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Cultura | 08 aprile 2024, 12:15

Dopo un lungo restauro "L'ultima cena" di Orazio De Ferrari torna al suo antico splendore

Il dipinto, custodito all'interno della Basilica di San Siro, sarà ammirabile dal pubblico grazie alla riapertura della Sacrestia Monumentale

Dopo un lungo restauro "L'ultima cena" di Orazio De Ferrari torna al suo antico splendore

Sono stati completati i lavori di restauro de "L'ultima cena" di Orazio De Ferrari, il prezioso dipinto custodito all’interno della Basilica di San Siro di Genova, nell’omonima via, nel cuore del centro storico. Con l’occasione, si aprono anche le visite per il pubblico nella Sacrestia Monumentale della Basilica, che contiene tesori di inestimabile bellezza. L'inaugurazione avverrà mercoledì 10 aprile alle ore 17,30, alla presenza dell’Arcivescovo Mons. Marco Tasca. Il percorso di visita sarà liberamente accessibile il sabato pomeriggio, dalle ore 16 alle ore 18, mentre per i gruppi, su prenotazione, anche durante la settimana. 

Prima cattedrale di Genova già dal IV secolo con il nome di Basilica dei Dodici Apostoli, la chiesa assunse il titolo di San Siro a memoria del grande Vescovo genovese che vi ha operato. 

Passato il titolo di Cattedrale alla chiesa di San Lorenzo, la chiesa ed il suo complesso furono affidati ai Benedettini nel corso del XII secolo; ma è in seguito all’insediamento dei Teatini alla fine del XVI secolo che San Siro fu completamente ricostruita con un maestoso assetto, architettonicamente consono ai tempi, di cui la Sacrestia ne era parte integrante. 

La Sacrestia monumentale si presenta come un amplissimo volume, superiormente coperto da una volta a botte a sesto ribassato, alternato dalle lunette delle finestrature presenti al livello maggiore. La pavimentazione è costituita da una scacchiera posata in diagonale formata da quadretti alternati in marmo bianco ed ardesia, le pareti sono completamente rifasciate con pregevoli armadiature lignee. Il lavabo in marmo, collocato dentro una nicchia, ha la vasca a forma di conchiglia sopra la quale sporgono graziosamente tre angioletti, ciascuno dei quali ha fra le mani un boccale che a mezzo di rubinetto somministra l’acqua. L’austera e solenne impostazione originaria della Sacrestia è stata nei secoli successivi arricchita dalle opere pittoriche, provenienti da vicini luoghi di culto dismessi e collocate sulle alte pareti: tra queste, certamente quella di maggior rilievo è rappresentata dalla grande tela di Orazio De Ferrari (1600 ca.) rappresentate “L’ultima cena”, oggetto del recentissimo restauro. 

Gli interventi di questi ultimi anni

L’eccezionalità, artistica e storica, della Basilica di San Siro vi ha fatto convergere da più parti negli ultimi decenni impegno e risorse economiche. In particolare, la Sacrestia monumentale è stata oggetto di diversi interventi. Il primo risale al 2018, quando si è intervenuto sul terrazzo soprastante la Sacrestia: ottenuto alla fine degli anni Trenta spianando l’originario tetto a doppia falda, era stato voluto dal parroco di allora per offrire uno spazio di gioco ai bambini del Centro Storico; le infiltrazioni hanno costretto al rifacimento completo della copertura, con il doppio contributo della Soprintendenza ai BB.AA della Liguria (60%) e della Diocesi di Genova con i fondi dell’8x1000 (40%), per un importo complessivo di 80.900 euro. 

Nel biennio 2020-2021 si è così potuto procedere ai lavori di restauro interni, con il risanamento di pareti e soffitti, il restauro conservativo delle parti lapidee presenti (pavimento e lavabo), e l’intervento sulle finestrature in vista anche di una riduzione

dell’umidità. L’operazione è stata possibile grazie all’intervento della Fondazione Compagnia di San Paolo che, confermando la generosa attenzione dei decenni precedenti, ha coperto la quasi totalità dell’importo dei lavori di 205.000 euro. I lavori sono stati eseguiti, come quelli del terrazzo, dalla ditta CreArte, con la direzione dell’architetto Paolo Cardo. 

Sistemato l’ambiente, è stato quindi possibile intervenire sulle opere contenute, sia paramenti che opere pittoriche. Il Laboratorio di Restauro della Regione Liguria è intervenuto sulla “Salita al Calvario” di Bernardo Castello (ora sistemata nella zona delle

campane); il Laboratorio Oberto è intervenuto, contribuendone alle spese, sulla tela di autore anonimo dedicata al fondatore dei Teatini, San Gaetano da Thiene: rivelatasi uno stendardo, è ora sistemata nell’antisacrestia. 

Ma sicuramente l’opera principale e più impegnativa, per condizioni e dimensioni, tra quelle contenute è la grande tela “l’Ultima Cena” di Orazio De Ferrari. L’operazione si è potuta concretizzare, con il laboratorio di Nino Silvestri, grazie alla collaborazione tra la Fondazione Compagnia di San Paolo e la giovane fondazione genovese Friends of Genoa, che praticamente in parti uguali hanno coperto l’intera cifra di 71.000 euro. La complessa operazione ha previsto anche lo smontaggio dal telaio e il trasporto della tela in laboratorio per la prima fase del restauro. Friends of Genoa ha provveduto anche ad uno specifico impianto di illuminazione, che accompagnerà la tela anche quando verrà ricollocata sulla parete.  

Il percorso di visita 

La Basilica di San Siro, per la sua posizione e per la sua bellezza è meta di continui passaggi da parte di turisti e genovesi: i lavori di restauro di cui abbiamo scritto permettono ora di ampliare il percorso di visita per raggiungere spazi suggestivi e molto interessanti.

Il percorso parte dalla cima della navata di destra, e inizia nella zona del campanile, in un passaggio attraverso i muri medievali di quell’edificio che nel 1904 fu parzialmente demolito temendone il crollo. La presenza delle grandi campane, posate a terra, è un richiamo evidente a questa ferita ancora aperta.

Il focus successivo è nella zona del coro, tra gli stalli dove i Teatini si raccoglievano per il canto dell’Ufficio Divino; al centro una antica cattedra, appartenente ancora alla chiesa benedettina. 

Siamo sul retro dell’altar maggiore, uno dei capolavori della Basilica, opera di Pierre Puget, e all’interno dell’altare si può notare la cassetta con le reliquie del Santo, condivise con la Cattedrale di San Lorenzo. Si passa quindi all’antisacrestia, che ospita una prima parte di quadreria, e una acquasantiera intarsiata di pietre dure, oggetto di prossimo restauro. Infine, l’ingresso nella Sacrestia Monumentale, dove campeggia la restaurata Ultima Cena, che la nuova illuminazione rende fruibile in tutta la sua bellezza. Uno spazio immenso, luminoso nelle ore diurne e suggestivamente illuminato quando non entra la luce del giorno dalle ampie finestre. Utilizzato per le sue funzioni di appoggio alle celebrazioni, ma pronto ad ospitare conferenze e concerti, e in prospettiva anche ad esporre, a rotazione, i preziosi paramenti della Basilica. 

 

Redazione

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