Passata quasi una settimana dal primo consiglio municipale, svoltosi lo scorso 3 luglio, Maria Neri (M5s) ha già iniziato a muovere i primi passi come neo assessora alle Politiche Sociali, Servizi alla Persona, Educazione, Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, inclusione sociale e fragilità, Servizi per la terza età, Pari Opportunità e Politiche di Genere, cittadinanza attiva e associazioni volontariato del Municipio Medio Ponente.
Assistente sociale dal 1998, con una lunga esperienza alle spalle, dal Sert all’interno del carcere fino all’Ufficio per l’esecuzione penale esterna (Uepe), Neri ha maturato una conoscenza profonda del territorio e delle realtà associative che lo animano.
Nella sua prima settimana da assessora, dopo aver trascorso tre anni in consiglio municipale nei banchi dell'opposizione, Neri si è concentrata su tre temi fondamentali per il suo mandato: la cittadinanza attiva e i patti di collaborazione, le associazioni di volontariato locali e i rapporti con i servizi socio-sanitari. “È presto per dire come andranno le cose, ma ho iniziato a lavorare partendo da questi argomenti perché sono alla base di una buona gestione sociale”, racconta. Sui patti di collaborazione sottolinea come siano strumenti validi ma finora poco valorizzati: “Non basta chiedere ai cittadini di prendersi cura di un bene comune, l’istituzione deve supportarli. Solo così la cittadinanza attiva può davvero funzionare, creando un legame stretto con il territorio e trasformando le persone in vere sentinelle pronte a segnalare ciò che non va”.
Neri percepisce una forte voglia di partecipazione tra i cittadini: “In campagna elettorale si è parlato molto di questo e ora cominciano a emergere gruppi che vogliono impegnarsi. È un segnale positivo, ma senza cura e sostegno, queste realtà rischiano di spegnersi”.
Non meno urgenti sono le difficoltà delle associazioni di volontariato, cuore pulsante del sociale nelle zone di Sestri e Cornigliano. “Sono diverse, ma la pandemia ha lasciato un segno pesante. In più l’età media dei volontari è alta e manca un ricambio generazionale”, spiega Neri. La nuova legge sul Terzo settore, pur necessaria, ha aumentato la complessità burocratica, penalizzando soprattutto le piccole realtà che spesso, poi, valutano la chiusura: “Perdere queste associazioni sarebbe un danno enorme per il tessuto sociale. Bisogna trovare modi concreti per sostenerle e valorizzarle, anche facilitando l’accoglienza di persone che svolgono lavori di pubblica utilità”.
La realtà sociale, poi, è in continua trasformazione e richiede risposte rapide e adeguate. “I bisogni cambiano velocemente – commenta – e bisogna essere veloci e coraggiosi nel cercare soluzioni nuove. Sto già dialogando con i servizi socio-sanitari, che sono in prima linea ma spesso non hanno gli strumenti necessari per intervenire efficacemente. In particolare, penso agli anziani, veri pilastri della nostra comunità, che avrebbero bisogno di un presidio stabile in ogni quartiere, oltre ai centri diurni esistenti. Lavorare in sinergia tra istituzioni, servizi e volontariato può davvero fare la differenza”.
Uno dei problemi più evidenti, conclude Neri, è la mancanza di spazi pubblici dignitosi dove le persone possano ritrovarsi e socializzare: “I giardini e le piazze sono spesso trascurati, non sono luoghi vivi e accoglienti, e questo alimenta un circolo vizioso: il degrado chiama degrado. Serve un rilancio della cura e della fruizione degli spazi pubblici, perché siano punti di aggregazione nei quali i cittadini possano sentirsi orgogliosi di vivere”.
Infine, una riflessione su che cosa manca effettivamente nel Municipio Medio Ponente: “Mancano servizi, socialità e soprattutto spazi adeguati”, risponde Neri. “Non ci sono luoghi dignitosi dove le persone possano incontrarsi e stare insieme. Prendiamo, per esempio, i giardini pubblici: sono posti dove spesso si va, ma da cui si scappa subito. Il problema è la fruizione di quegli spazi, che non sono nemmeno curati come dovrebbero essere. Non sono luoghi aggregativi, anzi, si vivono male. Quello che manca è soprattutto la cura, e tutto è collegato: il degrado genera altro degrado. Per questo, nelle mie deleghe, vedo l’urgenza di creare e mantenere luoghi aggregativi di cui la comunità possa sentirsi fiera e felice di frequentare. Bisogna prendersi cura di questi spazi, rigenerarli e renderli vivi".














