Mentre continua a tenere banco la discussione sul trasporto pubblico in Valbisagno, i Comitati per il Sì allo Skymetro scendono in campo prendendo posizione con un secco no al tram.
In un documento diffuso dal comitato, vengono elencate punto per punto una serie di criticità tecniche, logistiche ed economiche che renderebbero il progetto tranviario non solo inefficace, ma anche controproducente per la mobilità e il tessuto urbano del quartiere.
“Non è un trasporto veloce perché impiegherebbe 30/35 minuti”, viene affermato in apertura.
Il tram, secondo i comitati, non offrirebbe un miglioramento rispetto agli attuali mezzi su gomma, mantenendo tempi di percorrenza troppo lunghi per essere competitivo.
Tra i punti principali della protesta, viene evidenziato il forte impatto sulla viabilità: l’infrastruttura, spiegano, occuperebbe almeno mezza carreggiata con la posa di due binari, costringendo il traffico su una sola corsia o addirittura alla deviazione verso la sponda sinistra del Bisagno. A ciò si aggiungerebbe la perdita di numerosi posteggi, elemento particolarmente sentito in un quartiere già carente di spazi per la sosta.
I comitati sottolineano poi che i binari del tram non possono essere semplicemente appoggiati al manto stradale, ma richiederebbero scavi profondi per realizzare una massicciata, con la conseguente necessità di trasferire tutti i sottoservizi come gas, acqua, fognature, cavi elettrici e dati. Questo spostamento non solo sarebbe logisticamente complesso, ma potrebbe causare interferenze gravi con la corrente di ritorno del tram, che viaggia proprio lungo i binari.
Non solo: la zona ospita numerosi rivi e corsi d’acqua sotterranei che scendono dalle colline verso il torrente Bisagno. “Verrebbero interrotti dagli scavi per la massicciata. Dove si farebbe passare quest’acqua?”, si chiedono sollevando una potenziale criticità idrogeologica.
Altro tema centrale è quello dei costi e dei finanziamenti. Secondo i comitati, i fondi previsti — circa quattrocento milioni di euro — sarebbero vincolati al progetto dello Skymetro, e un cambio di direzione verso il tram implicherebbe la restituzione del finanziamento al Ministero. Inoltre, “tutto ciò richiederebbe una nuova progettazione e la ricerca dei relativi finanziamenti”.
Critiche vengono mosse anche alla necessità di realizzare nuovi depositi esclusivi per il materiale rotabile del tram, dai convogli agli impianti di servizio, aumentando ulteriormente l’impatto economico e territoriale dell’infrastruttura. “Tutto ciò rende evidente perché nessuna amministrazione abbia mai approvato un progetto per il tram”, si legge nella parte conclusiva del documento, che rilancia la propria proposta come unica via percorribile.
A chiudere il documento è un invito deciso a proseguire con lo Skymetro, il progetto di linea sopraelevata automatizzata: “Va avviato il progetto esecutivo per non perdere i quattrocento milioni già stanziati e iniziare la sua costruzione nei tempi più veloci possibili”.