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Politica | 22 luglio 2025, 15:25

Certosa, il progetto della riqualificazione di piazza Facchini fermo al palo per mancanza di fondi

L’ambizioso piano per la trasformazione della zona risulta, al momento, fermo al master plan. L’assessore Davide Patrone: “Ottima visione, ma nessuna copertura finanziaria concreta per l’acquisto dell’area”

Certosa, il progetto della riqualificazione di piazza Facchini fermo al palo per mancanza di fondi

È stato uno dei progetti più ambiziosi della zona di Certosa, frutto di un percorso partecipativo iniziato addirittura nel 2003 con associazioni, comitati e cittadini coinvolti direttamente nella ridefinizione del futuro di piazza Facchini. Oggi, però, a vent’anni di distanza, l’area resta ferma ai propositi e ai master plan, come emerso dal dibattito in Consiglio comunale in risposta a un’interrogazione della consigliera Maria Luisa Centofanti.

Il progetto originario prevedeva una trasformazione radicale: asili nido, scuole dell’infanzia e secondarie, un istituto tecnico superiore, uno studentato, un auditorium, un parco pubblico e 65 posti auto - chiarisce la consigliera ripercorrendo le tappe della vicenda -. Con un elemento distintivo: le nuove scuole sarebbero sorte recuperando edifici industriali storici, evitando demolizioni e conservando la memoria del territorio. Negli anni il piano ha assunto contorni sempre più strutturati: il 22 ottobre 2024 è stato sottoscritto un Accordo di Programma Quadro per la nascita di un Distretto Educativo dell’Innovazione, alla presenza del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, dell’allora sindaco Marco Bucci e del presidente dell’Ordine degli Architetti. In quell’occasione si annunciò anche l’avvio entro aprile 2025 di un concorso internazionale per la progettazione del nuovo liceo tecnologico, gestito dal Comune di Genova”.

A dicembre 2024 un’assemblea pubblica di quartiere aveva rilanciato la partecipazione cittadina, mentre a marzo 2025 la Giunta comunale aveva approvato la delibera per dare mandato agli uffici comunale di avviare una trattativa con RFI per l’acquisto dell’area, sulla base della valutazione dell’Agenzia delle Entrate: 7,8 milioni di euro. Il 17 marzo è stato infine presentato un nuovo master plan che, oltre alle funzioni educative, prevede anche un grande parco urbano da 12.600 metri quadrati”. 

Tuttavia, come chiarito oggi in aula dall’assessore al Patrimonio Davide Patrone, quel progetto, pur lodevole, resta privo di copertura finanziaria concreta: “La delibera di indirizzo per l’acquisizione dell’area riconosce un interesse pubblico, ma non è accompagnata da fondi stanziati. Al momento l’area non è stata acquistata e non ci sono risorse comunali disponibili”.

L’assessore ha anche ricostruito il contesto più ampio in cui si inserisce l’intervento: un progetto infrastrutturale integrato, nato nel 2019 e confluito nel PNRR nel 2021, che comprende il potenziamento del nodo ferroviario Voltri-Brignole, il Terzo Valico e l’intervento su Genova Campasso. In questo quadro, nel 2022 Comune e Commissario straordinario hanno promosso un protocollo d’intesa per la riqualificazione dell’intera zona, con risorse nazionali pari a 110 milioni di euro. Ma Piazza Facchini, ha puntualizzato Patrone, inizialmente non rientrava in questo piano e solo successivamente è stata inserita come possibile area di sviluppo.

Abbiamo due strade: o troviamo fondi propri, oppure cerchiamo un accordo con RFI, ma questo implicherebbe attingere ai 199 milioni già destinati ad altri interventi - ha aggiunto l’assessore - È interesse dell’amministrazione portare avanti il progetto, ma serve un’interlocuzione concreta con RFI e con la Soprintendenza per dare valore culturale all’area ed eventualmente intercettare altre risorse”.

La replica della consigliera Centofanti è stata amara: “Mi dispiace constatare che, nonostante gli ottimi intenti e il lungo lavoro svolto da comitati e cittadini, siamo ancora fermi a un master plan. L’area poteva diventare un polo educativo, culturale e di coesione sociale per il quartiere. E mi auguro che qualcuno avvisi la commissione che sta elaborando il progetto del liceo: rischia di progettare un edificio su un terreno che non è nostro”.

Chiara Orsetti


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