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Attualità | 21 gennaio 2025, 08:00

La Genova che canta: Sizohamba Gospel Choir, un cammino musicale di fede e passione

Il nome, in lingua zulu, significa ‘Camminiamo con Dio’, e rappresenta l’essenza di questa avventura: “Il gospel ti travolge, ti prende e ti porta a muoverti”

Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i martedì successivi, “La Genova che canta”, un servizio seriale de “La Voce di Genova” dedicato ai cori genovesi che, dalle piazze ai teatri, rappresentano da sempre un punto di riferimento per la comunità. Ogni martedì andremo alla scoperta di una tradizione musicale che ci lega alle nostre radici e ci racconta chi siamo. Come sempre, buona lettura!

Il Sizohamba Gospel Choir ha un nome che racchiude una promessa e un viaggio: "Sizohamba" è infatti un inno cristiano in lingua zulu che si traduce con "camminiamo con Dio, cammineremo con Dio". È un nome carico di significato, scelto con cura quando, più di dieci anni fa, Mariacristina Ruggieri, presidente del coro, e gli altri coristi muovevano i primi passi in questa avventura musicale. "Ricordo che eravamo solo un gruppetto di sette persone quando la nostra direttrice, Rosalba Miccoli, ci insegnò uno dei primi brani. Voleva dimostrarci che per cantare in un coro non serve avere il testo davanti o leggere la partitura: il coro nasce dall’ascolto. Se ascolti chi ti è accanto, capisci che le basi del canto corale sono l’ascolto reciproco e sintonia". Con queste parole, Mariacristina racconta l'origine del gruppo, un piccolo nucleo che, giorno dopo giorno, si è trasformato in una realtà musicale apprezzata e consolidata.

Il nome "Sizohamba" può sembrare difficile da pronunciare, e infatti, come ci racconta Mariacristina con un sorriso, negli anni si sono verificati episodi curiosi legati proprio a questo: "In dieci anni ce lo hanno pronunciato nelle maniere più impensabili, a volte anche imbarazzanti. Alcuni ci hanno persino suggerito di cambiarlo per renderlo più 'vendibile', ma noi siamo sempre stati contenti della nostra scelta, perché il nostro nome ci rappresenta". E c’è un altro simbolo che accompagna il gruppo: il logo del coro, un paio di piedini stilizzati, omaggio al cammino spirituale che il loro nome invoca, un viaggio che, nella musica gospel, è insieme terreno e divino.

Oggi il Sizohamba Gospel Choir è cresciuto e conta ben trentotto coristi effettivi e una decina di allievi in formazione. Ogni voce trova il suo posto all'interno delle tradizionali sezioni maschili e femminili: bassi, baritoni, tenori, contralti e soprani. Ma per motivi pratici, spiega Mariacristina, le audizioni sono momentaneamente aperte solo a nuove voci maschili, con particolare attenzione per bassi e baritoni: "Ci siamo resi conto che fisicamente non ci stiamo più, quindi abbiamo sospeso gli ingressi di massa, ma siamo sempre alla ricerca di nuove proposte per la sezione maschile e per voci soliste". La sede delle loro prove è altrettanto significativa per la storia del coro: la Chiesa Luterana di Nervi, un luogo che Mariacristina definisce un "piccolo gioiellino architettonico". È qui che da nove anni il coro si riunisce, avvolto dalla bellezza discreta e accogliente di un edificio che, nel tempo, è diventato una seconda casa per i coristi. "La comunità luterana è stata davvero molto accogliente e generosa con noi, siamo profondamente grati", dice Mariacristina, sottolineando il legame speciale che si è creato con questo luogo e con chi lo abita.

Ma cos'è che tiene insieme questo gruppo così eterogeneo di persone, diverse per età e provenienza? La risposta arriva con naturalezza: la musica gospel. "L’età dei coristi varia tra i 40 e i 60 anni, ma non ci sono vincoli particolari", racconta Mariacristina. "Il gospel è un genere universale, che arriva a tutti. Quello che ci tiene uniti sono i testi che cantiamo, pieni di immagini forti e di speranza. Le canzoni ci fanno superare i momenti difficili della vita, e il gospel nasce proprio così, dalle vite profondamente infelici degli schiavi africani in America". È una musica che tocca l'anima, che racconta storie di dolore e redenzione, di sofferenza e speranza. Una musica che, nonostante le sue origini lontane, riesce a parlare anche a chi oggi vive a migliaia di chilometri di distanza, in un contesto completamente diverso. La magia del gospel, forse, è proprio questa: riuscire a rendere universali emozioni che appartengono all’essenza dell’essere umano.

Mariacristina ci racconta come la musica del gospel sia una sorta di dialogo costante tra solisti e coro, una chiamata e risposta che coinvolge anche chi ascolta: "È impossibile rimanere fermi. Capita spesso che il pubblico si alzi e inizi a cantare e battere le mani con noi". Il coinvolgimento è spontaneo, naturale, come se ogni concerto fosse un invito a partecipare a qualcosa di più grande. Il repertorio del coro, vasto e variegato, riflette questa energia. "La nostra direttrice artistica, Rosalba Miccoli, è una professionista che ci ha permesso di fare il salto di qualità", spiega Mariacristina. "La scelta dei brani è sua, anche se a volte i coristi propongono nuovi pezzi o arrangiamenti che abbiamo imparato durante workshop". Miccoli cura anche gli arrangiamenti, molti dei quali originali. "In dieci anni abbiamo accumulato molto materiale, e questo ci permette di avere un repertorio sempre ricco e vario". 

Il coro non si limita a esibirsi nei teatri, ma partecipa regolarmente a concerti di beneficenza, con una particolare attenzione per le cause che più li toccano da vicino. Il prossimo concerto sarà il 24 marzo a Palazzo Tursi, in favore dell’associazione "Il cuore di Federico", un evento che i coristi attendono con grande emozione. E sono molti i momenti che Mariacristina ricorda con particolare affetto: "Forse uno dei più emozionanti è stato cantare in Piazza Matteotti per la Notte di San Giovanni, con migliaia di persone davanti a noi. Ma anche quando facciamo concerti nella nostra chiesetta a Nervi, dove ci sentiamo davvero a casa, riusciamo a dare il meglio di noi". In questi momenti, il legame tra il coro e il pubblico si rafforza, diventando qualcosa di più di una semplice esibizione. "Per noi il pubblico fa metà del lavoro", ammette Mariacristina con un sorriso. "Il gospel ti travolge, ti prende e ti porta a muoverti. E quando il pubblico si alza e canta con noi, è la cosa più bella che possa succedere".

Uno dei più recenti successi del coro è stata la partecipazione all’inaugurazione del Calendario Fagioli nel Salone del Maggior Consiglio di Genova, un evento che ha confermato la loro capacità di coinvolgere il pubblico, a prescindere dal contesto. "Anche lì il pubblico era molto coinvolto, donne bellissime con abiti meravigliosi che battevano le mani e ballavano insieme a noi. È il gospel che lo fa, è impossibile resistere", racconta ancora entusiasta.

Il Sizohamba Gospel Choir è molto più di un semplice gruppo musicale. È una famiglia, un luogo dove la passione per la musica si fonde con il desiderio di condividere emozioni autentiche. Mariacristina, che oggi ricopre il ruolo di presidente dell’associazione, ci offre un ultimo spunto di riflessione: "Noi non percepiamo un compenso per quello che facciamo, eppure abbiamo fatto dieci concerti solo a dicembre, nonostante tutti abbiano famiglie, lavori e impegni. Lo facciamo perché ci piace. Quando vedi il ritorno dal pubblico, ti ripaga di tutto". In queste parole c'è tutto l'amore e la dedizione che anima ogni componente del Sizohamba Gospel Choir, un gruppo che, passo dopo passo, continua il suo cammino portando con sé musica, speranza e gioia.

Chiara Orsetti

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