È il profumo inebriante di baci di dama e meringhe appena sfornate ad accogliere gli ospiti del laboratorio "I Pasticci della Tartaruga", inaugurato con emozione dalla cooperativa sociale La Compagnia della Tartaruga. Il locale si trova in via Caffaro, al numero 12B, ed è molto più di un semplice luogo dove si preparano dolci: qui l'artigianalità si mescola con sapienza a un profondo valore sociale, creando opportunità concrete di formazione e inserimento lavorativo per giovani con disabilità cognitiva.
“I ragazzi, nelle ultime settimane, ci hanno dato dentro. Sono molto emozionati, molto contenti… e devo dire: lo sono anch’io", racconta con orgoglio Enrico Pedemonte, presidente della cooperativa La Compagnia della Tartaruga.
L'idea, nata circa un anno fa, ha finalmente preso forma, evolvendosi da una fase iniziale e sperimentale con l'arrivo, a settembre, di una "persona meravigliosa”, il pasticcere Michele Pietragalla, che ha dato il via a un percorso formativo serio e appassionante per tre giovani talenti: Alice (30 anni), Amina (24 anni) e Massimiliano (39 anni). A tutti piace preparare dolci, a qualcuno anche mangiarli: “I brutti ma buoni sono i miei preferiti” confessa Alice, mentre Massimiliano racconta di aver già lavorato in cucina in passato e di essere sicuro di aver preparato prodotti “pronti alla vendita, anche se i miei preferiti sono senza zucchero, perché ho il diabete”. In questi giorni di preparativi ha anche portato dei disegni in laboratorio per ricordare il suo papà scomparso. Amina è la più giovane, ma non ha dubbi: “Sono nata pronta!” esclama sorridendo. Sono colleghi, sì, ma anche amici, e condividono una passione grande sotto la guida di Pietragalla, chef con trent'anni di esperienza nella ristorazione, che non nasconde il suo entusiasmo per questo nuovo capitolo professionale. “Il progetto mi ha interessato subito, prima di tutto per la possibilità di lavorare insieme. Avevo già avuto esperienze simili in passato e mi è sempre piaciuto stimolare e accompagnare i ragazzi". Un aspetto che lo ha particolarmente attratto è stata la sfida della pasticceria senza glutine, un campo in cui si è dedicato con passione e studio per portare i dolci gluten free a un livello paragonabile a quelli tradizionali.
Il laboratorio si concentra principalmente sulla pasticceria secca: “Abbiamo iniziato concentrandoci soprattutto sulla biscotteria: frolle, crostate… impasti più malleabili, più facili da gestire. Loro potevano lavorarci meglio e più a lungo. Così è partita la nostra linea di biscotti e crostate, e pian piano i ragazzi sono cresciuti”. Non mancano, infatti, le torte su ordinazione, dalle crostate di frutta, gestite in autonomia dai ragazzi, al pan di Spagna, lavorato in collaborazione con Michele. E anche gli errori si trasformano in preziose lezioni e opportunità di innovazione: "Anche gli errori diventano un’occasione per reinventare: da lì nascono dolci nuovi, irripetibili".
L'atmosfera nel laboratorio è palpabile, e la dedizione dei ragazzi è contagiosa: "La cosa bella è vederli arrivare ogni mattina con il sorriso". Nonostante le sfide quotidiane, l'entusiasmo non manca: "Loro sono carichi e hanno voglia di imparare, sempre di più". E la soddisfazione più grande per Michele è sentirli chiedere, prima ancora di finire la giornata: "Domani cosa facciamo?".
La filosofia de "I Pasticci della Tartaruga" va oltre la semplice produzione dolciaria. Come sottolinea Enrico Pedemonte, l'obiettivo è creare "dolci buoni per tutti", non solo per celiaci. "Perché se io ho un amico celiaco, perché dovrei dargli qualcosa di diverso, magari meno buono? Non possiamo mangiare tutti la stessa cosa e goderne insieme? L’inclusione passa anche dalla tavola". Il laboratorio è infatti certificato dal network Alimentazione Fuori Casa di AIC (Associazione Italiana Celiachia), garantendo prodotti privi di contaminazione.
Presente all’inaugurazione anche Enrico Costa, assessore al Sociale del Comune di Genova, ha espresso con calore il suo sostegno al progetto: "Una realtà come questa rappresenta un momento dolcissimo, un'espressione autentica di solidarietà e rispetto. È la dimostrazione concreta di cosa significhi dare a tutti la possibilità di esprimere i propri talenti, le proprie capacità, di vedere in ognuno un progetto di vita e accompagnarlo nel realizzarlo". Ha inoltre aggiunto: "Questi ragazzi, con la loro passione e il loro impegno, ci fanno un dono prezioso: sono pasticceri di straordinaria sensibilità e abilità".
I dolci de "I Pasticci della Tartaruga" sono realizzati con cura artigianale e ingredienti di alta qualità, privilegiando materie prime "pregiate" e ricette naturalmente povere di farina. L'offerta spazia dalla pasticceria secca alle crostate, muffin, torte lievitate e speciali torte farcite, con una specialità: la TortaTarta al cioccolato con cuore morbido.
Il laboratorio punta principalmente sulle ordinazioni, per garantire la freschezza dei prodotti ed evitare sprechi. È possibile ordinare via telefono, sito web o mail, con ritiro dal lunedì al venerdì su appuntamento. Il sabato mattina, il laboratorio in via Caffaro 12b sarà aperto al pubblico dalle 9:30 alle 12:30, offrendo una selezione di prodotti a lunga conservazione e la possibilità di scoprire da vicino questa bellissima realtà. I dolci vengono già utilizzati nel B&B La Sosta della Tartaruga, gestito dalla stessa cooperativa, e si guarda con interesse a future collaborazioni per una distribuzione più ampia.
Nonostante l'entusiasmo, Enrico Pedemonte mantiene un approccio realista sul percorso intrapreso: "Il laboratorio è ancora tutto da vedere. Non posso dire oggi che ce l’abbiamo fatta. Posso solo dire che ci siamo, ci crediamo e stiamo lavorando con determinazione". Ma l'energia e la passione che animano "I Pasticci della Tartaruga" lasciano presagire un futuro dolce e ricco di soddisfazioni.
“In questo momento i tre ragazzi sono in un percorso di formazione, come avevamo già fatto per il bed and breakfast. L’obiettivo è assumere stabilmente un pasticcere e un aiuto pasticcere. Una volta selezionati e assunti, ci sarà una fase di assestamento, in cui lavoreranno solo loro due, per stabilizzare la produzione. Poi, una volta che il laboratorio sarà a pieno regime, ripartiremo con altri percorsi formativi. Vogliamo far ruotare qui tante persone, far imparare un mestiere e dare loro la possibilità di spenderlo altrove”.