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Attualità | 04 aprile 2024, 08:30

Microcriminalità nel Levante, da Quinto l'attenzione si sposta su Nervi. Diversi gli episodi denunciati nelle ultime settimane

Il Municipio: "Occorre lavorare non solo sul controllo del territorio ma anche sulla creazione di spazi e di aggregazione per i ragazzi"

Microcriminalità nel Levante, da Quinto l'attenzione si sposta su Nervi. Diversi gli episodi denunciati nelle ultime settimane

Vernazzola, Priaruggia, i giardini di Quinto prima, Nervi ora. È la mappa degli spostamenti sul territorio a levante di Genova di fenomeni legati alla microcriminalità giovanile. Danneggiamenti piccoli o meno piccoli a esercizi commerciali, veicoli posteggiati, episodi di cronaca tra cui risse, caos stradale nelle ore notturne, abuso di alcol, che negli anni scorsi erano sfociati anche in violenza e aggressioni o micro-spaccio.

C'è chi le chiama baby gang, chi punta l'attenzione sulla necessità di capire il fenomeno, chi chiede più controlli sul territorio. Fatto sta che il problema sul quale l'amministrazione comunale e le forze dell'ordine si sono concentrate lo scorso anno, in particolare durante l'estate nella zona dei giardini di Quinto, sembra oggi migrare verso levante.

Nelle ultime settimane sono stati diversi gli episodi che hanno fatto alzare l'attenzione su Nervi, ultimo avamposto cittadino. Primo tra tutti il danneggiamento di un'edicola ma anche un caso su cui sono intervenuti direttamente gli agenti della polizia locale, con una serie di moto posteggiate in via Oberdan prese di mira senza apparente motivo e scaraventate in mezzo alla strada con conseguenti danni ai mezzi e pericolo per l'incolumità di chi si trovava a percorrere il tratto.

All'ombra del fenomeno gruppi di ragazzi, spesso minorenni, richiamati da tante zone della città: numeri alti a volte tra i cento e i centocinquanta giovanissimi difficili da tenere sotto controllo tutti insieme, riuniti in strada nelle serate del week end ma non solo, con qualche bicchiere di troppo in corpo nonostante le ordinanze anti alcol sul territorio, che rendono per numeri e per rischio il fenomeno potenzialmente esplosivo.

Le ricette messe in campo per contenere la situazione, alla luce anche delle richieste di maggiore sicurezza da parte del territorio, nelle stagioni precedenti hanno visto in particolare la necessità di aumentare il presidio delle forze dell'ordine.

Ma ora, anche in vista dell'estate alle porte, si tenta di prevenire il verificarsi di episodi già visti, puntando sull'aggregazione, sul tentativo di coinvolgere i più giovani e creare spazi di vivibilità.

Ci crede il municipio che è al lavoro per un calendario di eventi che 'illuminino' le serate del levante, garantendo anche un presidio e un'occasione per 'riempire' e non lasciare 'vuoti' i quartieri, alla mercé del microcrimine.

"Il punto di partenza è che nessuno ha nulla contro i ragazzi, tutti lo siamo stati e tutti abbiamo avuto voglia di divertirci - spiega Federico Bogliolo, Presidente del Municipio IX Levante di Genova - contrastiamo invece questi episodi. Un gruppo di 150 ragazzi che lancia moto posteggiate in mezzo alla strada è un episodio brutto, pericoloso e senza senso, come accaduto alcuni venerdì sera fa. Cose che non fanno bene al quartiere né alla convivenza".

"Stiamo cercando di pianificare una serie di eventi con associazioni guidate dai ragazzi stessi - sottolinea - realtà associative con cui collaboriamo che operano anche in altre zone della città, nel centro storico ad esempio, e che organizzino eventi per divertirsi, ballare, sentire musica, far vivere queste parti della città, perché non diventino terra di nessuno. Tutto questo però nel rispetto delle regole, in maniera sensata. E se lo si fa non c'è spazio per questo genere di episodi".

In cantiere la creazione di una serie di alternative, per animare la zona e superare il tema della sola repressione, offrendo spazi di aggregazione che funzionino da deterrente. "Noi dobbiamo essere bravi a fare due cose - ricorda il presidente del Municipio - non solo il presidio delle forze dell'ordine ma anche per far vivere queste zone. Lo scorso anno abbiamo avuto l'aiuto del comune per il controllo in sinergia della polizia locale, con carabinieri e polizia di stato, che ringraziamo e che hanno garantito il passaggio costante in alcune zone dove si erano verificate le principali problematiche. Funziona da deterrente ma è un lavoro complesso, perché il fenomeno si sposta, non resta fermo".

"Si tratta di episodi che avvengono ovunque - conclude Bogliolo - che riducono la vivibilità di un quartiere. Abbiamo pianificato una serie di aree dove garantire un presidio maggiore ma stiamo lavorando molto anche sul fronte dell'aggregazione. A Vernazzola ad esempio stiamo collaborando con i comitati di zona, a Sturla anche coinvolgendo le associazioni sportive per eventi aperti dedicati a tutte le fasce d'età, con l'obiettivo di creare possibilità di svago che non lascino vuoto il territorio ma far vivere il quartiere". 

Valentina Carosini

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