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Attualità | 26 giugno 2021, 10:00

13 Giugno 1926, Sanremo e gli avvoltoi intorno al sultano morto

Un tesoro sparito nel nulla, tra lo stupore dei creditori rimasti all’asciutto e gli inchini dei Turchi intorno alla salma di Maometto VI

13 Giugno 1926, Sanremo e gli avvoltoi intorno al sultano morto

Maometto VI, il Sultano defunto negli anni ’20 lasciò un alone di mistero intorno ai suoi averi, preda mai agguantata dei creditori del Turco.  

Coloro che tentarono di recuperare i propri crediti, riuscirono a far applicare i sigilli alla Villa delle Magnolie, ma con grande meraviglia di tutti, compresi gli avvocati del Sultano, quando entrarono per verificare l’effettivo valore degli oggetti da sequestrare, i gioielli e gli averi più importanti erano spariti, compresi i tappeti di Smirne e di Damasco.  

Alcuni tentarono di chiedere informazioni ai servi turchi rimasti a custodire la salma, ma loro parlavano solo in turco e rispondevano solamente con dei grandi inchini fino a terra.  

Il Sultano era stato spodestato da Costantinopoli e aveva raggiunto Sanremo insieme ad alcuni seguaci, dove nella Villa delle Magnolie aveva continuato le pratiche religiose con il suo seguito, che gli restò vicino anche dopo la sua morte, rimanendo a custodia della salma, attorno al quale il successore Abdul Mediid, pur rimanendo nella sua villa Xoulces di Nizza, permise che potessero esprimersi a riguardo, i creditori insoddisfatti per i mancati pagamenti delle più svariate forniture.  

I creditori, appresa la notizia della partenza imminente della Salma per Trieste, si scandalizzarono apertamente, in quanto le leggi del Corano stabiliscono tassativamente per tutti i mortali che le salme non possono avere degna sepoltura se non vengono ripulite dai debiti, mentre solo dopo la sepoltura può avvenire la successione dei beni tra gli eredi.  

Tuttavia, per Maometto VI andò diversamente e venne definita, ai tempi, un’incredibile eccezione per un “rappresentante in terra di Allah”, proprio per il fatto della sparizione misteriosa dei suoi beni preziosi, per un valore stimato di quindici milioni di vecchie lire, custoditi probabilmente all’interno della Villa di Sanremo.  

Secondo inflationhistory.com, un sito di conversione storica del denaro, quindici milioni di vecchie lire nel 1926, equivarrebbero a circa 11.469.316,52 € di oggi. Una bella cifra che sparì nel nulla! 

Qualcuno raccontò che Maometto VI non si portò ricchezze da Costantinopoli, tantomeno che ricevette ingenti somme dal governo inglese, ma ciò venne smentito da testimonianze e articoli di giornale dell’epoca che affermavano il contrario, avvolgendo di mistero ancor di più i fatti.  

In ogni caso, che siano esistiti o meno i tesori tanto ambiti dai creditori, l’unica certezza fu che il 16 Giugno 1926 alle ore 14:20, senza gli onori militari, senza la protocollare pompa orientale, ma in forma strettamente privata e su un vecchio carro fuori uso della Croce Verde sanremese, gentilmente messo a disposizione senza l’emblema della croce, la salma dell’imperatore degli ottomani venne trasportata alla stazione, alla volta di Trieste, mentre i creditori, rimasero in attesa, come dei veri avvoltoi con la speranza di prendere qualcosa.   

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Dario Rigliaco

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