Torino, dove tutto è cominciato
Il cinema italiano, prima ancora di Roma e Cinecittà, nasce a Torino, in piena Belle Époque. Può sembrare strano oggi, ma è lì che l’Ambrosio Film di Arturo Ambrosio e il regista Luigi Maggi hanno iniziato a sperimentare. Sono stati loro i pionieri dei melodrammi e dei film storici, come La presa di Roma (1905), che hanno aperto la strada ai grandi kolossal successivi.
Torino è stata un centro di cinema scientifico e documentaristico, grazie alla Società Anonima Italiana di Cinematografia Scientifica, che produceva film su medicina, natura e tecnologia. Un esempio di come il cinema potesse essere educativo, oltre che di intrattenimento.
Poi arriva Giovanni Pastrone con Cabiria (1914), un film che ha stupito l’Italia e l’estero. A Torino il cinema dialogava con la cultura alta: Gabriele D’Annunzio contribuì alla sceneggiatura e ai nomi dei personaggi, mostrando quanto la città fosse un terreno fertile per l’incontro tra arte e letteratura.
Anche dopo la guerra Torino resta centrale. La città industriale influenza storie che parlano di lavoro, fabbriche e trasformazioni sociali. Registi come De Sica e altri hanno raccontato le contraddizioni del boom economico, con film che spesso toccano il mondo operaio e la vita legata alla FIAT.
E poi c’è Ermanno Olmi. Anche se non era piemontese, Torino ha avuto un ruolo importante nella sua vita professionale. Il Torino Film Festival gli ha dedicato proiezioni e giornate speciali, come quella del 2018. A Torino Olmi ha presentato il docu-film Vedete, sono uno di voi (2017), dedicato al cardinale Carlo Maria Martini, e il documentario Terra Madre, nato in occasione del forum mondiale di Slow Food che si tiene proprio in città. Il suo cinema, attento al lavoro, all’ambiente e alla vita quotidiana, ha trovato qui un contesto naturale e vicino ai suoi temi.
Dal Piemonte arriva anche Giorgio Faletti, nato ad Asti. A Torino ha iniziato tra cabaret e teatri, costruendo una carriera variegata, dal comico al romanziere.
La Liguria tra cinema e città dai mille angoli
Passando dal Piemonte alla Liguria si cambia completamente lo scenario.
Genova, ad esempio, è perfetta per essere filmata: il porto, i vicoli stretti e i contrasti naturali hanno ispirato registi di ogni epoca. Qui spicca Pietro Germi, genovese e regista ligure per eccellenza: i suoi film, come Il ferroviere (1956) e In nome della legge, mostrano il legame con la sua terra e un realismo diretto.
Genova è anche città di noir e polizieschi, grazie al suo porto e ai vicoli stretti, usati da registi come Carlo Lizzani per creare atmosfere autentiche e intense.
Non solo noir: alcune scene di Pane e tulipani (2000) di Silvio Soldini sono state girate a Genova, contribuendo a far riscoprire la città e le sue atmosfere particolari.
La costa prosegue con Savona; La Spezia, con il suo Golfo dei Poeti; Imperia e Sanremo, dove il cinema vive con meno clamore, ma con continuità grazie a cineclub e rassegne locali.
Oltre il confine
Per capire davvero questa area bisogna guardare anche alla Costa Azzurra.
Nizza e gli Studios de la Victorine sono stati per molti registi italiani un punto d’appoggio ideale: vicini, internazionali e pratici. Cannes, invece, è il luogo dove si arriva quando si vuole mostrare un film al mondo. Il percorso da Torino alla Croisette non è solo geografico: rappresenta la strada di chi vuole portare le proprie storie più lontano.
Un territorio che continua a creare
Oggi il cinema non è più quello dei grandi stabilimenti di un tempo, ma il Nord-Ovest non ha smesso di raccontare. Il Torino Film Festival, le Film Commission, Genova con la sua atmosfera unica: tutto contribuisce a mantenere viva una tradizione che si è trasformata, ma non si è mai fermata.
In particolare, la Film Commission Torino Piemonte e la Liguria Film Commission sono oggi motori vitali: attraggono produzioni italiane e straniere, aiutano a organizzare i set e rendono il territorio un vero e proprio spazio produttivo. Così il Nord-Ovest resta un punto di riferimento per il cinema, un luogo dove continuano a nascere storie nuove.
La forza di questo territorio sta nella sua varietà — pianura, montagna, mare — e nella capacità di offrire spunti diversi senza bisogno di grandi artifici.
E per noi è anche una storia personale. Il nostro gruppo editoriale lavora proprio nelle città di cui abbiamo parlato: Torino, Asti, Genova, Savona, Imperia, Sanremo e Nizza. Le viviamo ogni giorno, ne conosciamo i ritmi e i cambiamenti.
Forse è per questo che raccontarle ci viene naturale: perché non sono solo luoghi da descrivere, ma parti della nostra vita quotidiana. Da qui nascono le storie che scegliamo di condividere.














