"Una donna, una lavoratrice, che riteniamo fortemente rappresentativa di tante battaglie sociali, ambientaliste e di difesa del territorio, delle periferie". E' definita così Antonella Marras, candidata sindaco di Genova per Rifondazione Comunista, Partito Comunista Italiano e Sinistra Anticapitalista, che questa mattina ha presentato la propria candidatura (la quarta dopo quelle di Bucci, Dello Strologo e Crucioli) al Cap.
Le tre liste genovesi, spiegano in una nota di aver "deciso di proporre ai cittadini una lista unitaria, di sinistra, di classe, per le prossime elezioni amministrative a Genova, alternativa sia alla destra del duo Bucci-Toti, che al cosiddetto centrosinistra (in realtà centro liberista), identificabile nel PD e nei suoi alleati. La lista, proposta dai tre partiti di ispirazione comunista e anticapitalista, che sarà presente anche nelle elezioni Municipali, sarà aperta alle altre organizzazioni, comitati, associazioni, movimenti, nonché singoli attivisti, militanti e cittadini che vorranno portare contributi di idee, di esperienza e di lotta.
Il simbolo della lista, costituito da quelli delle tre organizzazioni politiche, reca la scritta 'La Sinistra insieme', a significare un’idea di progetto, di un metodo di partecipazione attiva, di apertura a chi si identifichi nei valori portanti delle lotte operaie, sociali e ambientali degli ultimi anni, di un fronte comune di 'una sinistra che resta a sinistra'".
"Vogliamo portare nel Consiglio comunale e nei Municipi - spiegano i rappresentanti dei partiti - voci discordanti rispetto ai dettami economici e sociali perseguiti a livello nazionale dal governo Draghi e dalla sua maggioranza, dove si ritrovano insieme le destre e il cosiddetto centrosinistra.
Abbiamo bisogno che tutte le voci presenti nei nostri quartieri, di ferma opposizione alle politiche urbanistiche, trasportistiche, economiche e sociali, trovino eco anche nelle stanze delle istituzioni comunali: una sinistra di classe, di alternativa, di opposizione ai poteri forti che da decenni determinano le scelte politiche e che hanno fatto sì che si accettasse supinamente di svuotare Genova da lavoro di qualità, da presidi sociali, sanitari e culturali, come da qualsiasi cosa che rappresenti e dia vita alla rete di relazioni non mercantili, base per un miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti.
Alcuni dei punti fermi del nostro programma
Tutela del lavoro, da attuare attraverso la fine delle esternalizzazioni del lavoro negli Enti Pubblici e la lotta alla precarietà dei propri dipendenti: non si può chiedere la fine della precarizzazione del lavoro privato, se prima non si provvedere ad eliminarlo all’interno degli Enti pubblici, abituati da anni ad esternalizzare servizi e a utilizzare contratti a tempo determinato o 'a chiamata', lavoratori sfruttati e selezionati da società di lavoro interinale, talvolta usate per aggirare le selezioni concorsuali e per creare nuove forme di clientela.
Tutela e rivalutazione sia delle periferie cittadine che delle periferie sociali e delle loro fragilità: da diversi decenni, le giunte di diverso colore che si sono succedute, compresa l’amministrazione Bucci, hanno 'abbandonato' le periferie popolari della nostra città, nel senso che molto poco si è fatto per migliorare l’urbanistica delle stesse (se escludiamo la demolizione della diga di Begato, che però riguarda solo una parte del problema), mentre è stata totale la loro latitanza rispetto a proposte culturali e investimenti su socialità e supporto al disagio sociale. Al contrario, i pochi spazi sociali autogestiti, gli unici che non siano collegabili ad un uso commerciale dell’intrattenimento, sono stati presi di mira (e qualcuno, come Terra di Nessuno a Oregina/Lagaccio, chiuso, per la prima volta, su ordinanza di un sindaco). L’opposizione a qualsiasi forma di Autonomia differenziata è parte integrante di questo programma.
Tutele dell’ambiente, lotta alla cementificazione: assolutamente assente la manutenzione e mitigazione dei danni delle nostre colline già ampiamente cementificate e fragili dal punto di vista idrogeologico, abbandonate all’incuria i cui effetti li possiamo vedere ad ogni allerta, per cui ormai si vive solo di emergenze e non di prevenzione, cosa che farebbe anche risparmiare, oltre i danni alla popolazione e attività lavorative, anche nelle opere di ripristino, senza che vengano pensati interventi atti al mantenimento delle microeconomie sussistenti in zona. In tema di grandi opere, la diversità di opinioni tra noi, le giunte a guida PD e quelle di centrodestra, è palese: le grandi opere o hanno impatto positivo sulla collettività, nel rispetto dell’ambiente, o sono solo grandi affari per i soliti noti. Ed è palese nel confronto tra il loro concetto di sviluppo e le comprovate tesi scientifiche che dimostrano quanto le scelte opportunistiche di questo modello siano causa del cambiamento climatico. Facciamo notare che la giunta di centrodestra riesce persino a proporre la cementificazione di Vesima, senza parlare poi dello scempio paesaggistico del porticciolo di Nervi o delle colate di cemento previste con il progetto del Nuovo Galliera e del waterfront di levante, senza sottacere delle tante aree che sono state dedicate alla grande/media distribuzione. Riteniamo necessaria il potenziamento dell’Osservatorio Ambiente e Salute, e per la valorizzazione delle sue analisi epidemiologiche sullo stato della salute dei cittadini, necessarie a stabilire i limiti da non superare quando si devono fare scelte sui territori. Siamo per lo spostamento dei depositi chimici da Multedo ma non alla sua dislocazione in luoghi che potenzialmente possono essere pericolosi e dannosi alla salute delle persone. Siamo per l’utilizzo del fotovoltaico, ad iniziare dagli edifici pubblici.
Diritto alla casa, recupero del patrimonio abitativo dismesso a fini Sociali: impegnando ARTE e la gestione del patrimonio pubblico ad investire nel censimento, rispristino e disponibilità dell’esistente, restituendo alle persone costrette all’occupazione abusiva, causa di guerre tra poveri, provocate dalle assegnazioni date con il contagocce, la dignità che è loro dovuta, in un’ottica di rovesciamento dell’attuale indirizzo di demolizioni e sporadiche ricostruzioni favolistiche che nulla risolvono. Con una crisi sociale derivante dall’asservimento dell’economia ai dettami del capitalismo, con il conseguente corollario di salari da fame e contratti sempre più precarizzati, sono sempre di più i genovesi che non riescono a pagare mutui o affitti. E’ indispensabile un forte intervento sul patrimonio locativo del Comune, restituendo alla fruibilità dei cittadini centinaia di case attualmente lasciate al degrado. Sarà indispensabile intervenire sul patrimonio abitativo privato delle grandi compagnie, per sottrarlo alla speculazione e destinarlo agli affitti sociali, anche intervenendo sul governo affinché predisponga gli appropriati strumenti legislativi.
Blocco delle privatizzazioni (anche di quelle ventilate nel DDL concorrenza): una pletora di provvedimenti governativi, votati in modo bulgaro sia dalla destra che dal PD, dai 5Stelle e dai loro alleati, ha portato ad uno svuotamento delle storiche competenze degli Enti Pubblici. Dopo abolizione Province e Comunità Montane, l’attuale ddl Concorrenza incentiva i Comuni a privatizzare i servizi che ancora gestisce in house. Dopo gas e acqua (Iren), la spinta a Genova è per la privatizzazione di Amiu e AMT. “La Sinistra Insieme” si batterà affinchè anche queste non divengano un serbatoio di utili da regalare all’amico imprenditore di turno!
Rivalutazione del trasporto pubblico locale, attraverso un programma ferro/gomma che non preveda tagli alle linee collinari, alle percorrenze, alle frequenze: sempre nell’ottica di un trasporto pubblico che diventi appetibile per il lucro di qualche società privata, da decenni il Comune sta procedendo a tagli di percorrenza e rotture di carico, presentando al contempo fantasiose e costose strutture sospese in Val Bisagno, transitanti ovviamente nella sua sponda meno popolata. Assolutamente contrari al progetto degli assi di forza della giunta Bucci, siamo per la valorizzazione del trasporto pubblico locale, da incrementarsi attraverso l’utilizzo dell’elettrico (tram e filobus), con l’aumento delle corsie riservate, con il passaggio alla tassazione della bigliettazione, con il mantenimento in mano pubblica della sua gestione. Tutele, mitigazione dei disagi, ricerca di proposte migliorative del progetto del nodo ferroviario/terzo valico di prossima realizzazione, che restituiscano al territorio benefici e non servitù utili solo agli interessi di pochi.
Attuazione e potenziamento di politiche locali volte alla tutela di genere, alle pari opportunità, all’accoglienza, al sostegno delle fasce deboli, alle famiglie con minori e disabili: per l’integrazione sociosanitaria, attraverso il recupero delle originarie funzioni complesse dei consultori familiari, per l’apertura e potenziamento di centri d’accoglienza per le vittime di violenza diretta e assistita; cancellazione del registro delle famiglie “regolari” per poter usufruire di determinati servizi. Apertura nei quartieri in sofferenza sociale di centri socio educativi per minori e sostegno genitoriale, servizi alla persona; percorsi di integrazione ed interazione delle cittadine e cittadini migranti, nel rispetto e con la mediazione delle agenzie culturali d’appartenenza. Lotta alla povertà e non ai poveri, oggi assurdamente multati se 'ravattano' nei cassonetti della spazzatura.
Antifascismo, passaggio obbligato per una città medaglia d’oro della Resistenza, vilipesa da ripetute iniziative sia della Giunta Bucci che della sedicente opposizione: la giunta Bucci si è distinta per il costante impegno nella realizzazione di una nuova toponomastica, dedicando cippi, strade e porticcioli a personaggi chiaramente collegati al ventennio fascista. La stessa presenza di esponenti della giunta, con fascia tricolore, alle commemorazioni dei militi di Salò, la votazione di un incostituzionale ordine del giorno di equiparazione tra fascismo e comunismo (purtroppo non osteggiato dagli esponenti dell’opposizione), rendono evidente il degrado culturale che ha caratterizzato l’ultimo Consiglio comunale.
Lotta alla ‘malavita organizzata’: una Lista come la nostra, non può che prendere seriamente posizione su uno dei principali problemi del nostro Paese e della nostra Città: la criminalità organizzata. Mafia, ‘Ndrangheta (e non solo) sono un ‘tumore’ ormai diffuso in tutta Italia: l’ultima indagine della Dda sugli appalti nei cantieri ferroviari RFI, ne è ultima testimonianza. A tal proposito, ricordiamo che il “grande cantiere della TAV” è arrivato in Città: il Comune che vogliamo deve fare tutto quanto in suo potere per vigilare, verificare e, nel caso, denunciare ogni minima irregolarità.
Dalla periferia, per le periferie urbane e sociali
(e contro chi le lascia nel degrado e vuole una città-vetrina ad uso dei turisti)
LA SINISTRA INSIEME è questo! (o non è sinistra)
Con i lavoratori, con i precari, con i disoccupati, con tutti quelli che combattono per arrivare a fine mese (e contro quelli che tagliano le tasse ai ricchi e che hanno votato per il Jobs Act e per eliminazione dell’art. 18)
LA SINISTRA INSIEME è questo! (o non è sinistra)
Per la manutenzione del nostro territorio, per la vivibilità dei nostri quartieri e delle nostre colline (e contro le gronde e qualsiasi opera che non porti utile alla collettività ma solo soldi ai soliti imprenditori)
LA SINISTRA INSIEME è questo! (o non è sinistra)
Per una città a misura di giovani, per investimenti in cultura, scuola, sport popolare, in luoghi ed eventi di aggregazione non mercificata; per una smart city dei cittadini e non delle multinazionali (e contro chi chiude centri sociali per aprire solo centri commerciali)
LA SINISTRA INSIEME è questo! (o non è sinistra)
Per un Comune che sappia tutelare i propri anziani e che li supporti nei servizi e nella cura (e contro chi quei servizi li taglia per affidarli ai privati)
LA SINISTRA INSIEME è questo! (o non è sinistra)
Per un Comune che tuteli le persone fragili, per l’integrazione sociosanitaria, per il potenziamento dei consultori e dei centri di accoglienza; per politiche che favoriscano l’integrazione dei migranti (e contro chi diffonde odio, discriminazione, razzismo, esclusione)
LA SINISTRA INSIEME è questo! (o non è sinistra)".