Ci sono attività nel centro storico di Genova che non sono semplicemente dei locali pubblici. Sono presidi, luoghi che legano passato e presente, che lasciano intatta un’essenza che si respira solo nei vicoli ma che, allo stesso tempo, sanno di trasformazione, di cambiamento, di vita.
Uno di questi è J’aime les Crêpes, in stradone Sant’Agostino.
Tantissime le persone che da qui sono passate, rapite dai profumi delle piastre, condotte magistralmente dalle mani di Stefano Caccia, ma ancor prima di suo papà Mauro e di suo fratello Francesco, e che si sono sentite a casa, coccolate, anche solo per il tempo di un pranzo veloce.
Oggi, dopo tre decenni di attività, quel luogo cerca nuove mani. Non per chiudere, ma per continuare. Per restare.
Ad annunciarlo è stato direttamente il Stefano attraverso un post sulla sua pagina Facebook, che in poche ore ha già ricevuto un’ondata di affetto e di messaggi.
“Dopo trent'anni di grandi soddisfazioni, e anche di momenti difficili - racconta -, ho deciso di mettere in vendita l’attività. Vorremmo che chi verrà dopo di noi possa portare avanti lo stesso brand, con gli stessi prodotti e la stessa passione che io e la mia famiglia ci abbiamo sempre messo”.
Aprire J’aime les Crêpes nel 1994, in un centro storico che ancora si portava addosso le cicatrici degli anni più duri, non era una scelta scontata.
Era un tratto di confine tra degrado e vitalità, tra Sarzano che iniziava a rinascere e via San Bernardo che resisteva come poteva. Scegliere di aprire lì non era scontato, e a qualcuno era sembrata una scommessa persa in partenza.
Eppure, quella decisione conteneva già un’intuizione importante: credere nei vicoli. Investirci, restarci, costruirci qualcosa. Non inseguendo tendenze da gentrification, ma mettendo radici. “Siamo grati di averlo fatto”, dicevano già nel 2022. Ed è difficile non credergli: J’aime les Crêpes è diventato parte dell’identità del quartiere.
Nel tempo il locale è cresciuto, si è rinnovato, ma senza mai snaturarsi, mantenendo quella semplicità artigianale sostenuta da ingredienti di alta qualità. Ha tenuto duro nei periodi più duri, pandemia compresa, affrontando anche il mutare del commercio, le ondate di turismo, la trasformazione urbana che ha attraversato e in parte stravolto il centro storico.
L’annuncio della vendita non è un commiato, ma un invito. “Sappiamo che è un locale che richiede impegno, ma anche che può dare grandi soddisfazioni. Servono persone con energia vera, con voglia di fare” racconta ancora Caccia.
Il sogno della famiglia è chiaro: che J’aime les Crêpes continui a vivere. Che chi subentrerà non lo faccia per rivoluzionare, ma per raccogliere un’eredità preziosa, e magari rinnovarla nel rispetto della sua identità. “Il momento è propizio” spiega, riferendosi al rinnovato slancio turistico della città. “Anche per chi vuole investire senza stare direttamente dietro al bancone.”
Un altro desiderio, più personale, è che Emmanuel – storico dipendente – possa rimanere nello staff: “Potrebbe essere un ponte tra passato e futuro, una forma di continuità importante.”
Stradone Sant’Agostino oggi è molto diverso da com’era nel ’94. È attraversato da flussi turistici, animato da iniziative culturali, incastonato tra Sarzano e la rinata zona di via Ravecca. Eppure, rimane un luogo fragile. Come tutta la città vecchia, vive il paradosso di una crescente attrattività turistica e una contemporanea erosione del tessuto di prossimità.
In questo contesto, J’aime les Crêpes ha saputo mantenere un’anima autentica. È diventato parte del paesaggio urbano, riconoscibile ma mai banale. Un locale che non ha inseguito le tendenze, ma ha saputo creare la propria.
A ottobre, la creperia compirà trent’anni. Stefano Caccia vorrebbe che quel mese segnasse anche un passaggio di consegne: “Sarebbe bello concludere questo capitolo proprio lì, dove tutto è cominciato. Non con tristezza, ma con la gioia di vedere qualcosa continuare a camminare”.
Non è una storia di fine, ma di transizione. Una pagina che si chiude perché un’altra possa aprirsi. La speranza è che tra i vicoli di Genova, qualcuno raccolga il testimone. E che il profumo delle crêpes continui ad attraversare stradone Sant’Agostino.