“Sono costretta a pensare di cambiare casa. Non è più sostenibile vivere così”. Laura Marsano, residente a Sant’Ilario, racconta con amarezza e preoccupazione crescente la situazione che sta vivendo da anni in quello che, un tempo, veniva considerato un angolo di paradiso. Da tempo, però, “la realtà è diventata insostenibile” a causa della presenza di cinghiali. Decine, forse centinaia, che quotidianamente scorrazzano tra giardini, creuze e strade, creando danni e generando paura tra gli abitanti.
“È da un mese che, puntualmente alle nove di sera, arrivano a cercare da mangiare. Noi ce li troviamo in giardino”, racconta. “Avevamo messo delle recinzioni per tempo, ma non basta: sfondano tutto riescono a passare da una proprietà all’altra. Ne abbiamo contati venti. Sono bellissimi da cuccioli, fanno anche tenerezza, ma poi crescono e diventano un problema serio”. Un problema che non riguarda solo l’incolumità personale, ma anche la sicurezza ambientale. “Fanno danni materiali enormi. I muretti a secco crollano, le creuze sono devastate. Il terreno è friabile, smosso, le radici sono state strappate. Alle prime bombe d’acqua, rischiamo smottamenti gravi. Se frana una collina, cosa facciamo?”
La residente non nasconde la propria frustrazione: “Mio marito è stato colpito al ginocchio, fortunatamente solo con una testata, ma l’ematoma è rimasto. I nostri cani sono stati aggrediti, anche quello del vicino ha rischiato grosso. I cinghiali sono animali imprevedibili: un momento li accarezzi, il momento dopo ti caricano. Abbiamo segnalato la situazione, dopo l’aggressione a mio marito abbiamo chiamato i vigili, erano le nove di sera. La risposta è stata: ‘Ma adesso dov’è il cinghiale?’. Cosa gli dovevo dire? Gli ho spiegato che avevamo avuto paura, che c’era stato un contatto fisico, e mi hanno chiesto dove fosse finito l’animale”.
La paura per la sicurezza delle proprie figlie è un altro elemento centrale. “Sono una mamma, ho due figlie. Non posso impedir loro di uscire perché ci sono i cinghiali. Ma è la realtà. L’altra sera mia figlia era fuori a mangiare la pizza con le amiche e io avevo paura ad andare a prenderla”.
“Noi abitiamo in una zona dove non si arriva in macchina, bisogna fare un pezzo a piedi. Al mattino troviamo massi in mezzo alla strada, scalinate impraticabili. Io sono giovane e riesco ancora a passare, ma un anziano rischia di farsi male. E un bambino che comincia a muoversi da solo nel paese cosa trova? Sporco, detriti, pericoli. Non è accettabile” spiega ancora. “Qualche giorno fa ho dovuto portare mia mamma in ospedale, era notte fonda e i soccorritori avevano paura di venire su da noi… C’è un problema serio di sicurezza”.
Marsano tiene a precisare che la sua non è una battaglia ideologica contro gli animali, tutt’altro: “Non sono per l’uccisione dei cinghiali. Mi dispiace anche vedere la Forestale che fa il suo lavoro, ma questi animali non devono vivere in città. Sono selvatici. Proteggerli non significa lasciarli liberi di devastare tutto. Proteggere vuol dire anche tutelare le persone”. Un appello che è anche un grido d’allarme: “Sant’Ilario è conosciuta per tante belle cose, ma per noi residenti oggi è un incubo vivere qui: ci sentiamo abbandonati, non voglio pensare davvero di dovermi trasferire per colpa di una situazione che qualcuno deve tenere a bada”.






















