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Politica | 01 agosto 2025, 19:33

Ex Ilva, il ministro Urso a Genova il 4 settembre ma i comitati per il no al forno elettrico lanciano una petizione

I cittadini del ponente genovese fanno appello direttamente alla sindaca Salis:”Serve una nuova visione per il territorio”

Ex Ilva, il ministro Urso a Genova il 4 settembre ma i comitati per il no al forno elettrico lanciano una petizione

Il prossimo 4 settembre sarà una giornata cruciale per il futuro dell’ex Ilva di Genova. 

In città è atteso il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per una visita istituzionale legata al destino dell’area di Cornigliano per un appuntamento che già si preannuncia carico di tensione vista l’ipotesi di installazione di un forno elettrico nell’impianto genovese come parte depliant di transizione della siderurgia su tutto il territorio nazionale.

Una notizia che ha portato immediatamente i cittadini e le cittadine di Cornigliano a farsi sentire.

Il Comitato No Forno Elettrico Genova Cornigliano ha lanciato una petizione pubblica indirizzata alla sindaca Silvia Salis, invitandola a non accettare la proposta del nuovo forno elettrico e a farsi promotrice di una vera alternativa per il quartiere e per l’intera città.

“Mai più le cittadine e i cittadini dovranno barattare il lavoro con la salute dei propri figli», scrivono le firmatarie e i firmatari dell’appello, ispirandosi alla recente e coraggiosa presa di posizione del sindaco Bitetti di Taranto, che ha scelto di non autorizzare nuovi impianti siderurgici nel proprio territorio. «La scelta del sindaco Bitetti è un segnale potente”, si legge nel testo. “Dimostra che il coraggio politico può cambiare la storia di un territorio”.

Il messaggio rivolto alla sindaca Salis è chiaro e diretto: il Comune può fare la differenza. “Può non concedere le autorizzazioni a un impianto dichiarato strategico. Può ricorrere al TAR. Può stabilire un piano di tutela ambientale e sanitaria”. Secondo i comitati, nulla di tutto questo è stato fatto nei vent’anni successivi alla chiusura dell’area a caldo, e ora l’arrivo di un nuovo forno rischia di cristallizzare, ancora una volta, la cosiddetta “vocazione siderurgica” di un quartiere che, invece, meriterebbe un futuro diverso.

Nel testo della petizione si fa appello a un cambiamento di visione: “Genova Cornigliano può rinascere. Ma serve una bonifica, una vocazione produttiva diversa. I progetti ci sono, basta volerli”. E poi un invito, pieno di determinazione ma anche di speranza: “Sindaca, creiamo insieme nuovi concetti. Per le mamme di Genova, di Cornigliano, della Liguria. Taranto ha scelto. Ora tocca a Genova”.

I.R.


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