Non c'è spazio per i ragionamenti o per leccarsi troppo le ferite dopo la sconfitta di Bergamo in settimana. Sarà così un Genoa pronto a cambiare pagina rispetto ai quattro schiaffoni ricevuti in settimana in Coppa Italia a Udine, quello che Daniele De Rossi vuol vedere dai suoi in uno dei tre posticipi dell’Immacolata, in quel di Udine.
Una gara tutt’altro che semplice, contro un avversario partito al suo solito molto forte dove l'obiettivo è rialzarsi subito. “Siamo riusciti a riportare l’umore all’altezza giusta - assicura l’allenatore, consapevole che certi scivoloni non devono lasciare scorie - Dopo una sconfitta così non mi piace guardare indietro, però dobbiamo ricordarci qual è il nostro obiettivo principale e non possiamo permetterci di demoralizzarci”.
Anche perché, dopo gli otto punti in quattro gare tutte alla portata, con quella contro i bianconeri ultima di un ciclo più abbordabile è una chance per allungare un filotto necessario per stare a galla. “Quando parti in campionato in maniera così lenta, dal punto di vista dei punti, ogni partita è pesante, devi andare a strappare la vittoria o comunque quei punti che poi alla fine serviranno per andare a tirare le somme e tirarsi fuori dalle zone pericolose. Per questo non facciamo ragionamenti o calcoli”. Lo dice a chiare lettere il tecnico presentando la sfida contro i friulani, chiedendo anzitutto ai suoi il gusto atteggiamento, perché è certo: “Se dovessimo ripetere la partita di Cagliari usciremmo contenti anche da Udine. Potevamo vincere, forse lo meritavamo”.
Ora testa quindi all’Udinese, una sfida spartiacque ma anche un’opportunità nonostante un quadro degli indisponibili che resta tutt’altro che definito a causa dell'influenza: “Ce la stiamo passando e ci sta dando fastidio - ha detto - Si è fermato nel corso della settimana qualche giocatore: Ekhator che però è tornato al campo, Sabelli, Malinovskyi, anche Ekuban non era al meglio”.
Non dev’essere però il quadro degli indisponibili, secondo il tecnico, a dettare quello che dovrà essere il comportamento del Grifone anche in quelle situazioni più finora penalizzanti, come i piazzati: “Troviamo una squadra di grande livello, una società che rispetto molto per come lavora da anni senza mai rischiare di retrocedere seriamente da una trentina di anni - ha detto - Sono una squadra molto fisica. Stiamo lavorando sulla presenza: puoi marcare a uomo o a zona, ma se sei spento non serve”. Per questo da Bergamo in un certo senso sono arrivate indicazioni utili: “Siamo andati a prendere uomo contro uomo un avversario molto forte. Ho visto che la squadra non ha paura a farlo”.














