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Politica | 31 dicembre 2021, 17:13

I Radicali visitano il carcere di Marassi: "Troppe criticità, Dap provveda a nomina nuovo direttore"

Una delegazione del Partito Radicale (composta da Angelo Chiavarini, Stefano Petrella e Fabio Ferrari) ha visitato mercoledì 29-12 ha visitato la Casa Circondariale di Marassi

I Radicali visitano il carcere di Marassi: "Troppe criticità, Dap provveda a nomina nuovo direttore"

Una delegazione del Partito Radicale (composta da Angelo Chiavarini, Stefano Petrella e Fabio Ferrari) ha visitato mercoledì 29-12 ha visitato la Casa Circondariale di Marassi.
 
"Siamo tornati a Marassi - scrivono - a distanza di circa 3 mesi perché nell’ultima occasione non ci era stato consentito di svolgere una visita delle sezioni degna di tale nome, cosa che non ci era accaduta in nessuno degli altri istituti visitati recentemente (tutti quelli della Liguria) e mai prima a Marassi, dove eravamo sempre stati accolti con la massima gentilezza e disponibilità.
 
Anche stavolta abbiamo incontrato difficoltà: la Direttrice e la Comandante non ci hanno ricevuto, i dati generali dell’istituto non ci sono stati forniti, ci è stata negata copia del preziario e la visita si sarebbe conclusa entro breve se fosse stato per loro.

Non è andata in questo modo per la nostra ostinazione nel continuarla, la cortesia del personale e la generosità dell’Ispettore Cardinale che si è trattenuto per diverse ore oltre il fine turno per permetterci di continuarla.  Non lo ha fatto soltanto per noi, ma per rispetto del suo ruolo e attenzione sincera verso problemi e situazioni che conosce bene.
Siamo così rimasti fino alle 17,30 visitando la seconda, la terza e la sesta sezione.
 
Davvero molti i problemi riscontrati: il principale resta il sovraffollamento con un carico di circa 680 detenuti sui 450 posti di capienza regolamentare, ma il più sentito è la mancanza di lavoro interno, ancora più evidente dopo il crollo del soffitto del panificio Italforno che garantiva gli unici 6 posti di lavoro per datore esterno.

Chiusa da anni la falegnameria, non andato a buon fine un esperimento di call center, limitato all’apprendistato il laboratorio di telai per biciclette, in stato di abbandono il vecchio 'giardino del direttore' di cui si occupavano negli ultimi anni due detenuti in art. 21 (il progetto 'Case rosse fiorite'), ed è ora a rischio di ridimensionamento anche un’altra eccellenza dell’Istituto, il laboratorio di serigrafia nella sezione AS, che ha perso forza lavoro (da 8 a 4 detenuti) e diversi ordini a causa della decisione di limitare il numero di ore di accesso ai locali e di escludere l’utilizzo dei tirocinanti.
 
Un punto dolente (fonte da anni di giustificate richieste di cambiamento) è il limitato regime di apertura, con l’apertura da mattina a sera soltanto nella terza sezione (la custodia attenuata comprendente l’ICAT), mentre la sorveglianza dinamica col regime di minimo 8 ore di apertura delle celle nel resto dell’istituto non è mai stata applicata, se non al ribasso con 5-6 ore di apertura reale e un paio d’ore nelle salette di socialità (chiusi dall’esterno).
 
Un altro sono le restrizioni ai colloqui applicate dall’estate a questa parte che avevano provocato rumorose proteste con la battitura notturna, le più severe negli istituti liguri (solo 3 al mese in presenza, 1 adulto e 1 minore con esclusione dei bambini fino a 6 anni) e alle videochiamate (3 al mese non scomponibili in più chiamate brevi) e telefonate (soltanto 6 al mese, 4 in AS), previste in numero minimo al contrario di quanto praticato altrove e auspicato dalle direttive del DAP; se le prime trovano qualche ragione d’essere nella allarmante situazione esterna (ad oggi 3 i detenuti positivi isolati e 7 agenti positivi), le seconde sembrano soltanto una irragionevole vessazione.
 
Tra le eccellenze che meriterebbero di essere valorizzate non c’è solo il Teatro dell’Arca, ma anche il Polo Universitario, un detenuto straniero che abbiamo incontrato e ha compiuto l’intero ciclo di studi a Marassi si sta laureando in Storia (con una tesi sulla famiglia Durazzo), ma da 20 anni in carcere e ormai relativamente vicino al fine pena non ha ancora mai avuto un solo giorno di permesso e ha ben poche certezze su quanto lo aspetta fuori, nonostante abbia per anni tenuto un comportamento esemplare.

Un altro detenuto lavorante ha vinto per la seconda volta un premio letterario, ma non gli è stato accordato il permesso di recarsi alla premiazione e poterlo ritirare.
 
Tra le buone notizie il fatto che il Provveditorato di Liguria e Piemonte abbia recepito le raccomandazioni del Garante Nazionale e annullato l’appalto in corso di vitto e sopravvitto (alla stessa ditta) che da un anno era causa di proteste tra i detenuti di Marassi per la scarsa qualità del vitto (soltanto 2,30 euro al giorno a persona la cifra prevista) e i costi gonfiati dei generi a vendita.
Tali proteste (rimaste senza ascolto da parte della Direttrice) avevano sortito segnalazioni al Magistrato di Sorveglianza e denunce che si sono dimostrate tutt’altro che infondate e hanno concorso all’attuale determinazione; vitto e sopravvitto saranno oggetto a breve di due diversi bandi e sarà evitato l’interesse a fornire pasti di scarsa qualità per aumentare i profitti delle vendite, ma resta da chiarire se sarà esclusa o meno la clausola del massimo ribasso, cosa che permetterebbe di elevare effettivamente la cifra pro capite ai previsti 6 euro.  
 
Moltissimi hanno chiesto notizie di RITA BERNARDINI e del suo sciopero della fame (interrotto ieri al 25° giorno), delle proposte sulla Liberazione anticipata ordinaria e speciale di Roberto Giachetti e di quelle contenute nel documento della commissione promossa dal Ministro Cartabia, dimostrando quante aspettative vi ripongano.

Ebbene proprio ieri queste sono state rese note e tra sconti pena, più ampio accesso alle misure alternative e modifiche all’ordinamento penitenziario vanno proprio nella direzione di riportare nella legalità e nel rispetto di quanto previsto dall’art.27 della Costituzione le carceri del nostro paese come da tempo chiediamo.
 
In conclusione il vero problema di Marassi è quello di essere da oltre un anno privo di un Direttore dopo la promozione della Dottoressa Milano a Provveditore del Triveneto, di essere rimasto privo anche di un Comandante fino alla scorsa estate ed affidato ad una gestione provvisoria per un periodo irragionevolmente lungo.

Fondamentale è che il DAP provveda al più presto alla nomina di un nuovo Direttore e la scelta cada su una figura di adeguato profilo, attenta alle esigenze del trattamento e capace di dialogo e di confronto con detenuti e detenenti, qualità importanti che sembrano essere venute meno in troppe occasioni in questi ultimi mesi".

Redazione


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