici.

Francesca Corso, assessore alle Pari opportunità del Comune di Genova, a proposito spiega: “Simonetta Cattaneo Vespucci in realtà è una figura molto importante per la nostra città. Ancora adesso è aperta la diatriba sui suoi natali, che sono stati nella nostra regione.

Per noi è molto interessante raccontare la sua figura, nota come la Venere di Botticelli, conosciuta per la sua bellezza. Per noi ha una rilevanza per il fatto che attraverso di lei sarà possibile raccontare anche una parte della nostra città”.

A poca distanza dal Palazzo delle compere, dove anche Gaspare Cattaneo, padre di Simonetta e Commissario, lavorava, si trovava la casa della famiglia, anche se il dibattito sulla nascita rimane ancora aperto. Certa però è la data in cui Simonetta venne al mondo, il 28 gennaio 1453. Appena sedicenne, sposa Marco, un coetaneo, che proprio a Genova stava facendo esperienza con la finanza internazionale.

A raccontare meglio come è arrivata l’ispirazione per lo spettacolo è l’autrice del testo Silvana Zanovello: “Tutto è partito dai quadri. L’icona della Venere aveva suscitato un’enormità di polemiche e la sua notorietà è seconda solo alla Gioconda. Nel corso del Novecento è poi tornata alla ribalta diventando un simbolo di bellezza e di eterna giovinezza”.

Zanovello prosegue: “Come Festival dell’Eccellenza al Femminile, la curiosità di questo fascino e delle differenze che corrono tra l’icona del Quattrocento e quella di oggi, abbiamo iniziato a scavare nel personaggio. La protagonista è citata come Simonetta Vespucci ma dobbiamo chiamarla con il suo nome da nubile, Simonetta Cattaneo”.

“Simonetta - prosegue l’autrice - a Genova ha una famiglia importantissima. La madre, Catocchia Spinola, dal primo marito, un Fregoso e già Doge, aveva avuto due figli, un maschio e una femmina. Arriva a Firenze con uno stemma di famiglia che aveva addirittura l’insegna dei Paleologo, imperatori di Costantinopoli.

Da questo è nata l’idea che tra i tanti motivi del suo fascino, ci fosse anche questo ‘altrove’ rispetto a Firenze, che è un altrove che un po’ è esotico per i traffici che Genova ha e un po’ ha dei piccoli bagliori già pre rinascimentali”.

A proposito dello spettacolo, “Simonetta cerca sé stessa attraverso personaggi di donne: la madre, la sorellastra Battistina Fregoso, poi duchessa di Piombino; Lucrezia Tornabuoni, madre di Giuliano e di Lorenzo, artefice della fortuna culturale di casa Medici. È lei che chiama Poliziano; ancora Lucrezia Busi, madre di Filippino Lippi che ci porta al punto di vista delle modelle vere di fronte a questa icona che invece è diventata modella suo malgrado, perché non aveva mai posato per un pittore”.

Lo spettacolo, diviso in due parti, mette in scena un linguaggio ibrido, fatto di video arte e di teatro, in cui le vicende di Simonetta si intrecciano alla storia di Genova e se ne ripercorrono le tracce nei quadri e nei ritratti che raffigurano il suo volto.

L’uomo della prima parte rappresenta il nostro sguardo che si sofferma sul volto e il corpo della Venere in un ossessionante desiderio di possesso. Il tutto mentre si alternano dubbi, molti, e certezze, poche.

La seconda parte ci mostra una giovane donna che appare sulla scena velata, massacrata dalla malattia, e che si concentra sul mistero e sulla condanna della bellezza.

“Il progetto nasce per dare un’identità - spiega Consuelo Barillari, regista dello spettacolo - in questo anno del Festival dell’Eccellenza al Femminile in cui l’identità è il tema principale, a Simonetta Cattaneo Vespucci, la Venere del Botticelli.

La scommessa iniziale è stata vinta. E’ stato fatto un testo, esiste una realtà storica su cui appoggiarci per definire questo personaggio e ora resta da mettere in scena lo spettacolo. Ci sono due attori straordinari: Viola Graziosi, una delle giovani attrici della generazione delle quarantenni più importante, più dinamica in questo momento; e Graziano Piazza, uno degli attori più importanti del momento e tra i più premiati”.

La professoressa Giovanna Rotondi Terminiello, già Sovrintendente ai Beni Artistici a Genova, conclude: “La scelta di Palazzo San Giorgio è stata anche determinata dal fatto che la riscoperta di questa bellissima ragazza genovese arriva nel momento storico in cui anche Palazzo San Giorgio viene restaurato e coincide con il recupero dell’importanza medievale di Genova; il mito di Simonetta nasce praticamente con D’Annunzio, con Carducci, con lo Storicismo e con l’intellettualismo dell’inizio del Novecento. Il mito è un mito moderno, non è un mito antico, però sicuramente nasce in quel momento. Anche Palazzo San Giorgio è stato recuperato in quel momento e questa mi pare una bella convergenza storica”.

 

Testo e fonti storiche  di Silvana Zanovello. Ideazione e regia di Consuelo Barilari. Interpreti Viola Graziosi e Graziano Piazza. Regia filmati: Consuelo Barilari e Paola Settimini. Consulenza storico biografica di Giovanna Strano. 

 

 

Spettacolo/Debutto Nazionale  

Palazzo San Giorgio 1° dicembre ore 21.00;   2 dicembre  ore 21:00, 

3 dicembre ore 15:00. 

 

SOTTO IL CIELO DI VENERE. L’identità di un Mito 

di Silvana Zanovello 

produzione 

Schegge di Mediterraneo / Festival dell’Eccellenza Femminile 

Progetto e regia Consuelo Barilari 

interpreti Viola Graziosi 

in video Graziano Piazza 

costume Giorgio Armani   

Produzione filmato Marta Bifano  

musica originale Goblin 

progetto sonoro Hubert Westkemper 

Isabella Rizzitano

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