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Attualità | 14 aprile 2025, 12:53

Chiesa del Padre Santo gremita per il funerale dell'avvocato Giuliano Pennisi

Scomparso all'età di settantotto anni, è stato esponente di alto profilo del Partito socialista italiano e noto amministratore pubblico. Tra i presenti il giudice della Corte Costituzionale Giorgio Cassinelli, l’ex senatrice e ministro Roberta Pinotti e l’ex senatore Mario Tullo

La politica di ieri e di oggi si è stretta intorno ai famigliari di Giuliano Pennisi, avvocato civilista, esponente di alto profilo del Partito socialista italiano, amministratore pubblico molto noto a Genova, scomparso giovedì scorso all’età di 78 anni: la Chiesa del Padre Santo, in via Bertani, era gremita per l’ultimo saluto ad uno dei protagonisti della vita pubblica genovese. La cerimonia è stata officiata da padre Walter De Andreis, guardiano dei cappuccini del convento: il frate superiore ha accolto il feretro sul sagrato e, al termine della cerimonia, lo ha accompagnato all’uscita, fino all’autofunebre. Nel mezzo, sull’acciottolato, compagni di partito hanno rivolto un saluto laico al defunto, sventolando la bandiera rossa e bianca del Psi mentre gli operatori funebri dell’A.Se.F. (di cui Giuliano Pennisi fu presidente), con il feretro in spalla, si mantenevano fermi e sull’attenti. 

Tra i moltissimi convenuti, volti noti come il giudice della Corte Costituzionale Giorgio Cassinelli, l’ex senatrice e ministro Roberta Pinotti, l’ex senatore Mario Tullo, gli ex assessori comunali Arcangelo Merella e Gianfranco Tiezzi, ma anche esponenti del Pd di oggi come Simone D’angelo e Alessandro Terrile. Poi, molti avvocati titolari degli studi più noti e in vista del capoluogo e amministratori ai vertici di società pubbliche e private del tessuto produttivo genovese. 

“San Francesco, pochi mesi prima di morire, ha scritto il Cantico delle Creature – ha detto dal pulpito padre Walter De Andreis – Il penultimo versetto recita così: Laudato sii oh mio Signore per sora morte nostra Morte corporale, dalla quale nessun uomo vivente può scampare. Noi viventi, dobbiamo riflettere, che un giorno saremo al posto del nostro Giuliano. Siamo di passaggio, siamo pellegrini. La nostra casa non è qui, la nostra casa è il Cielo”. Parole di conforto per i famigliari, seduti in prima fila nell’affollata chiesa del convento francescano del centro città. 

Al termine della cerimonia funebre e dopo il saluto laico dei compagni del partito socialista, gli operatori di A.Se.F. hanno trasferito il feretro al cimitero di Staglieno, per la cremazione. 

Redazione

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