Continua con questo lunedì, e andrà avanti per tutti i lunedì successivi, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato alle Botteghe Storiche e ai Locali di Tradizione della nostra città. Siamo partiti con il punto di vista dell’assessora comunale al Commercio, Paola Bordilli, e del segretario generale della Camera di Commercio di Genova, Maurizio Caviglia. Vogliamo raccontare, di volta in volta, quelle che sono le perle del nostro tessuto commerciale, e che ci fanno davvero sentire orgogliosi di appartenere a questa città. Buon viaggio insieme a noi!
Nei locali della Bottega del Caffè trovare un momento di quiete è quasi impensabile. Il via vai è continuo e l’unico modo che si ha per arrestarlo è quello di abbassare la serranda.
Ma finché la luce del locale di via V dicembre resta accesa, decine di persone danno vita a un continuo chiacchiericcio a cui si accompagna il rumore di tazzine, il tutto mentre a far il solletico alle narici è il profumo del caffè.
La storia di quest’attività inizia oltre cento anni fa.
Torrefazione prima, tempio dell’espresso poi, dal 1920 questo luogo è stato tra i primi a portare sul territorio l’arte della torrefazione.
Da oltre vent’anni alla guida di questo bar si trova Angela Sciortino, affiancata da altri due soci.
Sono loro a mantenere vivo quell’antico legame che la città della Lanterna ha con l’arte della torrefazione.
“Abbiamo rilevato l’attività ventiquattro anni fa - racconta Sciortino mentre si occupa della clientela, salutando ognuno con un caloroso sorriso - era già conosciuta, d’altronde stava qui da inizio secolo”.
La storia delle torrefazioni in città risale a inizio secolo e la Bottega è stata tra le primissime ad aprire in città, spinta dalla fiorente attività d’importazione della bevanda che proprio a Genova aveva il suo snodo cruciale.
L’evoluzione e la necessità di essere al passo coi tempi per garantire un prodotto sempre di qualità, ha portato a una prima grande ristrutturazione nel ’48, a cui ne è seguita una seconda nel 2016.
La fortuna di questa bottega ha fatto si che sopravvivesse alla grande modificazione di Piccapietra arrivata al termine della Seconda Guerra Mondiale.
“Quello che cerchiamo di fare qui - racconta ancora Sciortino - è curare la qualità del prodotto, come si è sempre fatto. Il merito del riconoscimento che ogni giorno ci viene dai clienti è anche del personale. Sono tutte persone bravissime e molto preparate”.
Qui tutto, dalla tazzina alla tostatura, viene pensato per far assaporare appieno l’aroma dei grani: “Le tazzine sono spesse per garantire la giusta temperatura della bevanda e in ciascuna c’è un quantitativo di caffè ben preciso”, spiega la titolare.
Oggi Genova continua a essere il centro dell’importazione del caffè e il 60% del prodotto (fonte Il sole 24 ore) continua a transitare sotto la Lanterna.
Così, sotto alla grande fotografia in bianco e nero che ricorda l’apertura del Dopoguerra, il caffè 'moderno' che in parte oggi si può vedere, oggi continua quella frenesia che precede la magia di quel primo sorso di caffè.
Una sorta di ‘pozione magica’ capace di raddrizzare le giornate storte, un sortilegio che qui si ripete da oltre cento anni.