Durante il sopralluogo all’interno della galleria Polcevera, pronta ad aprire il 6 ottobre, lo sguardo degli addetti ai lavori si è concentrato sulla linea del Campasso e sugli indennizzi per quella fetta di popolazione che subirà pesanti disagi e la svalutazione dei propri immobili dalla riattivazione della ferrovia nell’ambito del maxi progetto Terzo Valico - Nodo di Genova.
Il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, non ha fatto giri di parole: “Non possiamo aspettare oltre, entro il 2026 vogliamo liquidare i 200 milioni di indennizzi”. Un messaggio duplice, il suo, con una frecciata al Comune che “non ha ancora progetti esecutivi” sulla rigenerazione del Nodo ferroviario e con l’allocazione delle risorse che va portata al punto di partenza, ai residenti nella fascia cosiddetta ‘0-30 metri’ “per una questione di correttezza” nei confronti di chi subisce svalutazioni e disagi.
Il tema caldo è anche l’area ex Facchini. “I soldi sono per gli indennizzi ai cittadini - ha spiegato Rixi - se diamo 70 milioni a Trenitalia per l’intera area sembra che ce li diamo indietro da soli”. Traduzione politica: ogni euro destinato alla grande operazione urbana riduce la dote per i ristori.
La palla torna così nel campo di Palazzo Tursi: priorità agli indennizzi o al progetto che deve cucire un pezzo di Valpolcevera con scuole, parco e nuovi attraversamenti?
Nel frattempo la cornice finanziaria resta quella già fissata a Roma: 199 milioni per riqualificazione e ristori legati al potenziamento Genova-Campasso dentro il Progetto Unico Terzo Valico - Nodo di Genova. Il capitolo ‘indennizzi’ ruota attorno alle fasce 0-10, 10-20, 20-30 metri dal binario: espropri e demolizioni dove serve, indennizzi per chi resta, con graduazioni diverse.
Sullo sfondo c’è l’ex deposito locomotori di piazza Facchini: stima d’acquisto 7,8 milioni (per il solo trasferimento dell’area dalle Ferrovie), mentre la rigenerazione prospettata sull’intero ambito viaggia su un ordine di grandezza intorno ai 68-70 milioni (per un liceo tecnologico, scuole, spazi pubblici). Due cifre che oggi entrano nel mirino del vice ministro Rixi, con una richiesta: prima i ristori, poi il resto.














