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Cultura | 08 febbraio 2025, 08:00

La musica che ci gira intorno - Simon Dietzsche, l’anima rock della band genovese insieme da quarantacinque anni

Nati nel 1980, hanno attraversato cambiamenti e difficoltà, sperimentando con la new wave in un contesto musicale italiano non sempre pronto. “Siamo sempre stati un po' a metà tra il mainstream e l'alternativo, il nostro entusiasmo non è mai cambiato”

‘La musica che ci gira intorno’ è il format de ‘La Voce di Genova’dedicato alla scoperta e alla valorizzazione della scena musicale ligure, con un focus su artisti locali, eventi, nuovi talenti e le tradizioni sonore della nostra regione. Ogni settimana la musica sarà protagonista, in ogni sua forma e da ogni punto di vista. Qui troverai interviste agli artisti, le nuove uscite discografiche, gli appuntamenti per vedere concerti ed esibizioni live e spazio a chi, con la musica, ci lavora: dai produttori ai fonici, dai musicisti ai gestori di locali, teatri e spazi dove è possibile far sentire la propria voce. 

La storia della band genovese Simon Dietzche somiglia a quella delle più belle storie d’amore: da quarantacinque anni insieme, con una lunga pausa, un lutto e tanti cambiamenti a costellare le vite di ognuno. A raccontare questo percorso è  Ferdinando Barcellona, voce e frontman del gruppo fin dagli esordi, quando la musica era sinonimo di resistenza, libertà e anche di una certa dose di incoscienza: “Ci siamo conosciuti quasi per caso, a una festa di Capodanno tra il 1979 e il 1980, a casa di amici. Io scrivevo testi e poesie, alcuni di noi suonavano già insieme, e da lì è nato tutto".

Il gruppo oggi è formato, oltre a Barcellona, anche da Paolo Galleano alla batteria e cori, Max Martinez al basso, Michele Pedemonte alle tastiere e da Andrea Rigo alla chitarra; inoltre, il gruppo vede la collaborazione di Davide Giancotti alla chitarra che è anche componente degli Altera.

Nessun dettaglio della storia viene tralasciato nella narrazione di Ferdinando: gli esordi a Genova, città che ha sempre avuto un ruolo ambivalente, sia come culla di talenti che come sfondo di una scena musicale difficile da far emergere. "Fare musica in Italia non era semplice. Negli anni Settanta c’erano state contestazioni ai concerti di grandi artisti internazionali, e per quattro anni non si esibì più nessuno dall’estero. Ci accontentavamo di vedere concerti italiani, come quelli di De Gregori, ma non era proprio il nostro genere”. Con questo scenario, i Simon Dietzsche fanno il loro debutto il 28 dicembre 1980, in un concerto benefico per i terremotati dell’Irpinia: "Eravamo giovanissimi, diciottenni pieni di voglia di fare, e suonammo con un’energia incredibile".

Ferdi racconta anche del momento storico della band, quando la musica in Italia non sembrava pronta per il loro sound, influenzato dalla new wave, un genere che trovava più fortuna all'estero o in città come Firenze. "Cantavamo in italiano, e questo, unito al nostro stile, ci rendeva un po' fuori dal tempo. Qui a Genova le risorse scarseggiavano". Nonostante le difficoltà,  tra cui la morte di Raul, il bassista storico, nel 1986 arriva il loro primo vinile, ma l’esperienza non fu del tutto positiva. "Abbiamo registrato quattro pezzi in uno studio a Bolzaneto, ma il produttore dell’epoca puntava al pop, e così il disco è rimasto lettera morta”. Un altro ostacolo che avrebbe potuto segnare la fine del sogno, ma per i Simon Dietzsche fu solo l'inizio di una nuova fase. Negli anni Novanta, infatti, la band trova una seconda vita. "Nel 1993 abbiamo pubblicato ‘Se non ora quando’, che oggi si può trovare su Spotify. Stampammo duemila copie che andarono via in un attimo, ma il panorama musicale era cambiato. La new wave stava lasciando spazio al grunge". Eppure, il gruppo non si ferma. Continua a suonare, tra alti e bassi, fino a un lungo silenzio.

Nel 2015, il grande ritorno: "Abbiamo suonato a un festival ai Giardini di Plastica, un luogo simbolo per noi. È stato come riaccendere una fiamma che non si era mai davvero spenta". Nel 2017 pubblicano l’album Contatto, seguito da Balleremo Ancora nel 2020 e da La distanza della vita, uscito nel 2023. “Il nostro problema è che siamo sempre stati un po' a metà tra il mainstream e l'alternativo - spiega ancora il cantante -.  Non siamo stati né troppo commerciali per la scena mainstream, né troppo alternativi per la scena indipendente. In una vecchia recensione ci hanno addirittura paragonato ai Duran Duran, come se questo fosse un lato negativo” scherza ancora. 

E oggi, dopo 45 anni, i Simon Dietzsche sono ancora qui, con la stessa passione e intensità degli esordi. "Abbiamo iniziato come ragazzi pieni di sogni, e questo entusiasmo non è mai cambiato”. Una storia di amicizia, resistenza e amore per la musica che continua a battere forte, senza cedere ai tempi che cambiano.

Prossimamente è prevista l’uscita del video del brano ‘Da quando ho te’, girato nei boschi di Bargagli, dove sono protagonisti la natura e i sentimenti. 

Chiara Orsetti e Isabella Rizzitano

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