/ Attualità

Attualità | 10 settembre 2025, 12:36

Global Sumud Flotilla, secondo attacco con drone: recuperato un dispositivo carbonizzato

Il collettivo diretto a Gaza per rompere l’assedio denuncia il secondo attacco, questa volta verso l’imbarcazione Alma ma conferma la volontà di proseguire la missione. Oggi la partenza dal porto tunisino di Sidi Bou Said

Global Sumud Flotilla, secondo attacco con drone: recuperato un dispositivo carbonizzato

Un secondo attacco con drone ha colpito una delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla.

A essere stata centrata da una granata incendiaria è stata la barca Alma.

I membri dell’equipaggio stanno bene e hanno fatto sapere via social di aver recuperato quanto resta del dispositivo carbonizzato, diffondendone poi via social le immagini.

“Le prove video - si legge - suggeriscono che un drone senza luce che non poteva essere visto, ha fatto cadere un dispositivo che ha dato fuoco al ponte della barca”. Il collettivo poi chiarisce ancora che quella che per fonti esperte è una granata incendiaria, era avvolta in materiale plastico cosparso di carburante, elemento che avrebbe permesso alla stessa di essere incendiata prima di cadere sul ponte della Alma.

La missione, nonostante il secondo attacco, prosegue. Oggi alle 17 ora italiana, le 16 ora locale, le imbarcazioni lasceranno il porto di Sidi Bou Said.

Ieri, dopo la notizia del primo attacco, Stefano Rebora, fondatore di Music For Peace, aveva affidato ai social una chiamata all’azione: “Siamo stati svegliati prestissimo dalla notizia di un attacco infame a una delle navi della Flotilla, la Family Boat. È palesemente un atto intimidatorio, che io personalmente potrei definire atto terroristico, ma che non ci spaventa. Anzi, ci rende più determinati”.

Rebora si trova attualmente a Catania, in attesa della partenza delle barche italiane che si uniranno alle altre per dirigersi verso la costa palestinese.”Siamo convinti - ha proseguito - di riuscire ad arrivare a Gaza, di rompere l’embargo e di consegnare gli aiuti umanitari. Noi faremo la nostra parte, ma abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti voi”.

Per questo ha lanciato un appello: "Nel momento in cui ci sarà un contatto in mare aperto con le truppe occupanti, dovrete riversarvi nelle strade e urlare a gran voce la richiesta di farci consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione palestinese e solo dopo chiedere il nostro rientro. Dovete farlo in maniera pacifica, educata, ma determinata" .


 

Isabella Rizzitano

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium