Se Atene piange, Sparta non ride. Il ritornello della stracittadina numero 124 tra Genoa e Sampdoria è ormai lo stesso da diversi anni, ma forse raramente come in questi casi è difficile capire chi possa interpretare il ruolo di quale delle due città protagoniste di battaglie epiche nel Peloponneso alla fine delle quali anche i vincitori uscirono fortemente danneggiati.
Così, per motivi di campo dei rossoblu e per le ormai note vicissitudini societarie dei blucerchiati, a Genova parlare di derby della Lanterna in questo 10 dicembre 2021 non può che lasciare una nota di nostalgia ripensando a quei faccia a faccia sul campo pre natalizi di ormai trent'anni fa, quando entrambe le compagini veleggiavano nei piani alti della classifica, come quelli dell'anno d'oro dello scudetto sampdoriano e della qualificazione in europa del genoano nella stagione '90-'91 e quelli del biennio tra il 2008 e il 2009. Eppure guardare avanti, seppur non risulti facile esercizio, è d'obbligo.
In attesa di un gennaio foriero di buone novità per entrambe, anche se sotto punti di vista decisamente differenti, vincere la sfida di un Luigi Ferraris che si preannuncia vestito a festa coi tifosi nuovamente a riempire gli spalti dopo le porte chiuse delle ultime sfide (nonostante la decisione del tifo organizzato di fede doriana di non tornare in Gradinata Sud finché non si tornerà alla capienza completa) potrebbe lenire le sofferenze degli ultimi tempi.
Sicuramente per il Genoa di Shevchenko che, con una nuova proprietà prossima a completare il nuovo organigramma con l'arrivo del direttore sportivo Johannes Spors (pronto a esordire in tribuna proprio stasera), concentra i suoi guai sul rettangolo di gioco con ancora uno zero nella casellina dei gol fatti e un solo punto raccolto, al netto del complicato calendario, dall'avvento del tecnico ucraino, ancora una volta alle prese con una rosa falcidiata dagli infortuni, specialmente in mezzo e davanti, che però potrebbe veder uscire dall'infermeria, seppur non a pieno servizio, i due bomber finora dei rossoblu: capitan Mimmo Criscito e Mattia Destro.
Se con un terzultimo posto in coabitazione col Cagliari una delle due sponde del Bisagno deve sperare nei tre punti per tamponare i demeriti sportivi, dall'altra i tre punti corroborerebbero il morale di un ambiente i cui guai vengono da dietro le scrivanie di Corte Lambruschini dove non è al momento stato stabilito il futuro societario dopo l'arresto del presidente Massimo Ferrero.
Il massimo dirigente ieri a San Vittore non ha risposto alle domande degli inquirenti circa le accuse di bancarotta e reati societari ipotizzati nei suoi confronti, mentre resta il "giallo" delle dimissioni dalla carica societaria calcistica annunciate ma di fatto non ancora formalizzate al cda e con un rischio revocatoria che mette i brividi al tifo, fiducioso circa l'evenienza di veder passare di mano il club il più presto possibile.
Ad affrontare i cugini però ci saranno i ragazzi di D'Aversa, la cui posizione sembra essere ora congelata dopo le insistenti voci su un suo esonero a quanto pare congelate solo dall'intervento della Guardia di Finanza, in un momento di forma non certo brillante ma con qualche freccia in più, specialmente nel reparto avanzato, da poter scoccare per cercare la vittoria.
Fischio d'inizio agli ordini del signor Doveri di Roma alle 20.45 e... Che vinca il migliore. Anche se in questi casi la logica del "meglio due feriti che un morto" potrebbe ancora una volta avere la meglio sulla ragion di cuore dei tifosi.














