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Attualità | 06 ottobre 2025, 13:01

Gli studenti del Vittorio Emanuele Ruffini occupano l'istituto: “Questa scuola è nostra. La lotta continua”

La protesta è partita questa mattina. Gli studenti, insieme a OSA, denunciano il silenzio sul conflitto in Palestina, le politiche repressive del ministro Valditara e il mancato investimento nell’istruzione

Gli studenti del Vittorio Emanuele Ruffini occupano l'istituto: “Questa scuola è nostra. La lotta continua”

Questa mattina gli studenti e le studentesse del liceo Vittorio Emanuele Ruffini di Genova hanno deciso di occupare la scuola. L’iniziativa, organizzata insieme a OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa), nasce - spiegano - dalla necessità di “prendere posizione su temi fondamentali e costruire una scuola realmente nostra”.

OSA è un’organizzazione giovanile attiva in molte scuole italiane, che si definisce “anticapitalista, antifascista, antirazzista e antisessista”, impegnata a mobilitare le nuove generazioni su temi sociali e politici.

Tra le motivazioni alla base dell’occupazione, gli studenti indicano innanzitutto il sostegno alla Global Sumud Flotilla, definita “la missione umanitaria più grande della storia”, organizzata per portare aiuti a Gaza e rompere il blocco navale israeliano. “Riteniamo importante schierarci al fianco del popolo palestinese e denunciare l’indifferenza, il silenzio istituzionale e la complicità del nostro governo”, scrivono i ragazzi, chiedendo “il rilascio immediato e il rimpatrio di tutti e tutte i 300 attivisti, tra cui 15 italiani, ancora incarcerati dallo Stato sionista di Israele”.

Un altro punto centrale della protesta è racchiuso nello slogan Soldi alla scuola, non alla guerra. Gli studenti denunciano “l’ipocrisia di un governo che investe miliardi in spese militari e lascia le scuole italiane in condizioni fatiscenti”, aggiungendo che “gli edifici cadono letteralmente a pezzi mentre si tolgono strumenti di crescita agli studenti”.

La terza motivazione riguarda le politiche del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, accusato di aver reso la scuola “sempre più rigida e repressiva”. “Tra regole assurde sugli esami, telefoni vietati ovunque e sospensioni usate come minacce - spiegano - sembra che l’unico obiettivo sia zittire gli studenti invece che ascoltarli e migliorare il luogo dove passano la maggior parte della loro vita”.

In una nota diffusa dagli occupanti, si legge anche il riconoscimento al corpo docente dell’istituto: “Siamo entusiasti di sapere che il collegio dei docenti ha approvato due mozioni riguardanti le tematiche legate agli equilibri di pace e alla questione palestinese. Ci conforta ricevere comprensione da parte dei professori e delle professoresse che abbracciano la nostra stessa causa. Difendiamo dunque questo prezioso legame che si è creato”.

L’occupazione, concludono, “non è un gesto isolato ma una presa di posizione collettiva”.

Questa scuola è nostra - scrivono gli studenti e le studentesse del Vittorio Emanuele Ruffini -. La lotta continua, per una scuola migliore.”

C.O.

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