Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i martedì successivi, ‘I mestieri moderni’, un ciclo di servizi de ‘La Voce di Genova’ che vuole fornire uno spaccato del mondo del lavoro contemporaneo, anche un po’ in contrapposizione con l’altro nostro ciclo del mercoledì, ‘I mestieri di una volta’. Dove andrà il mondo dell’occupazione? Dove sta già andando? Quali sono le professioni più richieste? Quali i mestieri che letteralmente ci si inventa? Tra storie di successo, innovazione e idee vincenti, ci fa piacere raccontare come si trasforma l’occupazione e come si trasforma, di pari passo, anche la società. Buona lettura!
Un filo rosso che unisce mestieri antichi e moderni. Quella dell’investigatore privato è una professione che affonda le proprie radici nei decenni scorsi, con tecniche ‘classiche’ di osservazione e un lavoro ‘da marciapiede’ ancora oggi più che valido, che si mischiano alle tecnologie più moderne in ambito di cybersicurezza e intelligenza artificiale.
Nei giorni scorsi Genova ha accolto nel suo Acquario il 68° Congresso Nazionale di Federpol, la principale federazione italiana che porta in dote circa 1.800 associati. Oltre trecento gli investigatori privati che si sono dati appuntamento nel capoluogo ligure, tra loro anche il vicepresidente nazionale di Federpol, il genovese Valerio Bottino, testimonial di un mestiere che anche a Genova ha una storia e, soprattutto, un futuro.
“Genova è una realtà sempre un po’ chiusa, un po’ ‘da genovesi’, quindi si lavora molto con il passaparola e si trovano delle fette di mercato in cui lavorare - ci ha raccontato Bottino a margine del Congresso - non è facile, basti pensare che a Milano ci sono circa 150 licenze di titolari di istituti di investigazione, mentre a Genova forse arriviamo a 20. Eppure è una città metropolitana”.
Una Genova che si manifesta in tutte le sue classiche peculiarità anche nel mondo dell’investigazione, come spiega Bottino: “L’ho girata molto così come sono stato anche in altre città in Italia e all’estero. Devo dire che Genova ha delle grosse criticità, come i vicoli dove fare attività investigativa è sempre un po’ rischioso. Si rischia di non ottenere il risultato. Noi fondamentalmente osserviamo, si chiamano osservazioni statica e dinamica. Se ti metti davanti a un portone per aspettare una persona, dopo dieci minuti qualcuno viene a chiederti che cosa stai facendo, oppure pensa che sei un poliziotto. Quindi non è facile…”.
Ma quali sono i temi che vanno per la maggiore in città? “Mi sono specializzato molto nel settore assicurativo - risponde Bottino - le investigazioni private per le compagnie di assicurazione e i contrasti alle frodi, quindi i sinistri fasulli, e nel mondo del giuslavorismo. Quindi incarichi per le aziende, che possono spaziare dal dipendente infedele a chi utilizza impropriamente la legge Permesso 104, alla concorrenza sleale, alla tutela del marchio”.
“Ormai il privato è un po’ caduto, dal punto di vista giurisprudenziale sono cambiate tante normative - aggiunge - quindi mi sono dedicato al settore assicurativo. Genova è una piazza delicatissima per cui si lavora molto anche e soprattutto perché ultimamente molte sentenze della Cassazione hanno finalmente sdoganato il concetto che l’attività investigativa è utilizzabile come strumento per le aziende”.
E come si fa per diventare investigatore privato nel 2025?
“Oggi finalmente è tutto normato rispetto a quando ho iniziato io - spiega il vicepresidente Valerio Bottino - adesso il decreto di riferimento è il DM 269 del 2010 e prevede che di base ci sia una laurea e tre anni di pratica, un po’ come succede per gli avvocati, all’Istituto di Investigazioni. Poi un corso di formazione e di avviamento alla professione e, infine, si può richiedere la licenza alla Prefettura. Una volta era discrezionale, quindi il Prefetto poteva dire di no. Ovviamente bisogna essere persone specchiate e senza precedenti”.














