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Politica | 02 settembre 2025, 17:45

Ex Ilva e forno elettrico, la politica prende strade diverse dopo il vertice con Urso: c’è chi esulta e chi parla di un confronto “paradossale” e “deludente”

L’unità di intenti resta solo nel campo istituzionale. Dal mondo del ‘campo largo’ critiche al governo e ai punti cardine dell’incontro, oltre a una richiesta di maggiori garanzie e più sicurezza per i cittadini

L'incontro con il ministro Adolfo Urso

L'incontro con il ministro Adolfo Urso

Dopo il confronto in Prefettura con il ministro Adolfo Urso, la politica genovese si è mossa compatta solo nelle parole dei suoi rappresentanti  istituzionali. Ma le letture del dossier ex Ilva, e in particolare dell’ipotesi di realizzazione di un forno elettrico a Cornigliano, restano tutt’altro che omogenee.
C’è chi parla di giornata storica, chi di occasione, chi di bluff, e sullo sfondo si allungano le ombre di uno scontro sotterraneo tra le due città su cui si giocherà la nuova partita dell’acciaio: Genova e Taranto.

Tra le voci più convinte c’è quella di Ilaria Cavo, presidente del consiglio nazionale di Noi Moderati e capogruppo in Comune: “Genova si è presa le proprie responsabilità con le sue rappresentanze istituzionali e ha dato un messaggio di chiarezza. Una disponibilità a ospitare il forno elettrico, qualora dalla gara in corso arrivino proposte concrete da parte degli investitori”. Cavo parla di un passaggio “importante” che apre a investimenti, aumento occupazionale, riconversione green e valorizzazione della vocazione siderurgica. E rilancia: “Ho rinnovato la richiesta di un impegno per opere compensative per il territorio, già avanzata con un ordine del giorno parlamentare approvato con parere favorevole del governo”. Il messaggio, conclude, è anche per Taranto: “Ora serve altrettanta chiarezza da parte delle istituzioni pugliesi. La posizione stonata è quella dei Cinque Stelle, che continuano a non cogliere una sfida nazionale”.

Sulla stessa linea il senatore di Fratelli d’Italia Gianni Berrino, che definisce quella di oggi “una giornata storica per la siderurgia italiana”. “Grazie al governo Meloni e al lavoro del ministro Urso si è raggiunto un importante risultato - aggiunge Berrino - il rilancio della siderurgia nel polo di Cornigliano e negli stabilimenti collegati, attraverso l'utilizzo di forni elettrici e tecnologia green, è realtà”.

Dalla maggioranza in consiglio comunale arriva il plauso di Pietro Piciocchi, capogruppo di Vince Genova: “L’ipotesi di un forno elettrico rappresenta una grande opportunità di sviluppo e di lavoro per Genova. Accanto a questa prospettiva industriale, chiediamo con forza che siano previste risorse dedicate alla rigenerazione urbana di Cornigliano, affinché l’arrivo del nuovo forno si accompagni a un progetto di riqualificazione capace di migliorare la qualità della vita. Apprezzamento per le parole della sindaca Salis, che ha espresso una posizione chiara e favorevole”.

Il confronto istituzionale di oggi ha rappresentato un momento di grande dialogo e trasparenza per dare concretezza a progetti strategici che riguardano il futuro produttivo ed economico della Liguria - così i consiglieri di Vince Liguria-Noi Moderati, Matteo Campora, Federico Bogliolo e Alessandro Bozzano - ribadiamo con forza il nostro appoggio alla realizzazione di un forno elettrico”.
L’eventuale realizzazione di un forno elettrico a Cornigliano rappresenterebbe una straordinaria opportunità - aggiungono i consiglieri di Orgoglio Liguria  - permetterebbe di produrre acciaio green di altissima qualità destinato ai settori strategici del Made in Italy, con ricadute positive in termini di posti di lavoro e competitività”.

Molto distante la posizione del Movimento 5 Stelle, che parla di “confronto paradossale” e accusa il Governo di aver portato avanti un percorso senza basi. “Ci siamo resi disponibili ad ascoltare - dichiarano i parlamentari Traversi e Pirondini e il capogruppo regionale Giordano - ma non ad accettare l’ennesima proposta miope. A Genova servono proposte concrete, coperture economiche, garanzie ambientali e occupazionali. Invece oggi ci siamo trovati davanti a un esecutivo che chiede certezze senza offrire risposte. Il rischio è di trattare con un assegno in bianco”. Tra i temi sollevati, anche quello energetico: “Noi valutiamo la nascita di una grande comunità energetica, mentre il Governo insiste su un piano obsoleto, basato sui rigassificatori”. E ancora: “Urso si è presentato senza numeri, senza piani, senza garanzie: così non si costruisce il futuro di Cornigliano”.

Più sfumata, ma comunque critica, la lettura del Partito Democratico. In una nota congiunta, i parlamentari Basso, Ghio, Pandolfo e Pastorino, insieme al capogruppo regionale Sanna e a quella comunale Caputo, esprimono attenzione e condivisione delle parole della sindaca Salis, ma chiedono progetti concreti e risposte ancora non arrivate: “Non c’è alcuna manifestazione di interesse da parte di aziende, e diversi nodi restano da sciogliere, a partire dall’approvvigionamento del preridotto”. Il Pd ribadisce che le condizioni definite nell’accordo di programma “non possono essere modificate al ribasso” e che sarà fondamentale “coinvolgere i cittadini di Cornigliano in ogni fase”. Per il gruppo, le aree dell’ex Ilva devono restare produttive, ma per un’industria green e sostenibile.

Più duro il commento di Linea Condivisa, con i consiglieri Gianni Pastorino e Filippo Bruzzone che parlano apertamente di “confronto deludente”: “Il Governo ha portato parole, non garanzie. Nessuna chiarezza sulla tutela ambientale, nessun piano certo per l’occupazione”. Pastorino e Bruzzone annunciano di aver presentato in Comune e in Regione due atti ufficiali per chiedere nuove centraline di monitoraggio ARPAL e indagini epidemiologiche su Cornigliano: “La salute e il lavoro devono procedere insieme, ma servono dati pubblici, certi e aggiornati. Senza trasparenza, non c’è confronto possibile”.

Sulla stessa linea la consigliera Sara Tassara (Lista Civica Silvia Salis): “Il forno elettrico tocca un nervo scoperto per Cornigliano. I cittadini chiedono garanzie, e la nostra amministrazione ha il dovere di ottenerle. Scoprire che mancano dati aggiornati su ambiente e salute ci ha spinti a chiedere subito controlli su suolo e acque. Solo con basi scientifiche condivise si può pensare di costruire un progetto che coinvolge così profondamente un territorio che ha già pagato moltissimo”.

Infine, per Avsproporre la costruzione di un forno elettrico qui significa guardare al passato e non al futuro. La siderurgia di domani non può riprodurre modelli del secolo scorso, ma deve puntare su sostenibilità, innovazione e tutela della cittadinanza”.

Pietro Zampedroni


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