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Sanità | 03 aprile 2021, 07:00

La conoscenza: il vaccino naturale contro la paura!

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

La conoscenza: il vaccino naturale contro la paura!

Più volte in questi mesi mi è capitato di parlare della paura, questa emozione naturale importantissima che, avvertendoci di un pericolo, ci permette la sopravvivenza.

Lei consente al nostro corpo di innescare il meccanismo di “attacco o fuga” che comporta tutta una serie di cambiamenti fisiologici all’interno del nostro organismo.

Parliamo di un meccanismo che per migliaia di secoli ci ha accompagnato nel nostro percorso evolutivo. Il problema è che nell’uomo moderno la paura ha cambiato aspetto, perché sono cambiati gli agenti stressogeni: non ci sono più le belve feroci nascoste nella foresta o i pericoli di un ambiente naturale ostico e violento, tutte situazioni che costringevano a una reazione fisica di “attacco o fuga” durante la quale questa forte emozione veniva sfogata ed eliminata.

Ora le nostre paure hanno una natura psicologica e originano da pensieri che prendono vita nel nostro cervello. Sto parlando di pensieri che a volte diventano dei veri e propri tarli mentali, delle fobie, delle ossessioni che ci divorano fino a toglierci ogni briciola di buon senso e capacità di giudizio.

Il loro comune denominatore è la paura, ma non quella fisiologica, ovvero giustificata da un reale pericolo imminente, ma quella patologica che ci porta a temere situazioni a volte solo immaginate.

Non vediamo realmente il pericolo, ma basta la nostra immaginazione per renderlo reale e possibile. Il pericolo non c’è, ma ci viene raccontato o prospettato o ipotizzato e questo basta per fargli prendere forma, trasformandolo nella peggiore bestia feroce in agguato nel buio. Per il cervello umano pensare e immaginare una situazione o viverla realmente è la medesima cosa.

Questo fa sì che la paura reale o la paura immaginaria attivi nell’encefalo le aree corrispondenti all’attacco o alla fuga, con cascate ematiche di adrenalina, cortisolo, glucosio e ormoni come l’ADH, un ormone antidiuretico liberato dalla neuroipofisi, una ghiandola posta al centro del cervello. La cosa che voglio sottolineare è che questa ghiandola (che è in verità un prolungamento dell’ipotalamo) produce anche ossitocina, ormone dell’amore, che viene sintetizzato quando siamo è felici e quando proviamo piacere. Ma la neuroipofisi non può liberare contemporaneamente i due composti: questo vuol dire che quando produce ADH non produce ossitocina!

Quindi le alternative sono: o viviamo nell’amore e nel piacere o viviamo nella paura e nell’angoscia. Orami è scientifico: vivere costantemente con uno stato d’animo alterato nel tempo ci fa ammalare, perché le profonde alterazioni organico/metaboliche che avvengono nel nostro organismo, quando siamo sotto tensione, non sono programmate per persistere a lungo.

I processi chimico/fisiologici attivati devono avere vita breve e hanno come unico scopo quello di permetterci di fare fronte al problema. Ecco alcune delle sostanze che si producono nel corpo quando ci sentiamo in pericolo: le ghiandole surrenali liberano nel sangue il cortisolo, l’ormone dello stress, perché è funzionale per far aumentare la forza dell’organismo. Del resto se si è in pericolo serve molta energia!

L’ipotalamo stimola la produzione di adrenalina e noradrenalina, due importantissimi ormoni dalla funzione vaso-costrittiva, cioè tolgono il sangue da organi che non servono (apparato digerente, uro-genitale) per direzionarlo dove invece è vitale: sui muscoli (gambe, braccia), il tutto allo scopo di scappare o attaccare. Normalmente si chiudono anche gli sfinteri, perché in pericolo di vita o durante un combattimento non si può perdere tempo a defecare (ecco che dietro a una stipsi cronica potrebbe nascondersi un continuo e reiterato stato di tensione e paura trattenuta).

Aumenta il glucosio grazie al lavoro del fegato, anche perché se si è in pericolo o in lotta è necessario avere in circolo enormi quantitativi di zucchero. Poi però, cessato il pericolo, bisogna che tutto torni alla normalità, se no il nostro corpo si ammala. Negli animali questo succede, perché una volta superato il momento critico, la paura si spegne in modo naturale, sfogata proprio con la loro risposta di attacco o fuga, nell’uomo invece, quasi sempre, la paura non sfoga e si accumula, diventando la vera “padrona” che governa le nostre menti.

Ma di che cosa si nutre la paura? Cosa la fortifica e la favorisce? Sicuramente uno stile di vita squilibrato. Viviamo in una società dei consumi dove quello che crediamo essere modernità ed evoluzione ci sta portando lentamente alla autodistruzione.

Le malattie stanno diventando sempre più epidemiche, il cibo è scadente, l’ambiente è inquinato, i valori della famiglia, del rispetto e della solidarietà sono sempre più rari. Per quale motivo siamo sempre più malati e insoddisfatti? Forse perché il nostro ambiente è tossico?

Mangiamo, beviamo e respiriamo sostanze chimiche, che vanno ad alterare profondamente i nostri processi fisiologici e così in un batter baleno ci ritroviamo con apparati gastrointestinali scompensati, mucose porose e permeabili, organi emuntori intasati, microbiota alterati e sistema immunitari impazziti. Per non parlare della tossicità emotiva che respiriamo a volte già dai primi vagiti, come neonati. Come pensiamo di poter vivere in salute se l’ambiente che ci ospita è “malato”?

La sporcizia, sia fisica che mentale, finisce per avvelenare tutto: il nostro corpo fisico e la nostra mente, creando il “terreno” ideale per l’insediamento proprio della paura, la più pericolosa delle emozioni, quando mal gestita.

Paura e malattia viaggiano a braccetto e ci creano una sorta di vulnerabilità fisico/spirituale che predispone e favorisce, da una parte l’avvelenamento organico, e dall’altra i traumi psicoemozionali. La persona malata è più facilmente influenzabile, subisce senza avere il coraggio di reagire. In questo particolare periodo storico la paura ha assunto molte facce.

Ci sono le paure esistenziali come la paura di non farcela, di essere esclusi, di non riuscire a realizzarsi o di non essere apprezzati; poi ci sono le paure fisiche come la paura delle malattie, del cancro, dei virus, o quelle più pratiche come la paura di perdere il lavoro o di non riuscire a pagare le bollette. Per non parlare della paura arcaica di perdere la libertà.

Ma di quale libertà stiamo parlando? La libertà di riempirci di cibo spazzatura, di drogarci con sostanze citotossiche e genotossiche, di imbrattare l’ambiente con ogni tipo di veleno, di condurre vite all’insegna dei vizi e sregolatezza? Parliamo di questa libertà? Ma forse la paura più grande è quella di morire. E in questo concordo, perché la morte dovrebbe avvenire in modo fisiologico o traumatico, ma non indotto da uno stile di vita squilibrato.

Quanta gente è così terrorizzata dalla paura di morire che non si rende conto che così facendo si dimentica di vivere! Mi viene il sospetto che le persone non solo abbiano paura della morte, ma anche della vita: quanti infatti per qualche timore o condizionamento non vivono serenamente la propria esistenza? Inconsapevolmente si entra in un circolo vizioso in cui la paura ci rende deboli e la debolezza di impaurisce.

Ci sentiamo impotenti e disarmati di fronte ad un evento (vero o irreale che sia) è non sappiamo come gestirlo o affrontarlo. Tendiamo a chiuderci, isolarci, ma purtroppo nel buio e nella solitudine la paura aumenta, fino a farci perdere il controllo della nostra vita.

Ricordatevi che il nostro cervello, quando siamo in salute, non solo ci avvisa del problema, ma contemporaneamente lavora per superarlo, fornendoci le giuste soluzioni e strumenti. Ma se  noi abusiamo di farmaci, di cibo spazzatura, di droghe e cattivi pensieri, lui non sarà in grado di farlo, anzi sarà più propenso ai condizionamenti esterni, quasi sempre subdoli e pericolosi. In conclusione, come possiamo superare le nostre paure? L’unico vaccino naturale contro la paura si chiama «conoscenza»!

La paura è come una fitta coltre che ci impedisce di vedere il cammino per quello che è veramente, lasciandoci in balia degli eventi, la «conoscenza» invece è la luce del sole che illumina e ci porta chiarezza.

La conoscenza ci rafforza, ci gratifica, ci guida. La curiosità rende attive e dinamiche le nostre menti, liberandoci dall’angoscia e dalla paura che bloccano le nostre coscienze.

Solo se conosciamo e comprendiamo il “senso” della nostra vita possiamo vivere appieno tutta la nostra esperienza evolutiva. 

Redazione

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