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Attualità | 11 febbraio 2022, 14:45

Pegli, via la gru dal cinema Eden. Ma le macerie rimangono

La ferita nel pieno centro della delegazione non si rimarginerà sino a quando non sarà chiusa la superficie. Il Comune attende l’escussione della fidejussione. Dieci anni per un’assurda speculazione edilizia andata male

Pegli, via la gru dal cinema Eden. Ma le macerie rimangono

Sono iniziate da poche ore, e dureranno per tutto il fine settimana, le operazioni di smontaggio della gru che da dieci-anni-dieci si trovava all’interno del cantiere per la costruzione del box nell’ex cinema Eden. A Pegli, teatro di questa storia, i cittadini si ricordano bene tutte le fasi del progetto e sanno perfettamente com’è finita: i box non sono mai stati terminati, il cinema Eden, uno dei pochi centri culturali della delegazione, è chiuso da tempo immemore, i residenti si affacciano su un enorme cratere e per il momento non è stato ricavato alcuno spazio pubblico e non c’è uno straccio di prospettiva, né positiva e neppure negativa, su come tutto questo andrà a finire.

L’unica buona notizia, dentro un mare di disagi e soprattutto di superficialità, insipienza e mancato ascolto delle persone, che sempre hanno osteggiato questa speculazione (perché altri termini non esistono per definirla), è oggi lo smontaggio della gru, che da lunghissimo tempo incombeva, inutilmente ormai, sul cantiere.

Oggi si è cominciato, ma si tratta di un lavoro complesso, perché parliamo di un manufatto enorme e per giunta fermo da un lunghissimo periodo. A dare l’annuncio dello smontaggio è il presidente del Municipio VII Ponente, Claudio Chiarotti, dopo il via libera concesso dal tribunale fallimentare.

Nei giorni scorsi, l’iter era stato spiegato dall’assessore comunale con delega all’Urbanistica, Simonetta Cenci: “Il 29 dicembre 2021 - scriveva l’assessore della Giunta Bucci - il Tribunale Civile di Vercelli Sezione Fallimentare ha autorizzato la restituzione anticipata, secondo l’articolo 87 bis della Legge Fallimentare, della gru edile del cantiere ex cinema Eden di Pegli, in quanto questo bene risulta escluso dall’attivo del fallimento della Eden Park Srl, essendo oggetto di un contratto di noleggio con la ditta Facchin Gru Srl. Pertanto, essendo stata ottenuta la necessaria autorizzazione del tribunale fallimentare, la gru del cantiere edile ex cinema Eden verrà rimossa entro breve termine dalla ditta proprietaria, in accordo con la curatrice del fallimento di Eden Park, Maria Maccarrone”.

Resta da capire come verrà completato questo cantiere, se la voragine a cielo aperto sarà ricoperta e quando, se verrà calato un velo pietoso su questa folle operazione che ha aperto una ferita enorme nel cuore di Pegli, senza la possibilità che si possa rimarginare in tempi brevi.

Su questo punto, l’ultimo aggiornamento è dell’assessore comunale con delega agli Affari Legali, Lorenza Rosso: “Lo scorso 9 aprile è stata avviata la procedura di escussione della fideiussione da parte di Comune di Genova, portata a suo tempo a garanzia della realizzazione delle opere di interesse generale. Rispetto, però, all’ammontare complessivo, la richiesta è stata di un’escussione parziale, finalizzata al riordino della sistemazione della superficie dell’area sopra i box, in modo da eliminare le criticità che questo cantiere abbandonato sta creando alla popolazione. L’assicurazione di questa fideiussione parziale a oggi non ha pagato, ritenendo che non sussistano i presupposti per quest’escussione, mentre il Comune ritiene che debba andare a buon fine e, a quel punto, potremmo utilizzare la somma per il riordino dell’area di cantiere”. Niente di sicuro, quindi. A dieci anni di distanza, bisogna ancora aspettare. E intanto, val la pena di ricordarla, questa storiaccia.

Il contestato progetto dei box dietro all’ex cinema Eden affonda le radici nel 2012. L’area interessata, proprietà dei frati di Finalpia, comprende il civico numero 4 di via Pavia, ovvero il palazzo donato dal Papa Benedetto XV e dai marchesi Durazzo Pallavicini all’ordine dei Benedettini e dato in uso per attività pastorali e ricreative alla parrocchia di San Martino, oltre al sottosuolo del cinema Eden e della sua arena estiva. “Il terreno della zona è estremamente fragile e quando hanno provato a trivellare è uscita immediatamente l’acqua - ricordavano già ai tempi gli abitanti - C’è un rischio concreto per la stabilità delle abitazioni di via Pavia e dell’adiacente piazza Bonavino”.

Anche ai tempi c’era perplessità: “Una delle caratteristiche peculiari del territorio di Pegli - dichiarava Mauro Avvenente, quand’era presidente del Municipio VII Ponente - è la numerosa presenza di acqua nel sottosuolo e la particolare vicinanza della falda acquifera alla superficie. Problemi di natura idrogeologica si sono riscontrati in altre zone di Pegli, quando si è provato a costruire. In via Dagnino, a seguito di un intervento su una proprietà privata, c’è stato uno smottamento di terreno e alcuni palazzi contigui all’area hanno vissuto situazioni critiche e sono stati evacuati. È la dimostrazione di come il sottosuolo di Pegli sia terribilmente fragile”.

Nel corso degli anni, i cittadini si sono mobilitati attraverso assemblee pubbliche, volantinaggi e raccolte firme, e hanno ottenuto alcune modifiche rispetto al progetto iniziale. Quest’ultimo prevedeva una costruzione su quattro livelli per circa 120 box. Il Comune, resosi conto dell’invasività dell’opera, ha proposto ai progettisti una riduzione dello sbancamento, da 4 piani a 3, con la conseguente riduzione del numero di box (68). Il permesso a costruire risale al giugno 2011, con la civica amministrazione guidata da Marta Vincenzi. I lavori sono partiti ufficialmente nel giugno 2012.

Oggi, febbraio 2022, viene smontata la gru del cantiere. Le macerie, invece, sono ancora tutte lì.

 

Alberto Bruzzone

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