Un lungo applauso ha accolto l’arrivo ai Giardini Luzzati di Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani dei Territori palestinesi occupati.
Una piazza piena in ogni angolo per incontro, moderato dal giornalista Matteo Macor. Un dialogo fatto di numerosi spunti di riflessione e di attenzione alle parole, necessarie per far comprendere appieno quello che sta accadendo a Gaza.
La giornata genovese di Albanese era cominciata nel pomeriggio con un incontro all’Università, in via Balbi, con studenti e studentesse. Poco dopo, ai Luzzati, sono arrivati anche la sindaca Silvia Salis, il vicesindaco Alessandro Terrile, alcuni assessori della giunta e diversi consiglieri e consigliere comunali.
Prima dell’intervento di Albanese, sul palco a sorpresa è salita Sabina Guzzanti: “Ho enorme rispetto per Francesca Albanese - ha spiegato l’attrice - ci ha dato argomenti per reagire. Ora le cose intelligenti le dice lei”.

Quando la relatrice ha preso la parola, per prima cosa ha voluto ringraziare le centinaia di persone presenti e le migliaia collegate per la diretta trasmessa via social. “Grazie di avermi accolta con questo calore. Prima ho ricevuto l’abbraccio degli studenti e delle studentesse” ha detto aprendo il suo intervento.
Nel corso dell’incontro, durato poco meno di due ore, Albanese ha toccato uno dopo l’altro i punti più sensibili del dibattito pubblico recente.
“Genova è tosta” ha proseguito, prima di entrare nel dettaglio dei fatti senza tirarsi indietro alle domande ne sottraendosi alle polemiche come quella che la vedrebbe in aperto contrasto con la senatrice a vita Liliana Segre. “Ho enorme rispetto per la senatrice Segre - ha nuovamente sottolineato - non mi sono mai alzata al suo nome”.
Albanese ha anche più volte parlato della necessità di coinvolgere la comunità ebraica per porre fine al genocidio, invitando a chiamare le cose per quello che sono, senza paura delle parole.
Non poteva mancare un riferimento alla data del 7 ottobre, anniversario dello scoppio della guerra in corso.
“Fatemi spendere qualche parola sul peso di questa giornata. Non credo di aver vissuto un giorno che potessi non definire di lutto. Ho pianto per i civili israeliani uccisi e da quel giorno l’accelerazione della violenza che si è fatta genocidio è diventata dominante nella mia vita.”

Nel suo discorso, Albanese ha ricordato anche la forza dei movimenti popolari che hanno attraversato l’Italia nelle ultime settimane: “Il 22 settembre non c’erano manifestazioni solo nelle grandi città, ma anche nei piccoli comuni. L’umanità che si sveglia ci fa risplendere di una solidarietà che pensavamo di aver dimenticato. Ora dobbiamo riuscire a fermare le bombe, fermare il genocidio. Poi mettere fine all’occupazione permanente”.
Al termine dell’incontro, Albanese ha risposto alle domande dei giornalisti e delle giornaliste presenti: “Per me è molto importante essere a Genova, perché tra tutte le istanze cittadine che hanno risposto manifestando la propria solidarietà al popolo di Gaza sotto le bombe, al popolo della Cisgiordania vittima di una brutale campagna di annessione, alla Flotilla che è l'unico pezzo di umanità che si è mosso fino a rompere l'assedio - una cosa che è responsabilità degli Stati - Genova è stata quella che ha lanciato il grido più fermo, più risoluto: ‘blocchiamo tutto’. È un imperativo categorico nel momento in cui c’è un genocidio.”
“Mi ha onorato essere qui oggi, incontrare le istituzioni, i portuali, gli studenti, la cittadinanza. Nell’orrore di questo momento, ricongiungersi con la gente mi sembra il primo passo per rimettere in moto l’umanità”.
Interpellata sulla denuncia alla Corte Penale Internazionale che coinvolge i ministri italiani Meloni, Tajani, Crosetto e Cingolani, Albanese ha risposto con chiarezza: “Non sono coinvolta nel procedimento, ma questo è un rischio che corrono tutti i rappresentanti di governi che non hanno adempiuto al diritto internazionale. Il rischio è di essere chiamati a rispondere personalmente delle decisioni non prese o di quelle che hanno contribuito alla catastrofe in Palestina”.

E ha aggiunto: “Non sono i soli. Ricordo che il primo procedimento contro un capo di Stato è stato intentato negli Stati Uniti contro Joe Biden. Non è andato avanti per una questione procedurale, ma non è detto che non succeda. Gli Stati che forniscono armi rischiano di essere complici. I presupposti per immaginare responsabilità ci sono”.
Sulla polemica scatenata dal conferimento della cittadinanza onoraria che le ha conferito il Comune di Bologna, Albanese afferma di non aver seguito la querelle: “Sono contenta che Bologna mi abbia conferito questo riconoscimento. È una città splendida e importante. Mi avevano già accolta con grande affetto e stima, e questo, in un momento di grande fatica, mi fa sentire meno sola”.
A chi le ha chiesto se ci sia spazio per l’ottimismo, ha risposto con una riflessione che ha raccolto un nuovo applauso: “Abbiamo ancora il privilegio di non essere sotto le bombe, di avere una casa, una famiglia, la possibilità di agire. Questo privilegio può diventare potere: il potere di fare, di restare insieme, di scrivere la storia in modo diverso da come abbiamo fatto in passato. Questo è l’ottimismo della volontà, dinanzi al pessimismo”.
Sulle polemiche per l’incontro, inizialmente previsto a Palazzo Ducale e poi spostato ai Giardini Luzzati, la relatrice risponde: “Non lo vivo come un limite alla libertà di espressione. Siamo stati fortunati, la serata era splendida e i Luzzati ci hanno accolti meravigliosamente. Bravissimi gli organizzatori: da oggi in poi dirò efficienza genovese”.
Ma la città ha risposto in massa: “Non mi aspettavo una piazza così piena - prosegue - è stato lo slancio di parlare con i portuali di Genova, dopo aver incontrato i portuali di Ravenna e aver capito che il sistema o lo si costituisce tutti insieme o lo si tiene unito e solido, robusto tutti assieme, appunto questo sistema che permetterà alla nostra terra di non essere più porto di transito di armi. Oggi nei confronti di Israele, ma è un problema molto ampio quello della mancanza di controllo sui porti, come mi insegnano i portuali di Ravenna, quelli di Genova e quelli di Livorno. Quindi sono venuta per questo e alla svelta si è organizzato tutto questo, mi tocca moltissimo, quindi ancora una volta dico grazie Genova”.



















