La situazione dell'autostrada che attraversa il quartiere di Palmaro di Pra' a pochissimi metri dai palazzi è un eloquente simbolo di come Genova abbia bisogno di infrastrutture stradali nuove, capaci di portare fuori dal centro abitato il numero maggiore di veicoli possibili, specialmente quelli che non hanno esigenza di entrare nel capoluogo ligure, ma percorrono l'A10 per spostarsi verso levante.
Il tracciato autostradale che attraversa Palmaro risale ai primi anni '50, e viene raddoppiato con la costruzione di altre due carreggiate sopraelevate a metà degli anni '70. Questo secondo intervento doveva essere provvisorio, perché già all'epoca ci si era resi conto di come fosse necessario portare lontano dalle case il traffico; tuttavia, come spesso succede nel nostro paese, nulla è più definitivo del provvisorio, e l'autostrada è ancora lì.
In effetti già a metà degli anni '70 si era cominciato a parlare della possibile realizzazione della Gronda, progetto che non ha ancora visto la luce e che ancora divide fra favorevoli e contrari, ma che certamente convince la maggioranza dei residenti di Palmaro, ansiosi di recuperare qualità della vita e valore degli immobili.
"La situazione è quella che si può facilmente vedere facendo un giro nel quartiere. Ci sono dei caseggiati nati nel secondo dopoguerra proprio a ridosso dell'autostrada - racconta Davide Siviero, abitante del Palmaro -. Ci sono delle abitazioni in cui gli abitanti sono praticamente murati in casa fino a terzo piano. Sono decenni che qua si convive con questa situazione, la mia famiglia ad esempio si è stabilita in zona nel 1957. Sono quarant'anni che ci propongono soluzioni come la Gronda di Ponente per deviare il traffico a monte e usare l'attuale autostrada come arteria viabilistica urbana, oppure una copertura autostradale, che viene proposta ai cittadini dal novembre del '96. Ad oggi tuttavia la situazione è sempre la stessa, con mezzi pesanti e macchine che sfrecciano a tutta velocità fra le case, e noi viviamo un disagio profondo".
"I residenti testimoniano il disagio che si trova vivendo a Palmaro vicini all'autostrada - spiega il Arcangelo Merella, candidato al consiglio regionale della Liguria per la lista Massardo Presidente -. Abbiamo perso tanto tempo per trovare una soluzione discutendo: a volte parlare dei problemi è importante per risolvere i problemi, ma in questi casi abbiamo superato ogni limite. Bisognerebbe portare chi è contrario alla Gronda, e in modo particolare al tratto fra Vesima e Bolzaneto, qua a Palmaro per vedere con i loro occhi come vivono i residenti. Si tratta di condizioni strutturali minime per la direttrice viaria che collega Spagna e Francia con l'Italia, e di una situazione che determina un serio danno ambientale tutto a carico di chi vive a ridosso dell'autostrada. La soluzione principale a tutto questo esiste e si chiama Gronda".
Secondo Merella la realizzazione dell'opera, oltre che determinare una migliore qualità della vita per i residenti di Palmaro, comporterebbe anche notevoli e positive ricadute sul tessuto economico genovese, che potrebbe essere coinvolto nei cantieri necessari all'opera: "Abbiamo riscontrato che sulle aziende edili e sui professionisti legati al mondo delle costruzioni di Genova le ricadute occupazionali relative ai cantieri per il potenziamento del nodo ferroviario e per la costruzione del ponte San Giorgio sono state trascurabili. Si tratta di un vulnus al mondo delle nostre attività economiche: penso che la Regione Liguria possa e debba farsi carico di rendere particolarmente partecipi della costruzioni di infrastrutture come la Gronda le imprese, gli edili, gli ingegneri, gli architetti e i geometri locali".