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Attualità | 11 dicembre 2025, 09:59

Genova capitale dell’architettura internazionale per un giorno con l’evento “Natural Intelligence”

Ai Magazzini del Cotone si è tenuta una giornata di confronto su città, paesaggio e innovazione progettuale, tra ingegno umano e strumenti digitali, organizzata da Area (Gruppo Tecniche Nuove). 6 i progettisti di fama mondiale intervenuti durante il convegno: Gianfranco Toso, in rappresentanza dello studio Fuksas, Odile Decq, Benedetta Tagliabue, Gong Dong, Louisa Hutton e Martin Gran.

Genova capitale dell’architettura internazionale per un giorno con l’evento “Natural Intelligence”

Si è svolto nei giorni scorsi ai Magazzini del Cotone, nel Porto Antico di Genova, il convegno internazionale “Natural Intelligence”, organizzato da Area, la rivista di architettura del Gruppo Tecniche Nuove, che ha riunito sei protagonisti di spicco dell’architettura italiana e internazionale per riflettere sul rapporto tra naturale e artificiale nell’architettura contemporanea.

In una sala gremita di professionisti, imprese, studenti e rappresentanti del mondo accademico, il confronto ha messo al centro il ruolo dell’ingegno umano, inteso come sensibilità artistica, conoscenza tecnica e capacità di interpretare i bisogni sociali, in un contesto dominato dall’intelligenza artificiale e dalla pervasività delle tecnologie digitali.

Durante i saluti istituzionali sono intervenuti Ivo Nardella, Presidente di Senaf – Gruppo Tecniche Nuove, Francesca Coppola, assessora all’Urbanistica, Verde Urbano, Smart City e Città dei 15 minuti del Comune di Genova, e Francesca Salvarani, Presidente dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori di Genova, che hanno sottolineato il ruolo strategico dell’architettura nel ripensare la città in chiave sostenibile e inclusiva. A seguire, Michele Brambilla, direttore de Il Secolo XIX, ha aperto i lavori, introducendo i temi chiave del dibattito, mentre l’intervento di Marco Casamonti, co-founder dello studio Archea Associati e direttore responsabile di Area, ha inquadrato l’evento come piattaforma di confronto tra culture progettuali, esperienze e approcci differenti.

Il programma della giornata si è articolato in tre panel, ciascuno dedicato a un dialogo aperto tra due progettisti, con un formato pensato per favorire lo scambio diretto più che interventi frontali. Nel primo, l’architetto ed esperto di intelligenza artificiale Gianfranco Toso dello studio Fuksas, insieme a Odile Decq, ha riflettuto sulle potenzialità dell’IA come opportunità evolutiva e strumento da educare, ribadendo il valore dell’autorialità e la necessità di un equilibrio tra intelligenza naturale e artificiale. Benedetta Tagliabue ha poi esplorato un’idea di architettura più umana e sensibile, capace di affrontare con creatività la complessità urbana: dai progetti che “fanno molto con poco”, come il Mercato di Santa Caterina di Barcellona e il Parco del Mare di Rimini, fino ai processi di rinaturalizzazione e alle trasformazioni urbane di Shanghai.

Il contributo di Martin Gran ha aggiunto una riflessione sul valore del concetto come matrice di senso nel progetto: citando il National September 11 Memorial Museum Pavilion, realizzato dal suo studio Snøhetta, ha evidenziato come nessuna IA possa sostituire la comprensione emotiva e la profondità psicologica necessarie per interpretare luoghi con un forte carico simbolico. Infine, Gong Dong e Louisa Hutton hanno approfondito il rapporto tra architettura, natura e cultura, tra radici storiche e percezione corporea dello spazio. Dong ha evidenziato la rinnovata attenzione della cultura progettuale cinese alle proprie origini e alla coappartenenza con la natura, mentre Hutton ha posto l’accento sull’esperienza corporea dello spazio, sull’uso analogico del colore e sul valore della memoria emotiva, ricordando come l’architettura resti, prima di tutto, un fatto umano. 

Le conversazioni hanno dunque evidenziato come la creatività umana, ispirata ai processi biologici ed ecologici, possa guidare nuove direzioni per un’architettura capace di integrare natura e tecnologia e di assumersi responsabilità progettuali verso scenari futuri più sostenibili, evidenziando l’evoluzione del mestiere dell’architetto come rilettura profonda dei contesti naturali e ambientali.

L’evento nasce dall’esigenza di riflettere su come l’intelligenza artificiale stia trasformando il nostro mestiere senza però intaccare l’autorialità dell’opera. L’IA è uno strumento di supporto, capace di ordinare dati e di metterli al servizio dell’esperienza e dell’ideazione dell’architetto, ma non va confusa con il fine ultimo del progetto: far abitare bene le persone, creare luoghi che generino qualità della vita – ha dichiarato Marco Casamonti, co-founder di Archea Associati e direttore responsabile di Area. Oggi l’IA non è in grado di sostituire il processo progettuale, ma è necessario interrogarci sui limiti e le opportunità di una tecnologia che può ampliare le possibilità dell’architettura, mantenendo al centro la responsabilità e la visione umana. Ed è stata proprio questa indagine il fulcro dei dialoghi con i progettisti presenti.”

Natural Intelligence è stato patrocinato dall’Università di Genova e dall’Ordine degli Architetti di Genova e supportato dai media partner ufficiali del Gruppo Tecniche Nuove: Area, Area Interior, Arketipo, Ambiente Cucina, Hotel Domani, Il Commercio Edile, Imprese Edili, Serramenti Design e Componenti, Macchine Edili. Sponsor ufficiali dell’evento sono stati BTicino, Catellani&Smith, Dieffebi, Eclisse, Eco Contract, FerreroLegno, Fima Carlo Frattini, Flexus, Florim, iGuzzini, Ideal Work, Map Carpenteria Metallica, Resstende, Sundar Italia, USM Modular Furniture, Velux e Volteco.

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