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Attualità | 23 settembre 2025, 13:30

Emergenza casa a Genova, Sunia, Sicet e Uniat: “Subito un’agenzia per la casa”

Le tre associazioni denunciano il grave squilibrio tra domanda e offerta di alloggi popolari e chiedono investimenti per rendere abitabili gli appartamenti pubblici e potenziare il sostegno agli inquilini più fragili

Emergenza casa a Genova, Sunia, Sicet e Uniat: “Subito un’agenzia per la casa”

È partita lunedì scorso la procedura per partecipare al bando del Comune di Genova per l’assegnazione di case popolari: i cittadini avranno tempo fino al 15 dicembre per presentare la domanda. A differenza degli anni precedenti, il termine di partecipazione si estende a tre mesi, ma il numero di alloggi disponibili "rimane insufficiente": su circa quattro mila domande ricevute mediamente in passato, "solo un centinaio di famiglie potranno accedere agli alloggi, lasciando fuori la quasi totalità degli aventi diritto". 

“L’emergenza casa deve diventare una priorità per questa Giunta”, sottolineano Bruno Manganaro, Segretario Generale Sunia Genova, Stefano Salvetti, Segretario Generale Sicet Liguria, ed Emanuele Guastavino, Presidente Uniat Liguria, nel corso di una conferenza stampa sulle questioni abitative. Le tre associazioni hanno avanzato una serie di proposte concrete, tra cui la semplificazione delle procedure per l’assegnazione, il potenziamento dell’Agenzia sociale per la casa, investimenti per il bonus affitti e il fondo per la morosità incolpevole, oltre alla rimodulazione dell’IMU sugli affitti a canone concordato.

Secondo le associazioni, il patrimonio immobiliare pubblico comprende circa 9 mila appartamenti, metà dei quali di proprietà della Regione Liguria e metà del Comune di Genova, molti dei quali necessitano di interventi di ristrutturazione. “Prima di ogni altra considerazione, chiediamo investimenti che li possano rendere abitabili”, sottolineano Manganaro, Salvetti e Guastavino.

Le politiche abitative, concludono, dovrebbero rappresentare un fronte prioritario per qualsiasi governo, ma le risorse stanziate sono insufficienti sia a livello nazionale che regionale, impedendo alle fasce più deboli della popolazione di accedere a una casa, nemmeno sul mercato a canone concordato.

Redazione

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