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Attualità | 28 novembre 2023, 10:00

Dalla bicicletta al teatro: la storia dell’amatissimo Costante Girardengo

La pièce, scritta da Marco Rinaldi e Lazzaro Calcagno, che cura anche la regia, andrà in scena il 2 dicembre al Teatro Sipario Strappato di Arenzano. Il protagonista è Davide Mancini, attore dello Stabile, già noto al grande pubblico per le fiction

Dalla bicicletta al teatro: la storia dell’amatissimo Costante Girardengo

Un giornalista e Costante Girardengo, in un incontro al Museo della Bicicletta

Questo binomio, da solo, basta a lasciarsi catturare dallo spettacolo ‘Costante, la nuvola’, pièce teatrale che celebra il primo campionissimo della storia del ciclismo a centotrent’anni dalla nascita.

Prodotto dal Teatro Il Sipario Strappato, lo spettacolo, nato dalla penna di Marco Rinaldi e Lazzaro Calcagno, ha ottenuto il patrocinio della Federazione Ciclistica Italiana Italiana e andrà in scena ad Arenzano il prossimo 2 dicembre.

Protagonista sul palco è Davide Mancini, attore classe 1987, che si ritrova a dare vita a tutti i protagonisti dello spettacolo che, come lo stesso attore racconta, “è nato tanti anni fa”.

“Lazzaro - prosegue Mancini - oltre a essere uno dei due autori, è anche regista. Mi ha chiamato e insieme abbiamo fatto una lettura, da lì è partito tutto. All’inizio, non nascondo, ero un po’ scettico perché raccontare il ciclismo, lo sport, è sempre difficile, ma la sensibilità e l’estro di Lazzaro hanno saputo vedere oltre individuando alcune delle mie sfumature e ‘regalandole’ al personaggio di Costante”.

Il protagonista aggiunge: “Sul palco sono da solo, ma in realtà divento quattro personaggi differenti. Tutto inizia con l’arrivo di questo giornalista cui l’editore ha affidato un articolo su ciclismo e doping. Un campo per lui nuovo e sconosciuto vista la laurea in Scienze Politiche e l’attività legata proprio al mondo della politica. Sfiduciato, arriva al Museo della Bicicletta dove inizia a cercare informazioni e si imbatte in Costante Girardengo”.

Un incontro che segna la svolta nel modo di pensare del giornalista che scopre così la passione per i pedali e si ritrova a raccontare la storia di un campione diventato un mito per gli italiani.

“Davanti al giornalista si materializzano un giovane Girardengo e un campione già in là con gli anni, che raccontano il loro percorso, la loro vita, le imprese e questo fa nascere nell’inviato un pensiero che lo porta ad assimilare ciclismo e vita, capendo che il doping non c’entra”.

L’approccio con la storia di Girardengo ha affascinato Mancini: “Mi sono documentato per interpretare al meglio il personaggio ma continuavo a domandarmi come mai non si parlasse mai del Bandito [Sante Pollastri n.d.r.], come accade nella famosa canzone ‘Il bandito e il campione’ di De Gregori. Mi sono chiesto come mai, nonostante tutti parlassero di questa amicizia, nel testo dello spettacolo non fosse mai menzionata. In realtà hanno avuto ragione Lazzaro e Marco perché i due si conoscevano, più p meno, ma non sono mai stati amici”.

A proposito, Mancini ricorda ancora il momento in cui si è trovato davanti la nipote del ciclista: “Durante una replica a Savona, a mia insaputa, è venuta la nipote di Girardengo. Finito lo spettacolo, è salita sul palco per ringraziarmi e parlare al pubblico. In quel momento ci ha detto che nella fiction trasmessa in tv non c’era nulla di vero a proposito dell’amicizia tra i due e ci ha ringraziato perché nel monologo non ci sono riferimenti a riguardo e ci ha detto di aver rivisto l’anima del nonno. Questo è un complimento che ogni volta mi fa emozionare”.

Quella di Davide Mancini è una carriera lunga nel mondo della recitazione. Che si tratti di teatro, cinema o fiction, Mancini è capace di portare i suoi personaggi sotto una luce diversa.

“Il desiderio di recitare arriva alle superiori. Era un momento per me complicato, da poco era mancata mia nonna che per me era punto di riferimento così gli insegnanti, notando una mia sensibilità particolare, mi hanno consigliato di seguire un corso teatrale pomeridiano per superare il momento. Devo essere onesto, i miei insegnanti sono stati molto bravi ed è grazie a loro se oggi faccio l’attore. Lo voglio ribadire perché il ruolo dell’insegnante è molto importante, soprattutto quando ci si interfaccia con ragazzi prossimi all’età adulta in cui si approssima la scelta del proprio futuro”.

“Poi ho conosciuto Simona Garbarino - racconta ancora - è stata lei a prepararmi al provino per entrare alla Scuola dello Stabile. È un’attrice meravigliosa e le sono molto legato. La selezione è stata durissima: tra più di ottocento candidati, sono stati ammessi dodici studenti e c’ero anche io. Così ho iniziato il mio percorso e non ho più potuto fare a meno di fare questo mestiere in cui sono migliorato come persona e miglioro costantemente interpretando diversi personaggi. Mi pongo continuamente domande e cerco di essere sincero con chi mi viene a vedere perché penso che, ascoltando una storia raccontata con onestà, si possa tornare a casa portandosi via spunti per migliorare il proprio quotidiano”.

Tra i personaggi interpretati a colpire particolarmente l’attore ci sono due storie: “Costante è stata una bella scoperta e più lo interpreto, più lo scopro. Sarei felice ci fossero tanti spettatori per raccontare a sempre più persone la storia del primo campionissimo. Tra i personaggi che mi hanno dato tanto c’è Mario Moretti, per la regia di Marco Bellocchio in ‘Esterno Notte’. Tutti conosciamo Mario Moretti per quello che ha fatto con le Brigate Rosse, ma si va oltre il giudizio, oltre l’aspetto politico e Marco è un maestro vero, che mi ha accompagnato in questo percorso difficilissimo. Mi sono sorpreso della capacità che abbiamo avuto di donargli un’umanità dove, apparentemente, quell’umanità non si vede”.

Isabella Rizzitano

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