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Attualità | 09 dicembre 2024, 08:37

Aule fredde, restrizioni e sicurezza a rischio, gli studenti dell'IIS Bergese scioperano: "Situazione insostenibile, chiediamo ascolto"

La mobilitazione per ottenere un incontro con la dirigenza e le istituzioni per un ascolto concreto: “Problematiche che da anni non trovano soluzione e che mettono a serio rischio la nostra salute, la nostra sicurezza e il nostro diritto a un'istruzione dignitosa”

Foto: Astro - Google

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Gli studenti dell'IIS Bergese di Genova hanno deciso di intraprendere uno sciopero a partire da questa mattina, lunedì 9 dicembre, con l’obiettivo è attirare l'attenzione del preside e delle autorità competenti su una serie di problematiche che da anni affliggono il loro istituto. La decisione di protestare nasce da una situazione che, secondo gli studenti, è diventata ormai insostenibile. 

Nel loro comunicato stampa, i ragazzi dichiarano che lo sciopero: "durerà qualche ora, il tempo necessario per farci sentire dal Preside, che ci auguriamo ci riceverà e ascolterà le nostre richieste". Gli studenti sottolineano come il loro obiettivo sia quello di portare alla luce i disagi quotidiani vissuti nelle aule e nei corridoi. Le problematiche sono molteplici e riguardano questioni legate alla sicurezza, alla salute e alla qualità dell'istruzione.

Tra le principali difficoltà segnalate spiccano le condizioni termiche delle aule, “frequentemente sotto la soglia di temperatura minima, creando un ambiente insostenibile per lo studio e il benessere degli studenti”.

Altro punto critico riguarda le restrizioni imposte: “Un piano in particolare dell'edificio è stato immotivatamente punito e agli studenti è vietato uscire dalle proprie aule durante l'intera giornata, per un totale di sette ore consecutive nella stessa stanza senza modo di muoversi. In particolare, la ragione è il comportamento di pochi ragazzi che fumano nei bagni e che puntualmente non vengono puniti direttamente. L'intero piano è stato privato del diritto agli unici 20 minuti utili a muoversi. I ragazzi sono costretti a rimanere in aula per l'intera giornata, con l'unica possibilità di uscire a turno per andare in bagno, limitando ulteriormente la loro libertà”. Gli studenti maggiorenni, inoltre, si sentono privati della loro autonomia: "Anche se si prendono piena responsabilità delle loro azioni e dichiarano di voler uscire prima per qualsiasi ragione, sono costretti a restare a scuola contro la loro volontà fino alla fine delle lezioni".

Il disagio non si limita solo all'organizzazione interna, ma colpisce anche la sezione alberghiera dell'istituto, dove "i materiali e gli alimenti destinati alla sezione alberghiera capita varie volte che arrivino in ritardo, a volte scadenti o inutilizzabili, compromettendo la qualità della formazione pratica".

Ma la questione più grave riguarda i problemi strutturali dell’edificio: "Le condizioni dell’edificio sono sempre più precarie. Le porte tagliafuoco sono inutilizzabili o non a norma, i muri e l’intonaco rischiano di crollare e ogni tanto effettivamente cadono, mettendo in pericolo la sicurezza di tutti. Aule e bagni sono privi di porte, creando una condizione di estremo disagio e insicurezza. Per fortuna questo problema sta venendo risolto dagli attuali lavori; ma riteniamo impensabile che a causa di questi lavori i disagi stiano addirittura aumentando e che anche i più semplici non vengono mai risolti nonostante sia possibile farlo”.

"Non possiamo più accettare che la nostra voce venga trascurata in questo modo". Pur comprendendo che i problemi strutturali non possono essere risolti immediatamente, chiedono che almeno le problematiche più semplici vengano affrontate senza ritardi. “In questo contesto, la nostra richiesta non è quella di una soluzione immediata e miracolosa, ma di essere ascoltati. La situazione che stiamo vivendo è insostenibile e non più tollerabile”. 

Gli studenti concludono con determinazione: "Siamo determinati a proseguire la nostra lotta finché non verranno presi provvedimenti concreti per garantire un ambiente sicuro, sano e adeguato alla nostra formazione".

C.O.

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