La spiaggia di Boccadasse si è piazzata al ventiduesimo posto nella classifica delle spiagge più belle d’Italia stilata da Holidu, ed è la prima in Liguria a comparire nell’elenco dominato da Sardegna, Sicilia e Calabria. Un riconoscimento che conferma il fascino senza tempo del borgo marinaro genovese a pochi passi del centro della città, ma che riaccende anche il dibattito su come la piccola comunità di residenti affronti la sempre più pressante ondata turistica.
“Ci sono tre tipi di abitanti a Boccadasse – spiega Giancarlo Risso, residente del borgo e cittadino attivo sul territorio municipale –: quelli nati e cresciuti lì, abituati a essere stati per anni in quattro gatti; chi ci è arrivato dopo e chi, come me, abita a trecento metri dal borgo vero e proprio. I più anziani sono i residenti che fanno maggior fatica ad adattarsi: già alle 9 del mattino la spiaggia è piena, e la sera si va avanti fino all’una. È una presenza continua che rende difficile la quotidianità”.
Il problema, spiega Risso, non è tanto il turismo in sé, ma la mancanza di servizi adeguati: “La gente arriva, consuma, ma i contenitori della spazzatura sono insufficienti e mancano i servizi igienici. Nonostante l’impegno di Amiu, si formano vere montagne di rifiuti. Inoltre gli operatori commerciali si espandono sempre di più con tavolini e dehors, riducendo lo spazio pubblico. E non basta mai: spesso le persone si siedono a consumare bevande e pasti sui gradini delle abitazioni, rendendo anche difficile uscire di casa”.
A Boccadasse, però, le attività economiche offrono lavoro a circa duecento persone: “È una bella realtà dal punto di vista occupazionale – sottolinea Risso – ma serve rispetto reciproco tra chi lavora e chi abita. Ci vuole educazione e buon senso da parte dei visitatori, perché vivere lì, uscire di casa e trovarsi persone sedute sui gradini o davanti alla porta, può diventare pesante”.
Tra i disagi più gravi segnalati dai residenti ci sono i problemi di accessibilità e parcheggio. “Il marciapiede che collega alla strada è stretto, malmesso e pericoloso – spiega – soprattutto per chi arriva con carrozzine o a persone con disabilità. È già successo che qualcuno dovesse camminare in mezzo alla carreggiata. Prima di tutto bisognerebbe sistemare quello, poi pensare a spazzatura e bagni pubblici”. Un’altra proposta? “Spalmare il turismo sul territorio. Sabato e domenica si potrebbe salire un po’ nell’entroterra, dove ci sono zone bellissime e poco frequentate”.
Il fascino di Boccadasse è, però, talmente bello da non poter biasimare i genovesi e i turisti che decidono, appena possibile, di trascorrere qualche ora guardando il mare. “Bisogna, come in tutte le cose, trovare un equilibrio - racconta ancora Risso -. Un equilibrio delicato, fra attrattività e vivibilità. Il turismo è importante anche per la sicurezza, e porta vita e allontana certe realtà poco raccomandabili. Ma se non troviamo un modo per convivere, allora Boccadasse rischia di diventare invivibile per chi ci abita tutto l’anno”.
Infine, un invito a guardare Genova nel suo insieme: “Boccadasse è un gioiello, ma ci sono tanti luoghi che meritano di essere frequentati. Bisognerebbe valorizzarli tutti, per non concentrare tutti i flussi in un solo posto”.
Tra turismo e identità, tra sviluppo e rispetto, il futuro di Boccadasse – come quello di tante altre perle italiane – passa dalla capacità di trovare una convivenza sostenibile.














