L'organizzazione del Festival di Sanremo da ora dovrà passare attraverso una procedura di gara pubblica. Lo ha stabilito definitivamente il Consiglio di Stato, confermando quanto già deciso nel dicembre 2024 dal Tar della Liguria: l'affidamento diretto della kermesse alla Rai da parte del Comune di Sanremo non era legittimo. La sentenza dei giudici romani, che respinge il ricorso presentato dalla Rai, è stata resa nota oggi con la pubblicazione del dispositivo.
All’origine del caso, lo ricordiamo, c’è il ricorso presentato dalla società 'JE', guidata da Sergio Cerruti, presidente dell'associazione dei discografici italiani. Proprio grazie all’azione dei suoi legali, era arrivata la pronuncia del Tar che aveva dichiarato nullo l’affidamento diretto. Ora 'JE' ha un secondo contenzioso aperto: un nuovo ricorso al Tar di Genova, stavolta contro il bando pubblico emanato dal Comune dopo la prima sentenza.
Sanremo, infatti, aveva risposto alla bocciatura organizzando una gara per l'affidamento dell'evento. Ma, secondo Cerruti e i suoi avvocati, le condizioni fissate dal Comune erano troppo stringenti e calibrate su misura della Rai. Non a caso, infatti, nessun altro operatore si è fatto avanti.
Il verdetto del Consiglio di Stato rappresentava un passaggio cruciale anche per questo secondo ricorso. Se la sentenza iniziale fosse stata ribaltata, anche l'obbligo di gara sarebbe venuto meno. Ma così non è stato. Ora la procedura pubblica è confermata come via obbligata e definitiva per l’assegnazione del Festival. Toccherà al Tar ligure, nell’udienza prevista per ottobre, pronunciarsi sulla regolarità dell’operato del Comune in merito al bando.
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