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Sport | 01 novembre 2025, 16:01

Un altro autunno, un altro tecnico ai saluti. Genoa, Vieira via ma oltre al timoniere a cambiare dev'essere la rotta

Ennesimo divorzio in una decade dove il cambio autunnale non è avvenuto in una sola occasione. La rivoluzione parte dal campo ma coinvolge diverse scelte

Il gruppo a rapporto col tecnico nell'ultimo confronto prima della separazione (foto Genoa CFC - TanoPress)

Il gruppo a rapporto col tecnico nell'ultimo confronto prima della separazione (foto Genoa CFC - TanoPress)

Ci risiamo. A un anno di distanza, il “Pio-Signorini” di Pegli torna a vivere un autunno turbolento, con le porte girevoli ancora una volta spalancate per salutare un allenatore. Stavolta tocca a Patrick Vieira e al suo staff svuotare gli armadietti, lasciando una squadra inchiodata all’ultimo posto in classifica, con appena tre punti raccolti in nove giornate e una trasferta in casa del Sassuolo alle porte.

L’addio del tecnico francese chiude simbolicamente una decade di stagioni di mutamenti in panchina con l'ingiallire delle foglie. Eccezion fatta per l'anno del ritorno in Serie A dove Alberto Gilardino riuscì a resistere arrivando a giugno col record di punti in una stagione da neopromossa, l'ultimo a riuscire in quella che per statistica si può definire impresa fu Gian Piero Gasperini nell'anno dell'Europa conquista sul campo. Non un caso, forse, che la stabilità abbia portato ai migliori risultati della storia genoana recente.

Per Vieira, invece, la panchina si è trasformata nell’ennesima tappa di un ciclo senza pace. Il tecnico aveva riconosciuto le difficoltà del momento, ma non è riuscito a invertire la rotta. L’immagine della gara con la Cremonese resta emblematica, plastica: immobile sotto la pioggia, le braccia conserte, poche o quasi nessuna indicazione ai suoi. Una gestualità che ha reso evidente che qualcosa si era definitivamente incrinato.

Lo ha certificato la scelta maturata nella notte, dopo il confronto di ieri a Pegli con la squadra e con il nuovo direttore sportivo Lopez (del quale si attende ormai solo l'annuncio ufficiale). Perché proprio dal ds, con Ottolini prossimo a tornare alla Juve nello scouting, era partita in questa settimana una rivoluzione dettata giocoforza dai risultati. Quelli, impietosi e glaciali, arrivati dopo un avvio di campionato insufficiente e un mercato condotto in simbiosi tra i due che ora, sempre numeri alla mano, sta palesando diverse lacune.

Il calcio fa parlare e tacere con la rapidità di un cambio gioco, e così in pochi mesi, anche in tema mercato, il mondo intorno all'ormai ex tecnico si è ribaltato. Dalla miglior media punti dello scorso anno alle 16 partite con una sola vittoria, distante per di più da un "Ferraris" diventato incandescente verso la squadra e deliziato di un successo dai suoi beniamini l'ultima volta addirittura a inizio aprile. Praticamente sei mesi fa.

Da allora il Grifone ha smesso di volare, e lo ha fatto spargendo sul suo cammino strascichi di domande e perplessità. Anzitutto su di un mercato dove gli investimenti (bilancio, anche sommario, alla mano) di fronte a vitali plusvalenza non hanno di fatto colmato le lacune createsi sotto il profilo tecnico. E con scelte condivise tra tecnico e direttore, che non a caso hanno pagato questa situazione. Senza dimenticare gli interrogativi sul materiale comunque non così da ultimo posto a disposizione e le scelte di formazione, dove spesso a restare fuori era chi la volta prima era stato uno dei migliori in campo.

A doverci mettere una pezza, nella delicata trasferta di Reggio Emilia, una vecchia bandiera come Criscito e un pretoriano genoano come Murgita, mentre la scelta sul nuovo tecnico dovrebbe arrivare già martedì e vede in ballo i nomi di De Rossi, Vanoli e Gotti tra i più accreditati. Ma anche la direzione sportiva dovrà far sentire il proprio peso: il bilancio impone rigidità finanziaria e quindi anche abilità o "fantasia" che dir si voglia, perché il limite è molto labile, nel cercare i giusti colpi. Perché la rigidità passa anche per la permanenza in Serie A.

Mattia Pastorino


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