C’era chi auspicava una chiusura totale, chi un ridimensionamento e chi, invece, la difendeva così com’è. Alla fine, ha vinto la soluzione di mezzo.
Regione Liguria ha dato il via oggi al piano per la rivoluzione di Alisa. L’azienda di governance della sanità regionale voluta dall’amministrazione di Giovanni Toti nel 2016 e diventata negli anni sempre più quel ‘carrozzone’ emblema di un sistema sanitario regionale criticato da ogni parte, cambia nome e ora si chiamerà ‘Liguria Salute’.
Il primo colpo di forbice riguarderà i dipendenti che, dagli attuali 109, diventeranno circa una quarantina.
In totale la rivoluzione dell’amministrazione guidata da Marco Bucci porterà a un risparmio di circa sette milioni di euro, fondi che saranno reinvestiti nel sistema sanitario regionale.
“Liguria Salute sarà un’azienda operativa con funzioni di back-office - ha spiegato durante il punto stampa dopo-giunta Paolo Bordon, direttore generale del Dipartimento Sanità e Servizi Sociali - non si occuperà di sanità in maniera diretta, ma aiuterà il sistema ad essere efficiente. Sarà un organismo snello, le altre persone che oggi lavorano in Alisa saranno ricollocate all’interno delle aziende e alla direzione generale Salute per funzioni di governance regionale e presidiare i livelli essenziali di assistenza”.
“Nella legge è previsto che la nuova azienda entrerà in vigore il 1° settembre - ha aggiunto Bordon - il mandato che il presidente e l’assessore hanno dato a me è chiaro: rendere snella l’organizzazione e restituire fondi alla sanità. Così restituiamo oltre 7 milioni di euro che verranno utilizzati per prestazioni. Puntiamo molto sulla logistica, un’attività che non impatta sui cittadini ma su cui oggi abbiamo dei margini di recupero in termini di denaro. Dobbiamo essere più performanti nell’acquisizione dei beni e dei servizi. Scrivere capitolati di gare che ci consentano di essere competitivi per l’acquisto di farmaci, dispositivi medici e tecnologie”.
Attualmente Alisa costa alla Regione 12 milioni di euro all’anno: 7 milioni per il personale dipendente, circa 800 mila euro per la direzione strategica, quasi 4 milioni per i costi di funzionamento.
Liguria Salute costerà poco meno di 5 milioni di euro: 2,3 per il personale, la direzione strategica vedrà un’unica figura, e i costi di funzionamento passeranno da 4 a 2 milioni di euro. “Restituiamo al sistema la differenza tra 12 e 5 milioni di euro” ha concluso Bordon.
La governance sarà composta da un direttore generale, scelto dall’amministrazione regionale dall’elenco degli idonei, e dal collegio sindacale. Le altre figure non ci saranno più.
Il presidente Marco Bucci ha spiegato che si dovrà mantenere la denominazione di ‘azienda’ “perché la chiusura prevede un commissariamento obbligatorio con altro lavoro e altre spese”.
“Cambia il nome e tutto quello che deve fare, le funzioni sono importanti, fondamentali per l’efficienza - ha aggiunto Bucci - aziende simili sono presenti in tante altre Regioni. Il risparmio sono risorse che vanno nella struttura territoriale, ad Asl e ospedali. Non mandiamo a casa nessuno, molte delle risorse vanno nel rafforzamento delle strutture territoriali”.
La giunta riunita questo pomeriggio negli uffici di piazza De Ferrari ha elaborato il disegno di legge che poi, da prassi, dovrà passare al vaglio del consiglio regionale. E lì si consumerà la battaglia politica. Perché l’azzeramento di Alisa era argomento forte del centrosinistra ai tempi della campagna per le regionali, ma incontrava i favori anche di Fratelli d’Italia. Mentre gli altri partiti di centrodestra criticavano a denti stretti senza mai auspicare una vera serrata. In consiglio ora verranno fuori i proverbiali nodi al pettine.
“La riorganizzazione sarà nel personale, a oggi in Alisa lavorano 109 persone e scenderanno a una quarantina - ha concluso l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Nicolò - le altre saranno ricollocate con modalità che verranno declinate nella legge, ma le funzioni saranno completamente riviste”.