Da oltre due anni un gruppo di residenti nel quartiere della Foce si rimbocca le maniche per prendersi cura del proprio territorio. Aiuole curate, piazze ripulite, piantine donate, mozziconi raccolti uno a uno sono solo alcune delle attività che vengono portate avanti da ‘Puliamo la Foce’, che offre a chi partecipa un’esperienza di volontariato semplice ma concreta. La loro motivazione principale è cercare, anche con piccoli gesti, di migliorare il luogo in cui vivono, coltivando un forte senso di comunità. A far parte del progetto, ideato da Tiziana Camilla, sono, al momento, tutte donne, ma non per scelta: “Ci sarebbe piaciuto coinvolgere anche figure maschili, ma non si è presentato nessuno”, racconta Paola Drago, una delle volontarie. “Anzi, speravamo in una partecipazione più ampia da parte degli abitanti del quartiere, ma così non è stato”. Il motivo? “Il volontariato non è per tutti. Serve dedizione, serve amore per il posto in cui vivi. Forse molti non hanno voglia, o tempo, o entrambe le cose. Il nostro obiettivo è chiaro: dobbiamo abbellire, non imbruttire. E smettere di pensare che sia sempre compito di qualcun altro fare qualcosa”. A mancare, inoltre, sono i ragazzi e le ragazze più giovani: “Speravamo che anche qualche studente, magari universitario, potesse venire a dare una mano nel tempo libero. Tuttavia, questo non è mai accaduto. Abbiamo invece visto tanti giovani durante un evento in collaborazione con Plastic Free, che riguardava la pulizia della spiaggia della Foce”.
Nonostante questo, il gruppo ha continuato a lavorare, seguendo le linee guida dell’agronomo del Municipio Medio Levante e stipulando con lo stesso un patto di collaborazione. Le volontarie si occupano di due aree principali: un gruppo di aiuole davanti alla scuola primaria e secondaria Barrili in piazza Palermo, e un secondo in via Casaregis, all’altezza degli incroci con via Ruspoli e via Cecchi. “Le piantumiamo, le curiamo, le annaffiamo. Puliamo anche alcune piazze a rotazione, perché sono luoghi di aggregazione e confronto”. L'impegno del gruppo va però oltre la semplice pulizia: è un impegno civico ed educativo e il contatto con gli altri abitanti è parte integrante del progetto. “Quando puliamo, spesso parliamo con i residenti. Riceviamo molti apprezzamenti, ma anche critiche. Alcuni ci accusano dicendo: 'Con tutto quello che paghiamo di Tari, ancora vi mettete a pulire?'”. E non mancano i dispetti. “Più volte ci hanno rubato le piante, sradicandole dalla terra. In altri casi abbiamo trovato deiezioni canine all’interno delle aiuole”. E ancora: “Il cartello con il nostro logo e quello del Municipio è stato distrutto: uno rubato, l’altro rotto. Abbiamo cercato di ripiantarlo, ma non è più la stessa cosa. Queste cose ci rattristano, ma non ci fermiamo”.
Il rifiuto più comune che viene abbandonato per strada? “Il mozzicone di sigaretta. È quello che raccogliamo più spesso. Molti lo buttano dentro i tombini pensando di essere più civili, ma così finiscono direttamente in mare, danneggiando l’ecosistema”. A seguire, tra i rifiuti più frequenti ci sono fazzoletti, scontrini, cartacce.
I segnali positivi da parte dei residenti non mancano: “Abbiamo una pagina Facebook e Instagram, e molti ci seguono. Qualcuno ci ha lasciato delle piantine in dono, altri ce le hanno comprate. Anche una fioraia della zona, in via Morin, ci conosce e ogni tanto ci regala qualche pianta. Sono piccoli gesti che ci fanno andare avanti col sorriso”.
Il bello passa anche dalla cultura: proprio le volontarie di ‘Puliamo la Foce’ hanno deciso di installare una piccola postazione adibita a Book Crossing in via Casaregis, dove le persone possono prendere e lasciare a disposizione degli altri utenti i propri libri. “È una piccola scatola, ma ci piaceva l’idea di lasciare questo servizio ai nostri vicini, che è stato accolto con entusiasmo”.
Tra i temi più caldi, c’è quello delle deiezioni canine: “Alla Foce manca un’area cani. Lo dico da persona che non ne possiede, ma che si rende conto di quanto sia necessaria. Però non giustifica chi porta il cane a fare i bisogni nelle aiuole curate da noi. Abbiamo avuto anche discussioni con alcuni padroni”. E aggiunge: “C’è anche la moda del sacchettino lasciato ovunque: appoggiato a un muretto, gettato vicino a un bidone, ma mai raccolto correttamente. È un gesto egoista, oltre che incivile”.
La denuncia si estende anche al tema della raccolta differenziata. “Abbiamo fatto un laboratorio nella scuola Barrili per spiegare ai bambini come dividere i rifiuti. Eppure ancora oggi molte famiglie non la fanno: vedo sacchetti di plastica pieni di carta buttati nel bidone della carta, oppure sacchetti non adatti all’umido nell’organico. Il problema dipende dall’inciviltà di alcuni, e finché sarà così marcata non basteranno i servizi forniti da Amiu o dal Comune”.