Avrebbero voluto raccontare una storia di salvataggio, come tante che restituiscono speranza, mentre invece l’ENPA di Genova si è trovata, ancora, una volta a denunciare un atto di bracconaggio crudele e ingiustificabile, che è costato la vita a un falco pecchiaiolo.
Il rapace, un migratore a lungo raggio che compie ogni anno un viaggio epico dall’Africa all’Europa per riprodursi, è stato abbattuto da una scarica di pallini durante il volo. Il colpo gli ha causato una frattura scomposta ed esposta a un’ala, e nonostante il tempestivo ricovero al Centro Recupero Animali Selvatici, è morto poco dopo per le gravi ferite riportate.

“Vorremmo scrivere solo post di salvataggi riusciti – si legge nel posto pubblicato sui profili social dell'Enpa – ma la realtà è spesso cruda e ci spezza il cuore. Il più grande pericolo per questi animali resta sempre l’uomo”.
Il fatto si è verificato fuori dalla stagione venatoria: il falco è una specie protetta e l’autore dello sparo ha agito consapevolmente, in un contesto che nulla ha a che vedere con la caccia legale. “Si tratta di un criminale che ha imbracciato un fucile solo per fare del male – sottolinea ancora l’associazione – un vile che ha inferto sofferenza a un animale la cui unica colpa era esistere”.
Ma l’episodio solleva anche timori più ampi: “Con la nuova riforma sulla caccia che il governo sta cercando di far passare – denuncia l’ENPA – i controlli saranno ancora più deboli, e atti del genere rischiano di moltiplicarsi nell’indifferenza generale. È ora di aprire gli occhi e scegliere da che parte stare”.














