A fine settembre era solo un’ipotesi, ora è tutto vero. La scelta di Andrea Orlando apre le porte del Parlamento ad Alberto Pandolfo, primo dei non eletti tra le fila del Partito Democratico nella circoscrizione ligure alle elezioni politiche del settembre 2022.
Con l’inizio del nuovo anno entrerà alla Camera e, sebbene i due ruoli non siano incompatibili, nel suo destino c’è anche l’addio al consiglio comunale di Genova dove ricopre il ruolo di consigliere e vice presidente. Intanto in ‘panchina’ si scalda Gianni Crivello, primo dei non eletti alle scorse amministrative.
“Una situazione particolare” la definisce Pandolfo ai nostri microfoni. E aggiunge: “Non ne avevamo coscienza fino alla settimana scorsa, vediamo anche che cosa dice il gruppo. Non è una valutazione solo mia, ma da condividere con il partito. A Genova siamo in una situazione particolare, ci sono le elezioni in arrivo”.
Sul piano personale come sta vivendo queste ore?
“Mi trovo davanti a una grande responsabilità per la comunità che va da Luni a Ventimiglia e che mi ha eletto. Andrea Orlando ha fatto un gesto di straordinaria generosità decidendo di rimanere in Liguria per impostare un progetto politico importante che ha alcune scadenze e la prima si concretizzerà con le elezioni in primavera. Oggi al teatro di Stradanuova sarà un momento politico fondamentale per la ripartenza di una campagna che nel merito non si è mai fermata perché il Pd e tutta la coalizione hanno contrastato alcune politiche che non vanno incontro alle esigenze dei cittadini, a partire dalla Sanità, checché ne dica Bucci. O come l’aumento demografico a Genova che ha potuto raccontare perché ha cancellato l’annuario statistico. Era il cuore pulsante di quello che devono fare una città e un’amministrazione”
Ha già pensato alla sua agenda romana?
“Insieme al gruppo parlamentare dovrò scegliere quale commissione mi sarà affidata e la materia della quale mi occuperò. Ho l’onore di raccogliere l’eredità di Orlando e vorrei contribuire in commissione Attività Produttive, tenere al centro il tema del lavoro che è il focus per lo sviluppo e la tutela del lavoro e dei lavoratori. Lo diciamo all’indomani di una tragica morte nel porto di Genova che è uno dei motori di sviluppo della Liguria. Inoltre, un tema che mi ha accompagnato in Comune è quello della sicurezza idrogeologica. Sulle alluvioni non è ancora tutto risolto”
Qual è la maggiore soddisfazione che ricorderà della sua esperienza in consiglio comunale?
“Penso di aver portato uno stimolo, e vorrò portarlo anche nel nuovo incarico, anche per la mia funzione professionale di ingegnere edile, sul fatto che le trasformazioni urbane non possono più essere governate dal business e dal commercio. Penso di aver portato una sensibilizzazione al dibattito”
…e quale è il suo rammarico nel lasciare l’incarico a Palazzo Tursi?
“Temo di non riuscire a vedere realizzato lo scolmatore del Bisagno. Vorrei vedere arrivare la ‘talpa’ prima di andare via dal Comune di Genova. Anche se dovessi vedere arrivare, questo non significa che il progetto vada avanti. C’è stato un netto ritardo”
Tornando alle amministrative di Genova, come farete ad evitare gli stessi errori delle regionali?
“Serve allargare ulteriormente. Ampliare non significa farlo solamente con i partiti, ma anche al mondo civico che evidentemente non siamo riusciti ad aggregare alle regionali. Ma non dimentichiamo che, nonostante tutto, è stato fatto un lavoro straordinario su Genova”














