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Attualità | 03 settembre 2025, 15:06

Emilio Fede, il ricordo di Rosanna Piturru: "Professionista umano tra fragilità e inesauribile energia. Ha segnato il giornalismo tv"

La giornalista genovese, che ha lavorato per 15 anni al suo fianco, racconta il volto umano e professionale dell'ex direttore del Tg4

Emilio Fede e Rosanna Piturru ad Alassio - Foto Fasano

Emilio Fede e Rosanna Piturru ad Alassio - Foto Fasano

Rosanna Piturru, volto storico dell'informazione Mediaset, ricorda Emilio Fede. La giornalista ligure, con una lunga carriera tra Studio Aperto, Tg Mediaset e TGcom24, ha condiviso con l’ex direttore del Tg4 numerosi anni di lavoro, consegnando a milioni di telespettatori un pezzo di storia d'Italia.

"Ho avuto il privilegio di lavorare con Emilio Fede per oltre 15 anni al Tg4. Ho dunque potuto conoscere non solo il professionista, ma anche l’uomo, con le sue passioni, le sue fragilità, e la sua inesauribile energia", racconta Rosanna Piturru a MoreNews

Prosegue rievocando l’ingresso quotidiano del direttore in redazione, con il suo stile diventato celebre: "La sua andatura inconfondibile, il maglioncino blu o rosa sulle spalle e un’idea ben precisa di come raccontare il mondo". Per Fede, spiega, "il Tg4 non era soltanto un telegiornale, ma una creatura viva, da modellare giorno dopo giorno".

Il rapporto con la notizia, quasi viscerale, si traduceva in una tensione costante: "Lavorare con lui significava vivere ogni edizione come se fosse la più importante, con una tensione costante verso il risultato", rammenta la giornalista genovese. Accanto a questo rigore, non mancavano momenti più leggeri: "Con le sue sfuriate, il suo modo teatrale, a volte sopra le righe, di affrontare le giornate".

Un percorso professionale che, nelle parole di Piturru, ha lasciato un segno: "Sono stati anni intensi, pieni di sfide ma anche di grandi soddisfazioni. E oggi, nel ricordarlo, tantissimi possono ammettere che ha segnato un’epoca del giornalismo televisivo italiano. Lascia dietro di sé una traccia importante, e per me anche tanti ricordi personali".

Negli ultimi mesi Fede era ricoverato nella residenza per anziani San Felice di Segrate, alle porte di Milano. È mancato all'età di 94 anni. La figlia Sveva, ricordandolo oggi, il giorno dopo la sua scomparsa, ha raccontato: "Ho passato una notte a rispondere ai tantissimi messaggi di affetto che ho ricevuto, soprattutto tanti messaggi di stima da parte di tutti i colleghi di papà".

Direttore e autentico dominus del Tg4 per vent’anni, dal 1992 al 2012, Fede fu per lungo tempo protagonista della scena mediatica e politica, accompagnando con il suo telegiornale l’ascesa di Silvio Berlusconi e sostenendolo con aperta convinzione. Proprio questa vicinanza personale e professionale al leader di Forza Italia lo rese un personaggio divisivo, lodato e criticato con pari intensità.

La carriera di Fede ebbe inizio in Rai alla fine degli anni Cinquanta. Nel 1976 entrò alla conduzione del Tg1 e nel 1981 ne assunse la direzione, ruolo che coincise con una delle più seguite maratone televisive della storia: la lunga diretta sulla tragedia di Vermicino, quando l’Italia intera seguì in diretta i tentativi di salvare il piccolo Alfredo Rampi, caduto in un pozzo.

Dopo aver lasciato la Rai, nel 1989 approdò al gruppo Fininvest di Berlusconi. Diresse prima Videonews e poi Studio Aperto, il telegiornale di Italia 1, nato nel 1991. Fu proprio questa testata, sotto la sua guida, a diffondere per prima in Italia la notizia dell’operazione "Desert Storm", l’intervento militare internazionale contro l’Iraq nella prima guerra del Golfo.

Dal 1992 prese le redini del Tg4, che plasmò a sua immagine fino al 2012, quando fu sostituito da Giovanni Toti (l'ex governatore della Liguria che un anno fa finiva agli arresti per corruzione nell'ambito della maxi inchiesta sugli intrecci portuali). 

Con la sua impronta fortemente di parte e personale, il telegiornale di Emilio Fede divenne uno degli strumenti più evidenti della comunicazione politica berlusconiana, suscitando discussioni e polemiche sul conflitto di interessi tra informazione e potere. 

Non mancarono momenti più leggeri e grotteschi, come i suoi fuori onda, spesso diventati materiale per programmi satirici quali Blob e Striscia la notizia. E proprio il ligure autore e creatore di Striscia, Antonio Ricci, ne fece bersaglio con tormentoni e sfottò sistematici, ribattezzandolo "Emilio Fido". 

Parallelamente, la sua vita fu segnata anche da vicende giudiziarie. Nel 2019, Fede fu condannato in via definitiva a 4 anni e 7 mesi per favoreggiamento della prostituzione nell’ambito del processo “Ruby bis”. Scontò la pena ai domiciliari, ma nel 2020 balzò nuovamente alle cronache quando venne arrestato a Napoli, durante una cena di compleanno in un ristorante, in compagnia della moglie Diana De Feo, ex senatrice di Forza Italia.

Nonostante la parabola umana e professionale, coincisa con il tramonto del berlusconismo, sono molti e trasversali i professionisti dell'informazione che oggi ricordano i meriti di una carriera lunghissima. 

Enrico Mentana ha voluto evidenziare la necessità di un giudizio obiettivo che possa rendere conto dell'ampia campata dell'avventura giornalistica: "Tanti (anche solo per ragioni di età) ne ricorderanno solo il crepuscolo professionale e giudiziario. Sarebbe sommamente ingeneroso. Emilio Fede, vent’anni prima di Berlusconi e del Tg4, era già l’anchorman più conosciuto dei tg italiani. L’ho incontrato al Tg1 nel 1980, e le nostre vite professionali si sono intrecciate a più riprese. L’ho avuto anche come direttore nel 1982, un’era geologica fa. Facemmo poi, nello stesso gruppo, telegiornali completamente diversi, ma con gli occhi di oggi potrei dire che sdoganò un genere ormai ampiamente diffuso, quello dei programmi giornalistici apertamente schierati". 

"Umanamente - conclude il direttore del Tg La7 - anche quando eravamo molto distanti per scelte professionali, non fu mai sleale. Il resto è storia che abbiamo raccontato negli ultimi 15 anni".

Redazione

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